LA LOGICA di GIACOMINO

Si può imparare la sapienza da un bambino? Si può. Non l’avevo mai immaginato fino a qualche giorno fa quando per distrarmi sono andato con alcuni amici ad assistere a una partita di calcio. Eravamo nella bolgia delle tribune dello stadio dove se ne sentono di tutti i colori, troppo spesso anche nei riguardi di Dio e dei santi. Dietro a noi un cafone che a ogni piè sospinto bestemmiava tutto il bestemmiabile e anche qualcosa di non bestemmiabile concludendo poi con una invocazione alla Madonna che ha fatto inorridire perfino un bambino seduto poco distante che sbotta: “Sì bella roba, prima bestemmi e poi dici Madonna mia, cosa pretendi?”. Stava per dirgli sciacquati la bocca.

Confesso. Ho imparato più logica dal piccolo Giacomino che non in tutti gli anni di liceo curvo sugli astrusi testi di filosofia con i sillogismi di Aristotele, la metafisica di Platone e i noumeni di Kant.

L’episodio mi riposta alla memoria una bambina del catechismo che alla mia scema domanda “Cosa vuoi fare da grande?” mi zittì con una secca contro domanda: “E tu cosa vuoi fare da piccolo?”. Non vi dico come restai.

Penso invece ancora con tenerezza e sgomento a quella povera ragazzina quattordicenne accoltellata nel sonno dal padre. Svegliatasi dopo giorni dal coma, ha implorato: “Ho paura, non voglio più dormire”. E qui non mi sembra fuori luogo ricordare quel tale che ammoniva severamente: “Se non vi convertirete e non saprete farvi come bambini nella novità del cuore e della vita, non entrerete nel regno dei cieli”.

Non sono figlio di giornalista né di canute teste d’uovo uscite dalla Harvard University. Sono nato a mezza montagna da umili braccianti che tuttavia nella loro genuinità mi hanno insegnato tutto lo scibile sull’onestà, sul rispetto delle regole e sulla solidarietà verso il prossimo di qualunque colore ed estrazione sociale. Del resto anche Sophia Loren può vantarsi: “Non sono andata all’università, non mi hanno dato neppure un diploma magistrale, ma me la sono cavata. A 80 anni ho la stessa frenesia di vivere e mi sento in forma”. Urca, se la diva d’Italia se l’è cavata.

Anche Katie Holmes, 35 anni, dopo il travagliato divorzio da Tom Cruise torna sugli schermi e dice: “Mi sento bene quando lavoro a un progetto interessante. Poi quando mi accorgo di essere un po’ in crisi, faccio una lista delle cose belle della mia vita e così mi calmo. Pratico yoga e forse un giorno riuscirò pure a meditare. Voglio diventare regista della mia vita”. Bontà sua, sarebbe ormai pure ora se, come dice il sommo poeta, è arrivata nel mezzo del cammino della vita. Mi intriga pure la lista delle cose belle, anche se io quando sono in crisi per non sclerare preferisco rivolgere lo sguardo verso l’alto.

Si