LA DONNA CHE HA FERMATO IL TEMPO

a Verbania per scoprire il segreto della longevità
By Gino Consorti
Pubblicato il 2 Settembre 2015

EMMA MORANO, 116 ANNI IL PROSSIMO 29 NOVEMBRE, È LA SECONDA PERSONA PIÙ ANZIANA DEL PIANETA DIETRO LA STATUNITENSE SUSANNAH MUSHATT JONES NATA 145 GIORNI PRIMA. TUTTI I GIORNI MANGIA DUE UOVA CRUDE E 150 GRAMMI DI CARNE MACINATA ANCH’ESSA SENZA COTTURA… “MI SONO COMPERATA LA TOMBA PERÒ LA SFRUTTANO I MIEI NIPOTI…”. NELLA SPLENDIDA LOCALITÀ PIEMONTESE CI SONO ANCHE DUEMILA PERSONE OVER 80 E DICIANNOVE CENTENARI…   Che bella la vita. Nonostante i suoi alti e bassi, nonostante i suoi chiaroscuri, nonostante le cicatrici indelebili di dolori e tormenti che si rincorrono nell’esistenza dell’uomo. Proprio quelle che porta nel cuore Emma Morano, classe 1899, un’adorabile nonnina nativa di Civiasco (Vercelli) che il prossimo 29 novembre soffierà sulla 116esima candelina. È la seconda persona più anziana del pianeta, dietro la statunitense Susannah Mushatt Jones nata 145 giorni prima. La supercentenaria, trasferitasi inizialmente a Villadossola per motivi di lavoro, oggi vive a Pallanza, una meravigliosa frazione del comune di Verbania adagiata sulle sponde del Lago Maggiore, in Piemonte. Rose Marie Santoni, 71 anni, moglie di un suo nipote e donna dal cuore grande, va ogni giorno a trovarla accudendola amorevolmente. Nel resto della giornata, però, notte compresa, la signora Emma vive da sola, seduta per la gran parte sulla sua poltrona che si affaccia sui tetti del centro storico. Due piccole e umili stanze dove, insieme ai suoi tanti ricordi, vive dignitosamente lo scorrere dei suoi giorni. Quella vita che quotidianamente affanna ognuno di noi con mille pensieri e preoccupazioni. Lei, invece, non si fa neanche sfiorare da simili problemi. E dire che la vita, come ci racconterà più avanti, le ha mostrato più volte la faccia più dura. Il suo carattere forte e una fede granitica, però, l’hanno presa per mano sin da bambina facendole superare ogni sorta di avversità. Sguardo sempre avanti e tanta positività. Un esempio? Quando al compimento del centesimo anno si recò all’ufficio anagrafe di Verbania, chiese informazioni sulla durata della nuova carta di identità. Subito dopo averle avute salutò l’impiegato dicendogli: “Allora ci vediamo tra dieci anni…”.

Che persona incredibile, il suo è un vero e proprio inno alla vita. Chiunque entra in contatto con lei e con il suo mondo ne esce umanamente arricchito. Ne sanno qualcosa sua nipote Rose Marie, i parroci don Giuseppe Masseroni e don Roberto Salsa che la seguono spiritualmente da tanti anni, il suo fidato e prezioso medico curante Carlo Bava, i sindaci di Verbania che si sono in questi anni succeduti sino a quello attuale, Silvia Marchionini, che ringrazio per la disponibilità dimostratami in questo mio “lungo” viaggio… Le loro testimonianze ci aiuteranno a capire la grandezza di una donna veramente speciale.

Come giusto che sia, dunque, iniziamo il racconto con la nostra simpatica e lucidissima protagonista che mi aspetta nel suo “rifugio”, a due passi dal Municipio e dalla chiesa parrocchiale. Con grande cortesia mi accompagna il primo cittadino di Verbania a cui, giustamente, spettano gli onori di casa. Emma è in poltrona, ha appena finito di fare colazione. Ha lo sguardo sereno, gli anni le hanno rubato solo un po’ di udito, di conseguenza occorre alzare il tono della voce. Il resto è tutto ok. Ormai è una celebrità, tutto il mondo parla di lei, figurati se si spaventa di un taccuino o di qualche flash…

Ciao Emma come va?

