Siamo una coppia di cristiani e non abbiamo figli. Tempo fa abbiamo fatto domanda di adottare un bambino perché desideriamo tanto donare a lui tutto l’affetto che abbiamo. Finora abbiamo incontrato tanti problemi e forse altri ne incontreremo. La chiesa, pensiamo, sia favorevole! una coppia di Iesi (An)
La chiesa sul problema dell’adozione pensa ciò che pensa la sacra scrittura, la quale indica negli orfani i prediletti di Dio e la disponibilità nei loro confronti è richiesta come segno della vera religiosità. Gesù indica nella prestazione d’amore verso un bambino come testimonianza d’amore verso lui stesso: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me” (Mt 18,5). Il concilio Vaticano II afferma: “Fra le varie opere di apostolato familiare ci sia concesso enumerare adottare come figli propri i bambini abbandonati” (AA 11).
A monte di questa favorevole posizione c’è una concezione forte della famiglia: non è il matrimonio che dà senso all’amore coniugale, ma è l’amore coniugale che esige e legittima il matrimonio. Questo, infatti, non è giustificato solo dal fine, ma è un bene in sé, perché costituisce un dialogo e un profondo incontro di amore.
La famiglia è il frutto di una speciale vocazione divina dell’uomo e della donna per una comune missione salvifica. Ecco un altro testo molto significativo sul tema: “Le famiglie cristiane sappiano vivere una maggiore disponibilità verso l’adozione e l’affidamento di quei figli che sono privati dei genitori o da essi abbandonati; in tal modo si dilata enormemente l’orizzonte della paternità e della maternità della famiglia” (FC 41). Per la chiesa, dunque, una forma eminente della missione ecclesiale dei coniugi è l’esercizio cristiano dell’ospitalità che ha la sua forma privilegiata nell’adozione e nell’affidamento di bambini orfani e bisognosi, come segni di carità operosa e di annuncio vissuto della paternità e misericordia divina.