la fede di san Gabriele

Romantico. Da sempre sinonimo di sentimentale, appassionato, attraversa le epoche e le culture coinvolgendo idee, anche molto diverse, comunque rendendole con spiccato senso emotivo. È il 1800 il secolo che ne ha visto la maggiore diffusione in Europa. Era il tempo di san Gabriele. Oggi siamo immersi in una sensibilità che possiamo dire neoromantica? Senza per forza riferirsi a schemi antichi, la nostra è certamente la stagione delle emozioni. Parole come abbraccione, bacione, le faccine emoticon su internet o sul cellulare, così come gesti e atteggiamenti, testimoniano la preponderanza sentimentale del decennio.

Esploriamo gli affetti, li condividiamo, li riconosciamo: sono universali; appartengono all’umanità in quanto tale. I tempi cambiano. Prevalgono ora accentuazioni razionaliste e cerebrali, con temi politici, sociali, filosofici; ora sensibilità romantiche, emotive, sentimentali. L’universo giovanile se ne appropria e ne è posseduto allo stesso tempo. I film della saga Twilight ne sono una chiara rappresentazione. Sembra di vedere in essi emo contro truzzi, sentimentali contro duri (vampiri contro licantropi); vince l’amore per il gotico vampiro, pallido, perso, malvivente per necessità; vince rispetto all’amore del lupo, forte, sicuro, calcolato.

La fede di san Gabriele è allo stesso modo una fede romantica. Vissuta con amore fragile e appassionato per la sua dama: la vergine Maria. Col suo fare, devoto e puro, Gabriele esprime il cavalleresco suo appartenere a lei. Una fede così forte da scrivervi un Credo, un credo mariano. Eccone dei poetici brani: “Credo che voi, o madre, talmente amaste il prossimo che non vi è stato né vi sarà chi più di voi lo abbia amato, credo essere stato il fuoco di cui ardevate verso Dio”.

Nel mondo a prevalenza affettivo dei nostri giorni, la fede di Gabriele è ancora la proposta della follia dell’amore, della fedeltà, della donazione che vince l’egoismo. L’amore non misura: ama! Il sentimento non calcola: vive! “La fede – dice Gabriele – ci insegna che dobbiamo rimetterci alla volontà del Signore il quale permette tutto a nostro bene”.

L’amore, l’equilibrio affettivo, lo “star bene comunque”, sono il problema e la risorsa di oggi. Occorre scoprirvi la via per la bellezza di un incontro che innamora, che cambia, di un incontro con Maria e con Gesù. Un incontro capace di dare una storia alle emozioni. Perché star bene? E perché star male o soffrire? Dove il benessere emotivo prevale su qualsiasi valore, si assiste ad una svalutazione della vita.

Ora, invece, lo spazio del sacro offre una nuova pagina romantica. Non una strategia emotiva della felicità, ma la follia della fede, la bellezza di un amore che non passa.