Bene, anche se sono nata nel 1899…

Non si direbbe affatto, ti trovo in splendida forma…

Il merito è del mio amico medico, è bravissimo. Lui tempo fa mi ha salvata la vita e successivamente mi ha permesso di arrivare sino a questa bella età… È sempre allegro, quando viene a visitarmi sento sempre il suo fischio e il suo canto fuori dalla porta…

Anche a te da giovane piaceva tanto cantare…

Veramente anche adesso…

E quale canzone ti piace in particolare?

Parlami d’amore, Mariù!
Tutta la mia vita sei tu!
Gli occhi tuoi belli brillano
Come due stelle scintillano…

Complimenti, sei proprio brava. Ma è vero che saresti potuta diventare una cantante professionista grazie alla tua bellissima voce?

Sì, volevano che andassi a Milano a cantare in una rivista le canzoni scritte da un signore… Io però dissi di no.

Perché?

Era un ambiente che non mi piaceva, avevo paura di essere violentata…

Addirittura?

Sì…

Come mai avevi questo brutto pensiero?

(Emma cambia espressione ma non mi risponde…)

Ti piaceva anche ballare?

Tantissimo. Però i miei genitori non volevano. Così io e mia sorella la sera, quando tutti dormivano, uscivamo di nascosto e andavamo a ballare…

Loro non se sono mai accorti?

Purtroppo sì… Mamma spesso ci controllava da una piccola finestra della nostra camera e quando non ci trovava a dormire insieme a mio padre veniva a cercarci con una bacchetta in mano…

E la usavano?

Sì, sulle nostre gambe… Ricordo ancora il dolore…

Del tuo matrimonio, invece, che ricordi hai?

Non belli…

Come mai?

Intanto il nostro unico figlio è morto all’età di 8 mesi… Un dolore enorme. I primi anni di matrimonio li ho trascorsi felici, poi però mio marito ha iniziato a picchiarmi…

Per quale motivo?

Una mattina mi ha detto che lui sarebbe andato a trovare la moglie di un nostro vicino di casa mentre suo marito sarebbe venuto da me…

Scusami Emma, ma non ho capito bene… Stai forse parlando di uno scambio di coppia?

Sì, lui avrebbe fatto l’amore con la moglie del vicino e il marito di quella donna con me…

Allucinante… Come hai reagito?

Quando l’uomo si presentò a casa mia l’ho accolsi con un coltello in mano… “Se provi a toccarmi, gli gridai, ti buco la pancia…”.

E lui?

Tornò a casa sua e a mio marito, che gli chiedeva come fosse andata, disse che ero fredda come il ghiaccio e che mi avrebbe dovuto scaldare con qualche schiaffo… Da quel giorno iniziò a picchiarmi…

Ma tu non potevi parlarne con qualcuno?

Raccontai tutto alla mia famiglia. Così un giorno, dopo l’ennesima lite, mentre lui era al lavoro chiamai i miei fratelli che arrivarono con un carro. Caricai la mia roba e andai via di casa.

Per sempre?

Sì, per sempre.

Quanti anni avevi?

Trentanove anni…

Quindi parliamo del 1938, “divorziare” sotto il fascismo significava andare incontro a dei guai. Hai avuto un bel coraggio…

Fortunatamente un anziano vicino di casa, che dalla sua finestra assisteva a tutte le violenze di mio marito, testimoniò a mio favore…

Vedo però che porti ancora la fede al dito…

Certamente, mica vado alla ricerca di un uomo…

Mi hanno detto che eri una bellissima ragazza e che avevi una lunga fila di spasimanti…

È vero, mi venivano dietro in tanti ma io non ho mai voluto più nessun uomo accanto…

Come ti mantenevi? Avevi un’occupazione?

Ho lavorato sin dall’età di 13 anni come filatrice in una fabbrica di sacchi di juta e dopo la pensione ho aiutato le suore nel cucito e in cucina fino a 75 anni, nel Collegio di Santa Maria.

Senti Emma, ma non hai paura a dormire da sola?

No, mi chiudo dentro e poi ho sempre con me l’aggeggio per chiedere aiuto. Basta che premo il pulsante…

Lo sai che tanti vogliono conoscere il tuo segreto per vivere così a lungo…?

In casa c’è sempre tanta gente… Però dovete chiedere al mio dottore che è molto bravo. Quando ero una ragazza un medico disse a mio padre di portarmi via, di farmi cambiare aria perché ero di salute cagionevole e che probabilmente non sarei vissuta a lungo… Così mi sono trasferita a Verbania.

