L’APOSTOLO PIETRO

By domenico dambrosio
Pubblicato il 19 Febbraio 2020

Vogliamo conoscere da vicino i dodici che Gesù sceglie e chiama a stare con lui. Tra di essi il primo e il più conosciuto è Pietro che negli scritti neotestamentari ricorre 154 volte con il soprannome datogli da Gesù, Pètros, “pietra”, “roccia”, in greco dall’aramaico Kefa, termine presente 9 volte nelle lettere di Paolo e 75 volte con il suo nome proprio Simone.

Nei quattro elenchi degli apostoli che troviamo nel Nuovo Testamento, Mc 3,16-19, Mt10,1-4, Lc6,13-16, At1,13, Pietro occupa sempre il primo posto. La scelta per questo primato viene da Gesù che a Cesarea di Filippo gli dirà: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt16,18).

Simone era di Betsaida, una cittadina della Galilea. La sua parlata tradiva l’origine galilaica: è un particolare che ci viene dal vangelo di Marco (cf.14,70). Come il fratello Andrea, anch’egli era un pescatore. Anche l’altra coppia di fratelli Giacomo e Giovanni erano pescatori.

Era sposato, lo apprendiamo dal miracolo della guarigione della suocera che viveva nella città di Cafarnao. Recenti scavi ci danno conferma dell’esistenza di questa casa dove sono stati trovati dei graffiti con invocazioni a Pietro. Era un buon ebreo, frequentava la sinagoga.

Come avviene l’incontro di Pietro con Gesù?

Potremmo parlare di diverse chiamate che coinvolgono Simon Pietro in un rapporto singolare con Gesù, un rapporto  che chiede alla sua vita delle risposte che passeranno attraverso il vaglio della prova.

Per Simon Pietro il cammino con Gesù muove i primi passi laddove egli vive la sua vita quotidiana: sul mare di Galilea. Era un pescatore. Era normale vedere lungo il mare di Galilea, soprattutto di buon mattino, i pescatori che, dopo una notte di lavoro, tiravano a riva le barche, rassettavano le reti, tutti intenti a fare una cernita del pescato. Con lui c’era il fratello Andrea e un’altra coppia di fratelli Giacomo e Giovanni anch’essi pescatori. Benedetto XVI in una delle sue catechesi del mercoledì (17 maggio 2006) sugli apostoli diceva: “Con la famiglia di Zebedeo, padre di Giacomo e Giovanni, conduceva una piccola azienda di pesca sul lago di Genezaret”. Insomma era un piccolo imprenditore. Di questo ci dà conferma l’evangelista Luca laddove scrive che “Giacomo e Giovanni erano soci di Simone” (Lc5,10).

Sembra del tutto casuale l’incontro con Gesù. In realtà per Pietro, come per gli altri tre, c’è un mattino che lo apre a un incontro che cambierà radicalmente la sua esistenza. Sarà pescatore di uomini: “Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: ‘Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini’. E subito lasciarono le reti e lo seguirono”(Mc1,16-18).

Cosa avrà significato per questi quattro la strana frase “Vi farò diventare pescatori di uomini”? Ora Gesù che quel mattino entra nella vita di Simon Pietro lo sceglie come pescatore di uomini. Lui così esperto con i pesci, dovrà, al seguito di Gesù, imparare a pescare gli uomini.

Gesù chiama e invita alla sequela non in momenti o circostanze particolarmente significative, entra nella ordinarietà della nostra vita e ci invita a seguirlo.

Che cosa spinge Pietro a seguire Gesù?

Chissà che non avesse sentito parlare di Gesù, della forza della sua parola, dei suoi miracoli? In definitiva si è fidato di lui, lega la sua persona a quella di Gesù: di lui ci si può fidare!

Questa fiducia trova forma definitiva nel racconto della chiamata nel vangelo di Luca (5,1-11). Simone è intento al suo lavoro, c’è molta folla che si accalca per ascoltare la parola di Gesù che sale sulla barca di Simone pregandolo di scostarsi da terra e “su quella cattedra improvvisata, si mette ad ammaestrare le folle. E così la barca di Pietro diventa la cattedra di Gesù” (Benedetto XVI).

C’è una strana richiesta di Gesù a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” E  Simone: “Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc5,4-5). Il Signore chiede a Pietro un atto di fiducia ed egli si fida della parola di Gesù ma davanti alla pesca miracolosa è preda dello stupore. “Non un semplice stupore, ma lo spavento che prova l’uomo nel contatto con il sacro, con il divino” (A. Vanhoye). “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore” (Lc5,8). Pietro confessa la sua miseria, la sua condizione di peccatore.

Di fronte al Dio santo che non disdegna di avvicinarsi all’uomo debole e fragile, percepiamo l’abisso del nostro peccato, perciò allontanati da me, perché sono un peccatore. Come non avvertire in queste parole di Pietro quasi un eco di quelle del profeta Isaia di fronte alla visione del Signore e dei serafini nel Tempio: “Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure…eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti”? (Is6,5).

Abbiamo faticato e non abbiamo preso nulla! L’amara constatazione di Pietro può essere anche la nostra: una scelta che coinvolge tutta la nostra vita, un impegno di fedeltà che apparentemente non ci ha restituito nulla, ci portano a conclusioni e confessioni amare dalle quali forse non scaturisce niente di valido e di duraturo. Forse dobbiamo riconoscere e confessare a noi stessi che avevamo escluso il Signore e la sua parola, dimentichi che senza di lui non possiamo far nulla!

Ma come a Pietro anche a noi il Signore offre la possibilità di porre rimedio a questo tentativo di dubitare o fare a meno di lui: Non temere! Solo il Signore ha il potere di darci forza, restituirci fiducia per proseguire il cammino alla sua sequela.

Parte dalla parola di Gesù che rinfranca e restituisce fiducia nella forza della sua parola, il nuovo cammino, la vocazione di Pietro: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc5,10). Ora Pietro riceve da Gesù una vocazione che gli ricorderà la sua quotidiana fatica al lago, il suo mestiere di pescatore: non pesci ma uomini, non per rinchiuderli nei lacci delle reti, ma per liberarli, non per distruggerli ma per vivificarli in una vera libertà che li affrancherà dalla fragilità e dalla miseria del peccato e del male.

A conclusione mi piace rispondere a una domanda: come mai Gesù rivolge la sua attenzione, nonostante ci siano anche Giacomo e Giovanni, solo a Pietro, pregandolo di scostarsi da terra? Prendi il largod’ora in poi sarai pescatore di uomini. (Lc5,4.10)

Fin dall’inizio Gesù vuole dare a Pietro un compito e un primato tra gli altri apostoli che ribadirà, nonostante l’annunzio del rinnegamento, durante la cena pasquale: E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli (Lc22,32).

 

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