L’ARIA FRITTA

asterischi
By Pierino DiEugenio
Pubblicato il 5 Ottobre 2013

Mai come in questo periodo mi ha convinto Aristo-tele, sommo filosofo dell’antichità, secondo il quale l’uomo è per natura un animale politico. Vedo infatti come la politica italiana si dibatte tra oranghi e orsi, tra caimani e iene, giaguari e porcelli, trote e tonni, falchi e colombe. Mancava solo la pitonessa Santanché per completare l’insaziabile variopinto zoo.

Ma siccome, come ammonisce papa Francesco, un cristiano non può essere pessimista né avere una faccia da lutto perpetuo, io cerco di pensare sempre positivo. Anche Micaela Ramazzotti, pur riconoscendo di impersonare sul set di Anni felici una madre contorta e infantile, tiene a precisare: “Nella vita però so riconoscere la felicità, sono una che si alza con il sorriso, ringrazio di continuo per quel che ho. Mi accontento del geranio sul balcone e del bicchiere d’acqua fresca”. Capirai. Un mio vecchio amico burlone era solito dire che lui si contentava anche dell’aria fritta.

Sono ottimista anche se noto il persistere dell’antico vizio tutto italico di risolvere i problemi cambiando la terminologia. Quando scioperarono gli spazzini reclamando migliori condizioni di lavoro, la soluzione fu quella di chiamarli operatori ecologici. I ciechi necessitano di appositi spazi e adeguati marciapiedi? Ok, li chiameremo non vedenti. Per carità, assolutamente doveroso addolcire del linguaggio, ma penso che sia molto più urgente adottare provvidenze concrete. Mancano rampe e ascensori per carrozzine e sedie a rotelle per gli invalidi? E noi li abbiamo elevati a diversamente abili.

Ben vengano tutte queste delicatezze verbali, ma solo se alle parole si accompagnano soluzioni pratiche e idonee strutture.

Resto comunque ottimista. Anche se Elisa, incantevole voce friulana, solo adesso si ricorda di fare un disco tutto in italiano (“la mia identità musicale era inglese, mi sono formata ascoltando solo dischi stranieri… ci sono voluti 16 anni per trovare il coraggio di scrivere in italiano”). Vabbe’. Per fortuna c’è Tony Cairoli, re del motocross che parla con disinvoltura cinque lingue. Ventottenne messinese, bravo ragazzo romantico e con un incrollabile ottimismo, molto legato alla sua famiglia. Salito su una moto a quattro anni, non è più sceso: in sella è un ragioniere, sei titoli mondiali in otto anni, un mito. La sua fidanzata, una bella olandesina di nome Jill Cox confida: “In gara sa sempre cosa fare e non fa mai pazzie, ma alla partenza io dico sempre una preghiera”. Certo, non si sa mai.

Un’autorevole demografo sostiene che un uomo della nostra generazione farà da 75enne quello che i nostri nonni facevano all’età di 60 anni. Secondo la nuova classificazione per fasce di età, io sarei un giovane anziano. Sono un incorreggibile ottimista, ma a questo punto non capisco più se sono vecchio, anziano, o diversamente giovane.       pierinodieugenio@yahoo.it

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