Ha mai bevuto alcolici?

In passato qualcosina, ora non più perché mi fanno piangere gli occhi…

Come trascorri le giornate?

Mi sveglio presto e dopo la colazione mi siedo sulla poltrona accanto alla finestra. Ci trascorro quasi tutta la giornata. Prego spesso, soprattutto per i miei morti…

A proposito, la morte ti fa paura?

Per niente. Sono del 1899… Io sono qui, quando vuole può prendermi…

Dovrà ancora aspettare a lungo… Una che ha conosciuto tre secoli passando da Re Umberto I a Mussolini fino ai politici attuali, cosa può temere? Inoltre il prossimo 29 novembre compirai 116 anni e il sindaco mi ha detto che ci sarà una grande festa…

Io non voglio niente…

Perché?

Dovrei spendere molti soldi, anche perché in tanti si presentano a mani vuote… E poi mi stanco molto…

Facile invocare il dna, madre natura, l’ereditarietà, eccetera, eccetera… Tutti argomenti pertinenti, per carità, quando si parla della straordinaria longevità di Emma Morano. Tra gli ingredienti vincenti, però, non possiamo dimenticare il dottor Carlo Bava, medico curante della nonnina d’Europa.

Espressione simpatica, modi affabili, sguardo furbo, buon senso da vendere e tanta sapienza nella testa brizzolata. È lui che possiede le chiavi della salute di Emma. È lui che al primo colpo di tosse corre con lo stetoscopio in mano e il cuore in gola… È lui che dinanzi all’irremovibile rifiuto di Emma a ricoverarsi più d’una volta si è “sostituito all’ospedale” compiendo interventi di una certa portata. È sempre lui, infine, che con la sua positività e l’aria sbarazzina infonde serenità ogni qual volta fa visita alla sua paziente più famosa…

E anche oggi il dottore, zaino sulle spalle, si è portato dietro lo stetoscopio e il misuratore di pressione. Massima 125, minima 65, cuore perfetto. “Emma sei come un orologio svizzero – commenta scherzosamente mentre toglie lo stetoscopio appoggiato sul petto della nonnina – il tuo cuore è una macchina perfetta…”. Lei sorride con gli occhi e subito parte la riconoscenza… “Lui è un bravo medico, gli devo tutto…”.

Dottore da quanto tempo ha in cura la signora Emma?

Da 26 anni, circa dopo sette anni il mio arrivo a Verbania come medico condotto. Prima di lei ho avuto in cura una sua sorella che è mancata all’età di 97 anni a causa di un incidente chirurgico… Successivamente ho incontrato Emma.

In questi anni qual è stata la patologia più seria che ha dovuto fronteggiare?

Un’occasionale anemizzazione. È stata male di colpo e attraverso le analisi abbiamo scoperto una grave anemia, una situazione da ricovero immediato. Emma, però, non ha voluto sentire ragione…

Quindi?

Aveva 5,5 di emoglobina, c’era poco tempo da perdere. Dopo l’ennesimo rifiuto a ricoverarsi mi giocai il classico asso nella manica dei medici…

Cioè?

Le dissi che senza il ricovero in ospedale sarebbe morta…

Cosa le rispose Emma?

Vuol dire che la mia ora è arrivata… Se vuole mi curi a casa!

Alla faccia dell’asso nella manica…

Assolutamente sorprendente… A quel punto, dunque, non mi restò che seguire la sua volontà. Visto che da giovane amava il ballo e il canto in tono scherzoso le dissi che avrei cercato il sangue di un ballerino in modo da ridonarle tanta energia… Vista l’evoluzione della sua vita probabilmente quella mia battuta aveva qualche fondamento di verità… Fatto sta, comunque, che Emma si riprese subito.

Dunque fece le trasfusioni a casa sua…

Sì, ne furono necessarie tre. Era inverno e dopo aver terminato il mio lavoro in ambulatorio mi recavo a casa sua. Ogni trasfusione aveva bisogno di quasi tre ore. Ci sistemavamo sul divano e alla fine di ognuna mi assopivo per la stanchezza. Immancabilmente, però, arrivava lo strattone di Emma che mi svegliava dicendomi: “Dottore è finita…”.

Ma cosa aveva causato un’anemia così importante?

