LA MEMORIA CHE DIVENTA IMPEGNO

una vacanza alternativa
By Gino Consorti
Pubblicato il 1 Luglio 2017

Sempre più giovani ogni estate scelgono di fare un’esperienza di impegno e formazione sui terreni e i beni confiscati alle mafie e ora gestiti dalle cooperative sociali e dalle associazioni. L’iniziativa E!State Liberi! prevede campi settimanali con varie tipologie, dai minorenni alle famiglie Quando si pensa alle vacanze, al di là del budget a disposizione, solitamente nell’immaginario di una larga fetta di italiani tra i primi posti c’è il riposo, mentale e fisico. Magari da “riscuotere” in riva al mare o in una baita di montagna, in base ai gusti e alle esigenze di ognuno. E pure, fortunatamente, da un po’ di tempo sta prendendo piede, soprattutto tra i giovani, una sorta di vacanza alternativa all’insegna dell’impegno e della formazione. Sì, avete capito bene, impegno fisico e mentale a sostegno di realtà e progetti che contribuiscono alla promozione di una cultura di legalità e giustizia sociale. Stiamo parlando di E!State Liberi!, una lodevole iniziativa di Libera, l’associazione fondata da don Ciotti, dedita sollecitare e coordinare la società civile contro tutte le mafie e favorire lo sviluppo di una comunità alternativa. Una comunità che sappia dare segnali molto forti di riscossa, di riscatto. Una “ribellione civile” che sia sempre più contagiosa e che faccia capire, una volta per tutte, che non si può vivere guardando a se stessi bensì vivendo con gli altri e per gli altri. E cercando la giustizia in tutte le situazioni della vita.

Ma in cosa consiste questa vacanza sicuramente fuori dagli schemi? “Migliaia di giovani – osserva il responsabile del progetto Claudio Siciliano – ogni estate scelgono di fare un’esperienza di impegno e di formazione sui terreni e i beni confiscati alle mafie e ora gestiti dalle cooperative sociali e dalle associazioni. Segno di una volontà diffusa di essere ‘protagonisti’ e di voler tradurre i valori in impegno, con azioni concrete, di responsabilità e di condivisione”. Con quale obiettivo? “Diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. E!State Liberi – continua Siciliano – è l’approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso tramite il confronto con i familiari delle vittime di mafia, le istituzioni e gli operatori delle cooperative sociali e delle associazioni che gestiscono i beni confiscati”.

L’esperienza dei campi ha tre momenti di attività diversificate: le attività agricole o di risistemazione del bene, la formazione e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. Ovviamente i campi hanno diverse tipologie: si va da quelli per minorenni (età minima 14 anni) a quelli per singoli; da quelli per gruppi organizzati (ad esempio parrocchie, scout, scuole, eccetera) a quelli per famiglie. Ci sono poi i campi tematici (ad esempio alla campagne promosse da Libera) e quelli internazionali per rispondere a una crescente richiesta di giovani d’oltre confine. In questo caso, a differenza della durata settimanale degli altri campi, la vacanza-impegno è di 10 giorni.

Per maggiori informazioni si può scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica estateliberi@libera.it oppure telefonare (06/69770335 – 06/69770347). Il responsabile dell’Ufficio stampa è Peppe Ruggiero, disponibile e professionale come tutti i componenti di Libera.

A seguire vi proponiamo alcune testimonianze di giovani che hanno già sperimentato questo tipo di esperienza uscendone arricchiti nello spirito e nella mente.

 CAMPO DI REGGIO CALABRIA

“Al di là del divertimento, delle amicizie e della felicità, credo che l’eredità più importante che questo campo mi ha regalato sia non solo la speranza ma soprattutto la fiducia nel cambiamento. Ho imparato e toccato con mano che le persone che combattono la mafia e la mentalità mafiosa sono molte, molte di più di coloro che appartengono a questa realtà. Ho imparato anche che l’impegno nel combattere le ingiustizie è un dovere personale per il benessere della comunità e che non esiste giustificazione che tenga per rimanere attoniti a guardare alla finestra ‘perchè tanto non cambierà mai’. Una parola che mi porto a casa è sicuramente resilienza, la capacità di rialzarsi dopo essere caduti e combattere perchè nessuno debba cadere più. Ringrazio Libera per avermi insegnato che vale la pena resistere per trasformare il ‘maltolto’ in qualcosa di bello da restituire alla comunità perché il bello è un bene di tutti. Infine ringrazio la città di Reggio per avermi accolto con il suo grande cuore e stupito con la sua voglia di cambiare”.                                Alessandro

CAMPO DI ISOLA CAPO

RIZZUTO (KR)

