LA NUOVA EMIGRAZIONE
Lo scorso anno oltre 5 milioni di italiani hanno varcato i confini nazionali. Tra questi, il 3,3 per cento è composto da giovani con la valigia. Per non parlare dei pensionati a caccia di sole e fisco agevolato…
Partire è un po’ morire… Non partire, però, potrebbe essere peggio… Ci scuserà lo scrittore francese Edmond Haraucourt se abbiamo modificato l’incipit della sua bella poesia, La canzone dell’addio, un verso trasformatosi nel tempo in un modo di dire. D’altra parte, però, l’assist ci arriva da vari osservatori specializzati, come ad esempio la Fondazione Migrantes della Cei il cui Rapporto Italiani nel mondo 2017 è più che mai eloquente. In pratica lo scorso anno oltre 5 milioni di italiani hanno varcato i confini nazionali. Tra questi, il 3,3 per cento è composto da giovani con la valigia. Scorrendo con più attenzione i dati, poi, viene fuori una cifra ancora più preoccupante: dal 2006 al 2017 la mobilità degli italiani è aumentata del 60,1% e oltre il 39% di chi ha abbandonato l’Italia in quest’ultimo anno ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. Come dire, a motivare la scelta non c’è la voglia di trascorre altrove, magari in paesi più caldi e vivibili, la meritata pensione. No, alla base dell’espatrio c’è una ragione molto ma molto più angosciante: la mancanza di un futuro. Mancanza di lavoro, nessun riconoscimento per le tante intelligenze, per gli innumerevoli sacrifici di genitori e figli, per sogni che restano tali. Retorica spicciola? Propaganda? Scuse di chi semplicemente non ha voglia di “rimboccarsi le maniche”? Purtroppo no, non è così: il lavoro manca come anche i presupposti per incrementarlo. Di conseguenza la fuga all’estero non rappresenta più un fenomeno marginale, bensì una triste realtà in espansione. E così i giovani, e non solo loro, mettono in valigia sogni e speranze preferendo nella gran parte altre mete europee. In particolare il Regno Unito che con 24.771 iscritti conquista il primo posto distanziando la Germania (19.178), la Svizzera (11.759) e la Francia (11.108). Per chi invece ha scelto di mettere tanti, ma tanti chilometri tra il nuovo paese e quello natio, il Brasile fa incetta di preferenze (6.829) inseguito dagli Stati Uniti (5.939). La verità è che nel nostro paese, da tempo, le priorità dei governanti sono altre… Cosa c’è, di più urgente, infatti, di una evidente forzatura istituzionale necessaria per approvare una legge elettorale che toglie definitivamente, o quasi, la possibilità al cittadino di scegliersi chi dovrà governarlo? Cosa c’è di più urgente della riforma della Buona Scuola dove quello che doveva essere il fiore all’occhiello, la possibilità cioè da parte degli istituti di scegliere i docenti più in linea con la propria offerta formativa (la tanto declamata chiamata diretta), si è dimostrato invece un flop pazzesco? Per non parlare della riforma delle pensioni dove ogni giorno si susseguono e s’inseguono indiscrezioni che se si straformassero in qualcosa di concreto sarebbe da lasciare questo paese di notte…
A proposito di fuga e di pensionati: tanto per tornare al tema di questa pagina, ai numeri già catastrofici si devono aggiungere quelli di chi ha scelto di godersi il meritato riposo lontano dall’Italia. Parliamo della cosiddetta silver economy, come l’hanno chiamata gli addetti ai lavori. Nel 2017, infatti, c’è stato un aumento di trasferimenti all’estero del 13% per cento. Oltre sedici milioni di connazionali hanno scelto di salutare il nostro Stivale… Ma spinti da cosa? Semplice: una maggiore sicurezza, meno tasse e il costo della vita decisamente più basso senza però perderci in qualità. Ad esempio se ci si trasferisce in Portogallo, per dieci anni si riceve la pensione al lordo… E per maturare la prima residenza sono necessari soli sei mesi. I paesi con maggiore attrattiva? Su podio più alto sale la Svizzera, quindi Germania, Portogallo, Spagna, Usa e Canada. Ovviamente in questi anni sono nate diverse agenzie che organizzano con grande cura e competenza il trasferimento all’estero. Consulenza dettagliata e viaggio di prova. Partire un po’ morire…?