Probabilmente un eccesso di purganti… Quello della purga, infatti, è il suo problema più grande. Evidentemente aveva esagerato nell’assunzione e quindi aveva avuto un’irritazione intestinale con conseguente emorragia. Un qualcosa di assolutamente occasionale visto che tutto è andato a posto rapidamente. Ovviamente a quel punto abbiamo cercato di ridurre al minimo l’impatto delle purghe.

Nessun altro spavento?

A dir la verità alcuni anni fa c’è stato anche un altro problema serio. Cadendo in casa si era procurata una vasta e profonda ferita alla tempia, uno squarcio che partiva dall’orecchio e arrivava all’occhio. Anche in questo caso sarebbe stato opportuno il ricovero in ospedale, ma in presenza dell’ennesimo ed energico rifiuto dovetti provvedere sul posto… Ricordo che il nipote le teneva la testa mentre io cucivo la ferita… Anche allora la ripresa fu miracolosa, in soli quattro giorni la ferita si chiuse completamente e oggi addirittura non si vede neanche la cicatrice.

Qual è l’ultima medicina prescritta?

La scorsa primavera ha preso un protettore gastrico a causa di un leggero mal di pancia. Anche perché lei segue scrupolosamente una dieta particolare…

Perché particolare?

Anche in questo caso Emma è assolutamente fenomenale. La letteratura medica ci insegna che il segreto di lunga vita sta nella dieta varia… Bene, quella di Emma è assolutamente rigida e ripetitiva. Quando l’ho conosciuta mangiava tre uova al giorno, quindi facendo un calcolo approssimativo da quando è andata in pensione, a circa sessant’anni, sino ad oggi avrà consumato circa 60 mila uova… Attualmente ne prende solo due perché dopo la grave anemia le ho inserito nel menu 150 grammi di carne macinata tutti i giorni.

Ma le uova come le cuoce?

Nessuna cottura, beve direttamente il rosso, senza latte e senza zucchero.

E la carne?

Sempre cruda, senza aggiunta di sale, olio o altri condimenti.

Può svelarci il suo menu giornaliero?

Certamente. Intorno alle 8 del mattino si beve il rosso dell’uovo e successivamente un po’ di latte con due biscotti. Alle 11,15 un piatto di pastina in brodo semplice e subito dopo 150 grammi di carne macinata cruda. Quindi termina il pranzo con un pezzo di banana oppure un po’ d’uva quando è periodo. Alle 15 si beve il secondo rosso d’uovo e a volte un vasetto di frutta omogeneizzata. Infine alla 18 cena con un piatto di pastina come al mattino. Se poi nel corso della serata dovesse avere ancora fame si bagna qualche fetta biscottata nell’acqua…

Ma voi medici non fate altro che raccomandare di cuocere bene le uova e la carne in modo da evitare eventuali infezioni alimentari come la salmonella…

Per questo le dicevo che davanti a Emma anche la letteratura medica arrossisce… Sicuramente, vista la longevità della sua famiglia, il fattore genetico gioca un ruolo importante, ma Emma ha un bel carattere deciso ed è assolutamente piacevole stare con lei.

Quante volte la sottopone ad analisi del sangue?

Io una volta l’anno. C’è anche una équipe del Policlinico di Milano che studia gli ultra centenari che ripete le analisi e i risultati sono praticamente identici. Il prelievo del sangue, però, vuole che a farlo sia solo io, anche quando vengono gli specialisti di Milano… Ovvia-mente, tornando alle analisi, la funzionalità renale è quella di una persona di 115 anni con alcuni organi usurati, però ogni parametro è nella norma.

Oggi quale potrebbe essere il pericolo più grande per la sua salute?

Pericoli reali non ce ne sono, nel senso che è come trovarsi dinanzi alla torre di Pisa…

Cioè?

Da un momento all’altro potrebbe accadere qualcosa, anche se la situazione del momento non lascia intravedere pericoli imminenti. Ad esempio anche una brutta influenza potrebbe creare complicazioni, anche perché in casa c’è sempre tanta gente…

Ma Emma non si vaccina?

Vaccinarsi? Sta scherzando…, mai fatto un vaccino e mai presi farmaci se non in qualche raro caso. Magari nel periodo in cui la vediamo un po’ giù integriamo la dieta con qualche sale minerale o vitamina, ma niente di sconvolgente.

