LA PASSIONISTA SUOR ADDOLORATA LUCIANI

IN ODORE DI SANTITÀ
By Piergiorgio Severini
Pubblicato il 2 Giugno 2014

A quasi 19 anni da quando si è aperto il processo informativo diocesano su suor Maria Addolorata Luciani, passionista in odore di santità le cui spoglie riposano nel monastero claustrale di Ripatransone, le consorelle e quanti l’hanno conosciuta attendono con fiducia che la chiesa, impegnata ad esaminare le testimonianze raccolte nei processi, si esprima sul suo operato segnato da grandi patimenti subiti in vita a seguito di malattie che non le hanno dato tregua, fino a strapparla alla sua comunità a soli 34 anni. Un lasso di tempo che le ha comunque consentito di dedicare la sua esistenza interamente a Dio. Già a 13 anni la futura suora manifestò il desiderio di consacrarsi a lui nella vita religiosa, desiderio che frenò per l’intenso affetto che aveva per la madre Camilla Dezi. Ma quella vocazione non si consumò nel tempo e, appena ne ebbe l’opportunità, la giovane realizzò il suo sogno. Aveva 25 anni quando entrò in convento e l’impatto con la vita claustrale la trovò entusiasta. Al riguardo scrisse: ”Ho trovato il paradiso in terra”. Suor Addolorata vestì l’abito religioso il 22 agosto 1946 ed il 15 novembre dell’anno dopo emise la professione religiosa, cambiando il nome di Maria Pasqualina in quello di Maria Addolorata. Era nata il 2 maggio 1920 nell’ascolano, a Montegranaro, terra di fabbricanti di scarpe e, dopo un periodo trascorso nel maceratese, a Morrovalle, dove il padre Enrico Luciani si era trasferito, scelse il monastero delle passioniste di Ripatransone. Ma le sue condizioni di salute ne fecero una pellegrina da un ospedale all’altro. La sosta più prolungata fu nell’ospedale di Bergamo (luglio 1952 – marzo 1954), per poi concludere il 23 luglio 1954 la sua avventura terrena nel sanatorio di Teramo. Pochi mesi di degenza, ma sufficienti per lasciare, in quanti l’avvicinarono, la convinzione che era morta una santa. In vita riuscì a trasformare le sue sofferenze in un inno di gloria a Dio.

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