Ecco una guida per orientarsi e dare agli investimenti obiettivi personali con rischio sostenibile. Le domande più frequenti sono le seguenti: Avendo un capitale da investire, quale logica è meglio seguire? Quali sono le priorità in termini di obiettivi personali? È giusto pensare esclusivamente al rendimento? In che modo tenere conto del livello di rischio sopportabile?
L’esperienza mi porta a dire che la pianificazione finanziaria può essere vista come un percorso che dalla definizione di obiettivi personali, in termini di bisogni, porta a scelte di investimento e di risparmio coerenti con tali esigenze.
Investire significa rinunciare a parte delle risorse di cui disponiamo oggi e rimandare nel tempo scelte di consumo, al fine di incrementare la ricchezza futura. Non tutte le persone si trovano nella condizione di potere o volere rimandare il consumo presente per investire in ricchezza futura. In molti casi l’investimento può essere considerato una scelta poco opportuna, soprattutto se finalizzata a un incremento di ricchezza immediato per ovviare a scarse possibilità di consumo. Attenzione! L’investimento deve sempre essere frutto di una scelta ponderata, una decisione che risponda a bisogni e obiettivi personali: investire in modo previdente non significa puntare qualche soldo qua e là come in una roulette, alla ricerca di una vincita insperata, magari lasciandosi convincere da qualche “sirena”.
Si investe se esiste un motivo valido per farlo, se esistono obiettivi precisi in base ai quali definire una strategia e soprattutto se ci sono le risorse sufficienti per farlo. Le esigenze e i bisogni presenti e futuri devono essere definiti con attenzione e tradotti in scelte di investimento, ma questo processo deve tenere conto dei vincoli oggettivi (risorse scarse, necessità di consumo presente, accumulazione di risparmio insufficiente) e dei vincoli soggettivi, ovvero la propensione al rischio e le caratteristiche personali.
Ecco che l’insieme di questi elementi costituisce una strategia d’investimento, una pianificazione, che nei passi successivi potrà essere tradotta in scelte più puntuali, come ad esempio: quanto investire, in quali prodotti, per quanto tempo. Gli obiettivi di ciascun investimento, che derivano dalla definizione di una strategia, vengono individuati più precisamente in termini di tempo, rischio e rendimento.
Pianificare significa porsi delle domande: infatti, è necessario che il risparmiatore rifletta su alcune questioni fondamentali per poi avere un orientamento cosciente del proprio investimento ed evitare scelte avventate. L’orientamento di cui vi parlo non è la consulenza esterna o l’aiuto di qualche amico o parente, ma la consapevolezza delle proprie esigenze e delle relative aspettative. Ricordatevi che il rendimento è solo una delle componenti che definisce un investimento, poiché esso dipende da altre due variabili fondamentali: il tempo e il rischio. Il primo tipo di domanda che è bene porsi è questa: quali sono i miei bisogni specifici e gli obiettivi per cui desidero investire e quali sono i tempi di realizzazione di questi obiettivi? L’obiettivo deve essere chiaro e deve essere collegato a un preciso arco temporale, di breve, medio o lungo termine. L’attività di pianificazione può aggiungere valore solo se gli obiettivi prefissati sono il più possibile realistici; per far questo è importante aver bene in mente le fonti di reddito a disposizione, in modo da commisurare le strategie di investimento alle risorse finanziarie di cui si dispone. In linea di massima, maggiore è la nostra ricchezza complessiva, più aggressiva può essere la strategia d’investimento e viceversa. In conclusione vorrei dare alcuni suggerimenti per realizzare investimenti sulla base del realismo finanziario e per evitare di farsi trascinare dalle tendenze degli altri risparmiatori o dalle spinte irrazionali:
– ogni prodotto o strumento finanziario ha un certo livello di rischio e di redditività che bisogna conoscere prima di deciderne l’acquisto, così come ci si informa per conoscere le caratteristiche di un bene d’uso;
– è bene non fidarsi ciecamente di alcuni “consigli”, perché è giusto che ogni investitore si costruisca le proprie idee e i propri obiettivi, comprendendone i rischi e i problemi. In un secondo momento, acquisita una certa consapevolezza, la consulenza di persone competenti può risultare molto utile a effettuare scelte coerenti;
– il comportamento nei confronti dei consulenti bancari, assicurativi e dei promotori finanziari dovrebbe essere di costruttivo confronto, non di passiva accettazione. Solo in una seconda fase di scelta dei singoli titoli o strumenti, i consigli di esperti possono risultare determinanti e indispensabili;
– ripartire l’investimento destinando sempre una quota ai prodotti monetari, al fine di coprire il fabbisogno finanziario legato a eventuali imprevisti;
– evitare di farsi prendere dal panico o dall’euforia, ma cercare di mantenere un distacco razionale;
– nei casi di investimento in azioni e titoli ad alto rischio, conviene avvalersi dei fondi comuni di investimento che consentono una valida diversificazione.
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