Credo sia consapevole di avere una bella responsabilità come medico curante della nonnina più anziana d’Europa e la seconda del pianeta…

Senza dubbio a questo punto un po’ di pressione si avverte, anche se vorrei averne di pazienti come Emma. Potrei tranquillamente leggere il giornale ogni mattina… Lei, infatti, ha intorno una rete fantastica a iniziare dall’amorevole nipote Rose Marie la quale mi tiene costantemente informato su ogni minimo cambiamento.

Come nel caso di quella strana piaga da decubito…

Incredibile… L’anno scorso mi chiamò allarmata dicendomi che aveva notato una strana piaga da decubito all’altezza dell’anca. Confesso che la cosa mi preoccupò in quanto negli anziani le piaghe da decubito spesso sono il segno di un sistema che sta lentamente smettendo di rispondere… Arrivai a casa credendo di trovare il segno all’altezza dei posti di appoggio, cioè la poltrona o il letto. Quella piaga, però, non era compatibile con nessuno dei due. Io e la nipote, allora, iniziammo a interrogarci su cosa avesse potuto procurare quella piaga. Dopo un po’ ecco la spiegazione: la vestaglia da notte aveva un pertugio dove Emma nascondeva le chiavi dei suoi tesori e la notte ci dormiva sopra per evitare che qualcuno potesse rubarglieli… Un antifurto naturale che le aveva però creato un’abrasione. Una banale terapia topica e in poco tempo la piaga guarì.

Ormai con lei ha instaurato un bellissimo rapporto…

Proprio così. È bello fare le cose per Emma perché è veramente una persona unica. È sempre riconoscente e ogni volta mi accoglie con il sorriso.

Sostenuta da Pd, Sinistra unita e due liste civiche è stata eletta a giugno di un anno fa grazie a una vittoria schiacciante (77,89%) nel ballottaggio con la sfidante sostenuta da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Silvia Marchionini, primo sindaco donna nella storia di Verbania, con grande gentilezza e disponibilità ha agevolato il mio viaggio di lavoro in terra piemontese. Da poco più di un anno guida questo meraviglioso territorio abitato da circa 30 mila anime e bagnato dalle acque del Lago Maggiore. Qui, le prime cose che saltano agli occhi sono la pulizia degli spazi, la tranquillità del traffico, il verde e i fiori che spuntano da ogni dove, la maestosità del lago, la discrezione dei suoi abitanti. E poi l’età della popolazione. In giro si vedono pochi giovani. L’anagrafe di Verbania, infatti, parla di circa 2000 over 80, 19 centenari e gli over 65 sono superiori agli under 14…. Se i dati, dunque, da un lato tratteggiano una cartolina in bianco e nero, una di quelle vintage da conservare nel cassetto dei ricordi, dall’altro, però, evidenziano una qualità di vita autentica e di gran lunga sopra la media. Qui, in ogni periodo dell’anno, arrivano turisti con vari passaporti: tedeschi, inglesi, francesi. E non si limitano a qualche weekend o a soggiorni più lunghi, ma investono acquistando immobili, attività e addirittura finanziano opere d’interesse culturale. È vero, con i trasporti Verbania è messa maluccio – in treno da Torino, ad esempio occorrono ben cinque cambi… – ma la vicinanza con la Svizzera – Locarno dista appena 30 chilometri – offre sicuramente una mano al problema occupazionale. Sono ben seimila, infatti, i cittadini del comune di Verbania che lavorano quotidianamente al di là del confine. Sicuramente il nuovo sindaco avrà molto da lavorare, ma le prospettive sono appetitose. Il Lago Maggiore è una garanzia e il Monte Rosa è a portata di mano… E poi a Pallanza vive Emma Morano. Quale spot migliore per pubblicizzare questi splendidi luoghi?

Incontro il sindaco nel suo ufficio e dopo la nostra chiacchierata mi accompagnerà dall’illustre personaggio.

Sindaco, come vive Verbania l’incredibile primato di Emma Morano?