“Ieri si è conclusa una delle esperienze più importanti della mia vita. Ho partecipato al campo per singoli di isola di Capo Rizzuto, incentrato sull’impegno nei terreni confiscati alla ‘ndrangheta. Mentre mi trovavo a zappare quella terra sono stata pervasa da diverse sensazioni. La prima, e quella più significativa, è stata avvertire viva e forte la presenza della mafia. In quanto abitante del Nord – vivo a Torino – si ha spesso la percezione di una realtà radicata solo al Sud o in ambienti comunque a noi lontani. Invece non è così. Nel mio caso, poi, l’ho avvertita proprio vicina, era nel terreno dove stavo lavorando… È stato come ricevere un enorme schiaffo in faccia a mano aperta. Ho avuta la sensazione di fare qualcosa di utile, di sentirmi importante. Ero lì, in quel terreno che avrebbe creato proventi che a loro volta sarebbero stati investiti in attività illecite e violenza. Ho compreso che quel poco di aiuto che potevo portare aveva un grande valore simbolico: la presa di posizione contro la prepotenza, lo schierarsi dalla parte del bene. Ab-biamo svolto numerose attività interessanti, ma quella che mi ha colpita più da vicino è stata la testimonianza di un familiare di una vittima della mafia. Mi ha toccata la sua personalità, umile e tenera. Nel raccontare la tragedia non ha mai usato parole di odio contro i carnefici di suo fratello. La sua presenza e la sua storia, ancora una volta mi hanno messo dinanzi alla violenta realtà mafiosa. A livello di gruppo, poi, ho condiviso l’esperienza con persone stupende. Si è rispettata la solitudine necessaria per vivere determinati momenti ma allo stesso tempo c’era la disponibilità massima a condividere le varie situazioni confrontandosi in discussioni costruttive. Senza dubbio se si cerca un’esperienza che consenta di fare qualcosa di importante, per sé e soprattutto per .gli altri, E!state Liberi! è quella giusta”.                                  Erica

 CAMPO DI PARTINICO (PA)

“Scrivo queste parole dopo quasi un mese dalla mia esperienza con Libera. Un’esperienza travolgente, arricchente. Un’esperienza che mi resta addosso, come un abito, di quelli che mi fanno sentire più bella e anche un po’ speciale. Ancora adesso, dopo giorni e giorni, sono vestita dei sorrisi che tutte le persone che ho incontrato a Partinico mi hanno regalato. Mi sono sentita accolta, a casa. Sento di dover dire grazie. Grazie ai referenti del campo, che con la loro instancabile, ostinata e folle energia mi ha avvolto in un abbraccio di affetto e allegria; grazie alla loro forza incredibile che in punta di piedi mi ha raggiunto e poi coinvolto, con dolcezza. Grazie a tutti i ragazzi che erano presenti, che non si sono risparmiati, che si sono messi in gioco, che hanno condiviso e mi hanno dato tanto. Anch’io spero di essere stata capace di offrire qualcosa. Sono stati sette giorni intensi, un’iniezione di fiducia e speranza che mi ha regalato nuova curiosità e tanta voglia di fare. Sono stati sette giorni emozionanti, in cui ho pianto, ho riso e sono stata me stessa. Sono stati sette giorni troppo brevi, che mi resteranno sempre incisi nel cuore e nella mente, vissuti all’insegna di una vera passione. Passione per ciò in cui uno crede, passione che diventa dedizione, impegno, memoria. Sono questi i valori che mi sono rimasti dentro e che mi hanno aiutata a crescere, ancora una volta. Mi sento davvero fortunata ad aver avuto la possibilità di vivere questo campo e credo che ognuno di noi dovrebbe avere un’occasione del genere. Perché, alla fine, di cosa si tratta se non di questo? Un’occa-sione da non perdere”.            Sara

CAMPO DELL’ASINARA (SS)

“Ho partecipato al campo di E!State Liberi! che si è tenuto all’Asinara. È stata un’esperienza davvero significativa e che consiglio a tutti. I partecipanti del mio campo avevano età molto diverse tra loro e provenivano da tutte le parti d’Italia. Sin da subito, però, queste differenze si sono annullate: attraverso le attività svolte al bunker e nella struttura che ci ospitava si è costruito un ‘noi’, fatto di condivisione e di impegno comune. Abbiamo riflettuto insieme sulle mafie e sulle sue vittime innocenti; abbiamo parlato del riutilizzo sociale dei beni confiscati e abbiamo visto numerosi film su tali tematiche; fianco a fianco, abbiamo dato ai turisti informazioni su Libera e sul bunker di Cala d’Oliva. Ci siamo divertiti tanto, essendo sempre pronti ad accompagnare le nostre attività con sorrisi e battute. Siamo rimasti incantati dalla bellezza incontaminata dell’isola; una bellezza in grado di rasserenarti e di riconciliarti con te stesso. Se dovessi descrivere con un esempio pratico cosa sia l’antimafia sociale, indicherei senza dubbio quest’esperienza, che non solo fa entrare in contatto diretto con le attività che Libera quotidianamente svolge, ma crea anche legami che vanno al di là del campo. Questo ‘fare insieme’ è l’antidoto migliore alle povertà relazionali e spirituali che spesso ci affliggono. Come ha detto Luigi Ciotti, che ha trascorso con noi due giorni al campo, il cambiamento deve venire dal basso e soprattutto da dentro. Il senso di comunità generato da una simile esperienza va sicuramente in tale direzione. Quando, riportando le tematiche di Libera nella mia città, incontrerò difficoltà e ostacoli derivanti dalla scarsa sensibilità verso simili problematiche, ripenserò all’esperienza del cam-po, alla passione e alla tenacia che ho letto negli occhi di tutti i partecipanti, e saprò che il cambiamento è possibile”.                Giuliano

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