LA SINTESI DEL CREDO

By Michele Seccia
Pubblicato il 2 Dicembre 2015

CHI DICE AMEN APPONE LA PROPRIA FIRMA SU QUALCOSA, DICE SANT’AGOSTINO INIZIO DA QUESTA AFFERMAZIONE PER COMPLETARE IL COMMENTO DEL CREDO, VERA SINTESI DELLA NOSTRA PROFESSIONE DI FEDE Chi dice amen appone la propria firma su qualcosa. Inizio da questa incisiva e chiara affermazione di sant’Agostino per completare il commento del Credo, vera sintesi della nostra professione di fede, che ho proposto ai lettori dell’Eco seguendo il Catechismo dei giovani (YouCat). È importante porre la nostra attenzione su questa parola che, pur essendo molto usata, spesso non è pronunciata con la consapevolezza che essa comporta ed esige.

Caro amico o amica che stai leggendo, fermati un istante e pensa quante volte al giorno ripeti amen! Dal segno della croce, fatto in fretta, al termine di molte preghiere, dalle più comuni (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre) a quelle più lunghe e discorsive, o quando ci rivolgiamo alla Santissima Trinità; alla Vergine Santa, madre di Cristo e madre nostra, o ai santi. È entrata nel linguaggio comune, da quando non è stata più tradotta con così sia per adattarla alla nostra lingua, che non riesce ad esprimere il senso pieno e molteplice della lingua ebraica.

Nell’antico testamento viene usata prevalentemente per esprimere il significato di così sia, non come un auspicio (mi auguro, spero che sia così), piuttosto per confermare il desiderio dell’agire di Dio o per aderire alla lode di Dio. Nel nuovo testamento è spesso la parola che dà forza ad una preghiera nella sua conclusione. I racconti evangelici dicono che Gesù ha usato spesso il termine amen, a volte in forma doppia, che in italiano viene tradotto in verità io vi dico proprio per sottolineare l’affidabilità del suo insegnamento, la sua autorità fondata sulla verità di Dio. Caro amico/a che leggi, prendi i vangeli e cerca il discorso della montagna in Matteo e il capitolo quinto nel vangelo secondo Giovanni.

Amen è il sigillo della fede! È come ribadire io credo ogni volta alla fine della professione di fede. È il nostro sì, libero, gioioso all’agire e all’essere stesso di Dio, come lo affermiamo nella creazione e nella redenzione. Amen! È un’affermazione forte, radicata e convinta di quanto si è detto. Esprime la ferma convinzione personale di quanto viene professato su Dio e di Dio. Amen! È una parola ebraica, deriva dalla stessa radice del verbo credere, che esprime la solidità, l’affidabilità, la fedeltà come unica esperienza. Amen! Manifesta l’adesione piena, totale e convinta alle affermazioni pronunciate.

È sufficiente per comprendere quanto sia importante comprendere il valore del nostro amen alla fine del Credo, nel senso già spiegato all’inizio di “Io credo – Noi crediamo”. Se amen significa credere alle parole, alle promesse, ai comandamenti di Dio, significa anche fidarsi totalmente di colui che è l’amen di infinito amore e fedeltà. Riprendo ancora sant’Agostino: “Il Simbolo sia per te come uno specchio. Guardati in esso, per vedere se tu credi tutto quello che dichiari di credere e rallegrati ogni giorno per la tua fede”.

Gesù Cristo stesso è l’amen, leggiamo nel libro dell’Apocalisse (3,14): l’amen definitivo del Padre per noi; assume e porta alla sua pienezza il nostro amen al Padre. Tutte le promesse di Dio in lui sono divenute sì. Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro amen per la sua gloria, come scrive l’apostolo Paolo ai Corinzi (2Cor 1, 20).

Stiamo per celebrare la nascita di Gesù Cristo e mi piace augurare a ciascuno di voi, carissimi giovani, di vivere questo Natale, segnato anche dal Giubileo straordinario della misericordia, accogliendo Gesù nella vostra vita, sentendo la gioia e l’intensità dell’amen di Dio che si manifesta nel Figlio, volto dell’amore del Padre e conferma della professione di fede. L’amen eterno del Padre si rende visibile nell’incarnazione del Figlio e attende l’amen della creatura.

Buon Natale a tutti!              misec@tiscali.it

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