Con grande attenzione, partecipazione e vicinanza. Infatti dopo il 115º compleanno festeggiato con una bellissima cerimonia, nel corso dell’anno Emma ha scalato altre posizioni arrivando a essere la seconda al mondo. A  questo punto, dunque, tutta la cittadinanza tifa per la signora Emma, anche perché ogni volta che la vedo si presenta in ottime condizioni…

Il lungo periodo vissuto in questi luoghi non può che far pubblicità alla qualità della vita offerta da questo splendido territorio…

I dati anagrafici della popolazione e naturalmente quelli di Emma sono esplicativi. Sicuramente alla base ci sono fattori genetici ma indubbiamente il clima e le particolari condizioni ambientali favorevoli contribuiscono notevolmente. Non a caso Emma da giovane fu consigliata dai medici a trasferirsi sul lago in modo da migliorare la sua cagionevole salute. Qui si vive bene, è una città a misura di famiglia; si può passeggiare e andare in bicicletta in piena tranquillità. Non abbiamo, infatti, particolari problemi di traffico, è una cittadina che si presenta in maniera positiva.

Viste le cifre, sicuramente avrete messo in piedi una rete capillare di servizi…

Esattamente, abbiamo anche diversi luoghi di aggregazione e l’università della terza età. Inoltre garantiamo interventi di sostegno a chi si trova in difficoltà. Una fitta e incisiva rete di solidarietà che parte anche dalle parrocchie.

Lei tra le deleghe amministrative possiede anche quella al patrimonio. Sicuramente Emma Morano rientra tra i beni da conservare attentamente…

In un certo senso è così… Ma lei non è solo un nostro patrimonio, tant’è che in tanti studiano il caso…

A tal proposito immagino che l’attenzione dei media internazionali stia crescendo sensibilmente…

Assolutamente sì, d’altra parte tutta la sua storia è straordinaria.

Emma ha scelto di vivere da sola, immagino però che come Comune le abbiate offerto un’assistenza particolare…

La nipote Rose Marie la segue molto, quindi direi che si tratta di una sorta di autonomia controllata. E comunque non dimentichiamoci che bisogna sempre fare i conti con i pensieri e le volontà di questa donna dal carattere forte, fuori dal comune. In pratica è lei che indirizza le scelte, di conseguenza gli altri non possono che adeguarsi.

Scongiuri a parte, state organizzando qualcosa di speciale per la 116esima candelina?

Come dicevo siamo attenti a quelle che sono le esigenze di Emma e della sua famiglia. L’anno scorso abbiamo fatto una bellissima festa e c’erano anche i cittadini di Civiasco, in provincia di Vercelli, dove Emma è nata. Portarono l’atto di nascita e in pratica ci siamo gemellati.

Cosa la sorprende di più di Emma?

Lei parla poco ma percepisce tutto e quando si trova davanti alle telecamere dei giornalisti si mette in posa… Ha capito di essere diventata un personaggio. È molto tranquilla e serena, ma nello stesso tempo molto presente. La scelta di lasciare il marito è stata assolutamente coraggiosa, considerando soprattutto il periodo… Lei ripete che ha vissuto così a lungo proprio perché è stata per tanto tempo lontana dagli uomini…

A san Gabriele sono molto affezionato in quanto in seminario il suo nome era tra i più gettonati… A lui facevano continuo riferimento i nostri formatori portando a modello la sua breve ma esemplare esistenza. Un incredibile modello di santità che ci ha accompagnati durante tutta la nostra formazione»

Don Giuseppe Masseroni, un arzillo e illuminante sacerdote di novant’anni che ha speso e spende la vita per le persone in difficoltà, prima di parlare della sua amica e parrocchiana Emma, ha voluto testimoniarmi il profondo legame con san Gabriele. Una piacevole sorpresa a dimostrazione di quanto il giovane santo passionista sia nel cuore della gente.

Don Giuseppe a proposito di fede, quanto crede sia stata importante nell’esistenza della signora Emma?

La fede è una sua caratteristica che non ha mai messo in discussione. Ha conosciuto un mondo infarcito di cambiamenti di linguaggio, culturali, di modelli di vita, di comunicazione ma tutto ciò non ha mai scalfito la sua fede profonda. Per lei è rimasta un fondamento di vita insieme al ricordo dei suoi morti.

Ha delle devozioni particolari?

Le sue preghiere quotidiane, rigorosamente in dialetto, riguardano san Giulio e san Giuliano, oltre naturalmente nostro Signore, la Madonna e il Sacro Cuore. Sul perché sia legato ai due santi non so dirle nulla.

Da quanto tempo la segue?

Da circa quarant’anni, ho conosciuto anche tre sue sorelle, di cui una è morta a 101 anno… La vera forza è nel carattere formatosi nella semplicità della cultura. Emma ha sempre avuto la sicurezza della sua impostazione, ha lavorato finché ha potuto guadagnando poco e faticando tanto. Com’era d’altra parte nella sua epoca.

