LA DOCCIA SOTTO la PIOGGIA
Una vita passata a contatto con i giovani, in qualità di educatore e docente nonché all’occorrenza anche di velenoso attaccante goleador. E quando i ragazzi mi chiedevano come facevo a segnare tanti gol, svelavo loro un mio personalissimo segreto: “Elementare Watson! Voi vedete che gli attaccanti, anche i più bravi, mirano sempre in porta ma il più delle volte la palla va fuori. Io invece miro fuori e così riesco quasi sempre a centrare la porta e battere il portiere”. Qualche volta mi spingevo addirittura oltre raccomandando di non svelare a nessuno il mio segreto per non aumentare i concorrenti.
Ancora oggi, che sono serenamente incamminato sul viale del tramonto, guardo i giovani con invariata simpatia. Leggo però con apprensione che ora siamo di fronte alla cosiddetta generazione Neet (Not in Education, Employment or Training). Una galassia variegata: due milioni e mezzo di giovani tra i 15 e i 29 anni che non fanno niente, come risulta da un’attenta ricerca di WeWorld. Non studiano più, non cercano lavoro, non imparano un mestiere. Un piccolo esercito di disillusi che rischiano di mandare in fumo il proprio futuro. E anche una fetta del Pil.
Non compongono una striscia trascurabile di gioventù italiana, al contrario sono addirittura il 26 per cento dei 15-29enni. In Europa solo la Grecia fa peggio di noi. Non ci posso credere. Urca. Diamoci una mossa. Quando la mia santa mamma mi vedeva troppo sedentario o capriccioso (spesso) o svogliato (anche più spesso), senza ricorrere a sculacciate mi apostrofava di brutto: “Ricordati, Pierino, che in casa nostra non cresce l’erba voglio”. E dovevo drizzare subito le orecchie e rimettermi in marcia.
Adesso si parla anche di una generazione wi-fi, giovani interconnessi che vivono nel mondo globale e virtuale, non si perdono mai di vista, mettono in comune musica, idee, emozioni. Tutto bello. Ma non si accorgono che nel mondo reale esistono villaggi senza acqua corrente, in cui se scoppia un temporale tutti escono di casa insaponati per fare la doccia sotto la pioggia. Non se ne accorgono perché sono con gli One Direction o presi da What do you mean di Justin Bieber. O smanettando tra WhatsApp e Pinterest. Ma “i computer non sono al primo posto nei bisogni umani, né tantomeno lo è internet”. Parola di Bill Gates, il fondatore di Micrrosoft.
Ma adesso finalmente È arrivata la felicità, fiction di Raiuno con Claudia Pandolfi. Uno spaccato sul mondo d’oggi, la complessità dell’essere umano e dei suoi sentimenti giocati sul filo della commedia romantica. Ti porta a guardare avanti, alla ricerca della luce. Ma, a proposito, Claudia Pandolfi l’ha trovata la luce? “Quantomeno ho trovato l’interruttore, che è già un bel traguardo”. Non male per concludere l’anno in bellezza e rivolgere un pensiero alla luce del Natale. Quanto a me, auguro a tutti un sorriso grande come una fetta di panettone.
pierinodieugenio@yahoo.it