LA RICETTA ANTICRISI DEL VOLONTARIATO
La notizia è buona. Non solo il volontariato ha resistito alla crisi, ma è cresciuto ed è più forte di prima. Lo dimostra uno studio presentato e discusso al Festival nazionale del volontariato di Lucca (10-13 aprile), una quattro giorni che ha radunato gli stati generali del terzo settore in Italia, per sperimentare e parlare di forme nuove di solidarietà e di donazioni. Come quella elargita da un’importante famiglia di proprietari terrieri, che ha concesso in comodato d’uso i suoi vigneti e la cantina alla cooperativa sociale Calafata, che ha dato un posto di lavoro a 11 disoccupati guidati da Marco Bechini, un ex progettista meccanico per l’industria farmaceutica. O come l’idea lanciata da Luciana Delle Donne, ex manager finanziaria, che ha lasciato una brillante carriera nel settore bancario per diventare imprenditrice sociale. Luciana ha aperto due laboratori di sartoria nelle carceri femminili di Lecce e Trani, che danno lavoro a una ventina di detenute e producono borse, shopper, braccialetti, sciarpe, portachiavi, confezionati con tessuti riciclati e materiali di recupero tutti rigorosamente marchiati “made in carcere”. O il microcredito di soccorso messo su dalla Fondazione Tovini di Verona insieme a una sessantina di ex direttori e alti funzionari di banca che, smessi i panni dei bancari che fanno solo il freddo interesse degli istituti di credito, cercano di capire come venire incontro alle disperate richieste di aiuto economico. Crescono le donazioni per le borse lavoro, con cui si pagano stipendio e assicurazione ai nuovi assunti, sgravando per qualche mese gli imprenditori che sono così più incentivati ad assumere. Si diffondono, infine, le associazioni di medici e paramedici, che vanno casa per casa, gratuitamente, ad assistere malati terminali, diabetici, disabili, anziani soli incapaci di badare a se stessi. Insomma ci sono mille forme di volontariato in quest’Italia stremata dalla crisi.
Dati positivi per il presidente del Centro nazionale per il volontariato (Cnv) Edoardo Patriarca che forniscono spunti di riflessione. Da una parte osserviamo che si rafforza l’autonomia di questo mondo dal settore pubblico, in un’ottica sussidiaria sempre più matura. Dall’altra si comprende come il volontariato abbia ormai già reagito in maniera decisa alla crisi, cercando nuove risorse, economiche e umane, per portare avanti la sua imprescindibile opera di solidarietà. Note positive infatti si registrano anche dalla crescita dei volontari, che aumentano in un terzo delle organizzazioni e restano stabili nelle altre, con una buona percentuale di giovani (in media, il 25,3% dei volontari ha meno di 35 anni). La stabilità delle ore dedicate dai volontari caratterizza il 60% delle organizzazioni; l’aumento il 29,5%. Insomma, meno di un’organizzazione su 10 ha visto nel 2013 diminuire la quantità di impegno profuso dai propri membri.
Il cuore buono degli italiani non si smentisce oggi come ai tempi del giovane Gabriele, quando una mattina di settembre mentre vanno a scuola, Michele lo vede staccarsi per raggiungere un poverello e consegnarli i “due o tre baiocchi” che è riuscito a mettere da parte. È tutto quello che ha perché il padre Sante solo raramente sgancia qualche soldo. Le ricorrenti baruffe con la Pacifica (governante di casa Possenti) sono anche causate dai richiami di lei alla moderazione. Ma lui insiste dicendo che anche papà vuole che si sia larghi con i poveri.