Una caratteristica che la contraddistingue?

Nei rapporti solitamente costringe gli altri a entrare nel suo schema… Chi ha avuto a che fare con lei o entrava nel suo bagaglio e quindi accettava giudizi e valutazioni oppure veniva in qualche modo messo da parte.

C’è un episodio che più di altri rappresenta il suo carattere?

Sopra di lei abitava un signore con il quale molti anni prima aveva litigato in quanto, a suo dire, era stata accusata ingiustamente in una futile discussione. Nonostante quell’uomo sia morto da diversi anni Emma seguitava a raccontarmi che di notte il tizio continuava a insultarla…  Un giorno, allora, le feci notare, che l’uomo era morto già da quattro anni e che ero stato io a fare il funerale…

Cosa le rispose Emma?

“Caro don Giuseppe, non vuol dir niente che è morto…”. A questo punto si potrebbe pensare che non ci sia più con la testa, ma non è affatto così. Fa parte del suo carattere forte e quindi anche questa battaglia che tiene ancora in piedi è segno della sua vitalità. Tant’è che su tutto il resto Emma funziona regolarmente…

Quante volte le somministra la comunione?

Una volta al mese.

Le chiede anche di confessarsi?

No, anche perché per abitudine non siamo tanto propagandisti della confessione, siamo più attenti alla formazione della coscienza. Quindi quando facciamo la comunione chiediamo sempre perdono insieme. Emma comunque non sente quel bisogno.

La messa la segue in televisione?

Sì, prima con più frequenza, negli ultimi tempi però molto meno… Adesso inevitabilmente i suoi interessi si sono ridotti e semplificati.

Nei vostri incontri di cosa parlate?

Lei mi chiede sempre di don Roberto e don Riccardo, gli altri sacerdoti della parrocchia, ma soprattutto non si lamenta mai. Alla mia domanda “come stai” invariabilmente risponde  “bene”. A differenza di tanti che si lagnano ad esempio del caldo, dei vari acciacchi e così via, lei con aria serena dice sempre che va tutto bene…

D’altra parte una che a quella età dorme da sola di notte non può che star bene…

Infatti. Comunque sua nipote Rose Marie l’accudisce al meglio, è una donna con un buon senso incredibile. E poi Emma custodisce in tasca un cicalino che in caso d’emergenza “allerta” la vicina di casa che abita sopra di lei. A differenza di tante persone anziane a cui consigliamo questo sistema, lei lo sa usare perfettamente. Ad esempio più di una volta è caduta in casa ma immediatamente ha dato l’allarme.

Affrontate mai il tema della morte?

Per lei di certo non è un’ossessione… Quando sarà ora, mi dice, andremo… Le sue visuali sono dentro i suoi ricordi, le sue devozioni.

Come se la cava con la gestione dei soldi?

Ha sempre la situazione sotto controllo, gestisce il denaro con grande attenzione temendo che qualcuno possa approfittarne… Ovviamente non c’è alcuna cattiveria, ma solo preoccupazione visti i tanti furti che quotidianamente avvengono in Italia.

Oltre i furti cos’altro la preoccupa?

Ha una fissazione per il “sale amaro”, il comune solfato di sodio usato come lassativo. Dice che le libera l’intestino di conseguenza in casa ne va sempre alla ricerca… Tant’è che glielo hanno dovuto nascondere…

La vita di Emma, don Giuseppe, è un incredibile spot della bellezza e del valore della vita…

Certamente, però, parliamo della bellezza di una vita semplice. È questo, infatti, l’aspetto che a noi sfugge. A Emma tanti pensieri e tante preoccupazioni neanche la sfiorano… La sua mentalità sempre positiva e priva di fronzoli rientra tra gli ingredienti di questa straordinaria longevità.

Anche don Roberto Salsa ha un pensiero per Emma. “Ho conosciuto Emma circa dieci anni fa. Della sua vita non conosco molto, so però che ha vissuto alcune vicende famigliari molto dolorose. Ha perso un bambino e si è separata da un marito violento e dedito all’alcol. Adesso Verbania è diventato il suo mondo. Un aneddoto fra i tanti? Un giorno, quasi lamentandosi mi disse: “Mi sono comperata la tomba, però la sfruttano i miei nipoti…”.

 

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