LA PREGHIERA DEL CUORE
Capita a volte di incontrare persone che diventano “amici” sulle strade della vita, ma, normalmente, soprattutto oggi, non si ha quasi più il tempo, incontrandoci, di cogliere l’occasione per farci dono di un pensiero che sia sollievo nella ferialità. Troppe volte diamo spazio, nel dialogo, alle sciocchezze del mondo, che sono una evasione dal bisogno di “guardare in su” e dare così respiro alla vita; un “guardare oltre” che è un modo di esprimere che non siamo soli, ma possiamo essere amici. Parlando con un signore distinto, il discorso cadde sul bello della vita, cioè sui momenti che ti fanno sentire la gioia, anche nelle tribolazioni e difficoltà. “I miei momenti più importanti della vita – mi diceva – sono l’Eucarestia al mattino, prima di recarmi al mio ufficio, e il santo rosario, che è un dialogare con la Mamma celeste, che sa sbrogliare i tanti problemi, che si accumulano nella giornata. Non potrei fare a meno di queste due ‘soste’ dell’anima”. E bastava guardare alla sua serenità, per capire come si può vivere anche oggi con i piedi per terra , ma il cuore in Cielo.
Il mese di ottobre non possiamo, almeno tra noi, miei amici e amiche, viverlo senza coltivare la grande confidenza con la Mamma celeste, Maria, nel rosario, contemplando i misteri della vita del Figlio.
Ogni giorno, ogni uomo popola la sua immaginazione di sogni, di ricevere una bella notizia di un felice avvenimento in famiglia o sul lavoro o altre belle notizie, ma troppo spesso a sera ci ritroviamo, con un pugno di mosche tra le mani, se non con qualche notizia o fatto che ci ha rattristato. Spesso i nostri sogni volano molto in basso: non hanno l’impennata delle grandi attese che fanno conoscere l’ebbrezza del cielo. Maria, la nostra mamma, non aveva che un sogno: essere amata da Dio e amarlo con tutto il cuore. Un amore così radicale e totale da escludere dalla sua vita altri sogni, che non fossero l’amore di Dio, conoscerlo, e farsi possedere da lui. Non aspettava altre notizie e a lei invece fu riservata la più grande notizia che Dio potesse dare a una sua creatura: sarebbe diventata Madre di Gesù, Madre di Dio. Una notizia che si intuiva già nel saluto dell’Angelo: “Ti saluto, Maria, piena di grazia: il Signore è con te”. Una notizia che chiedeva subito una risposta; una risposta che coinvolgeva tutta la sua esistenza. Incredibile ciò che Dio le chiedeva, attendendo rispettosamente una risposta da cui dipendeva la nostra salvezza.
Anche noi siamo chiamati a farci giorno per giorno “dimora di Dio”. Ma spesso la nostra risposta è tanto diversa. Ci perdiamo dietro i sogni che volano basso e ci impediscono di essere afferrati dalla bellezza della buona novella, che è la parola del Padre. Ma quando recitiamo il santo rosario ci lasciamo prendere per mano dalla Mamma, perché ci insegni come si fa a essere un vero figlio adottivo dello stesso Padre, che ha scelto lei come Madre del suo Figlio.
Papa Francesco regala a tutte le persone che incontra una corona del Rosario. “La Madonna – ha detto una volta – è sempre vicina ai suoi figli, subito è pronta a venirci in aiuto quando la preghiamo, quando noi chiediamo la sua protezione. Ricordiamo che lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire”. In un’udienza generale, salutando i giovani, i malati e gli sposi novelli, ha affermato: “Questa semplice preghiera mariana indichi a voi, cari giovani, la strada per interpretare la volontà di Dio nella vostra vita; amate questa preghiera, cari ammalati, perché essa porta con sé la consolazione per la mente ed il cuore. Diventi per voi, cari sposi novelli, un momento privilegiato di intimità spirituale nella vostra nuova famiglia”. Ma soprattutto in varie occasioni ha confessato: “Il rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è la preghiera del mio cuore”.
Sia così anche per noi: la nostra preghiera del cuore, il nostro modo di dire alla Mamma e a Gesù quanto bene vogliamo loro e quanto ci sia necessario l’essere illuminati, guidati e fortificati in questa “valle di lacrime”, per giungere con loro alla festa del regno.