La Confermazione: Dono dello Spirito e impegno personale
Ogni qualvolta ci si riferisce al secondo sacramento della iniziazione cristiana, nel linguaggio comune si sente ancora parlare di cresima. Parola che ci riporta al crisma, cioè all’olio con cui si unge la fronte del battezzato, diventato consapevole della propria scelta di fede e chiede di essere cresimato. Poi, però, parroci e catechisti constatano amaramente che è diventato il sacramento dell’allontanamento dalla vita parrocchiale.
È stato così anche per te, caro amico/a che stai seguendo queste brevi riflessioni sui sacramenti? Spero proprio di no. E ti invito a riflettere su quanto scritto su YouCat 203-207, nella speranza che ti aiuti a riscoprire l’importanza e la bellezza di questo sacramento.
Anzitutto il nome: confermazione significa confermare qualcosa che è già avvenuto con il battesimo. Con la nascita della nuova vita, i genitori cristiani scelgono il dono della grazia di Dio per ogni figlio/a che diventa così membro della chiesa. Solo crescendo ogni persona scopre la bellezza dell’amore di Dio e l’importanza della vita di fede sperimentata nella e con la comunità cristiana. Con il passare degli anni, con l’aiuto dei genitori, dei catechisti, della comunità credente, si impara a conoscere Gesù e il vangelo, la vita dei discepoli e degli apostoli, ogni battezzato deve decidere, in modo cosciente e consapevole secondo l’età, di chiedere, o meglio di accogliere il dono promesso da Gesù ai suoi discepoli, per compiere la missione di annunciare e testimoniare il vangelo.
Perciò chiedere e accogliere. Sono i due verbi che ci permettono di comprendere la novità di questo sacramento: confermare personalmente quanto appreso e sperimentato nel primo periodo della vita. E ripeto quanto ho già scritto a proposito del battesimo: non è pensabile che la fede sia stata un’imposizione dei genitori con il battesimo! È un loro grande dono, è l’espressione della responsabilità nel loro essere papà e mamma; guardando la loro vita, ascoltando il loro insegnamento, imparando a pregare con loro, l’adolescente scopre che con la lettura del vangelo inizia l’amicizia con Gesù. Sì, con Lui che parla del Padre, opera miracoli, insegna in modo semplice e chiaro con le parabole, chiama intorno a sé un gruppo di persone che lo seguono e le istruisce sino alla fine. Ricordo, in modo particolare, quando Gesù parla ai suoi discepoli dello Spirito Santo e spiega loro che è il dono del Padre, il suo dono per sostenerli nella missione che dovranno compiere nel mondo.
Il vangelo di Giovanni narra come la sera stessa della risurrezione, Gesù appare e dona ai suoi apostoli riuniti nel Cenacolo lo Spirito Santo (Gv 20,19-23). In questo testo troviamo dei riferimenti molto belli e concreti al dono dello Spirito fatto da Gesù durante l’ultima cena. Caro amico/a, ricerca i capitoli 14-16: leggili con attenzione per comprendere l’importanza della promessa fatta da Gesù ai suoi amici. E impara anche tu a chiedere il dono dello Spirito Santo, chiamato anche Paraclito, colui che ci è accanto, ci assiste.
Perché anche il battezzato deve chiedere il dono dello Spirito? Per vivere bene, meglio la vita di discepolo di Gesù. Infatti dopo il battesimo, frequentando la catechesi, vivendo in una comunità cristiana, anche tu non solo hai sentito parlare di Gesù, ma lo hai conosciuto e, forse, hai già fatto la straordinaria esperienza di partecipare all’eucaristia e ti sei nutrito del corpo di Cristo accostandoti all’altare per ricevere la comunione. La tua fede sta crescendo, è allora necessario assumere un impegno personale e definitivo davanti al Signore. Quanto più consapevole e gioiosa è la tua partecipazione alla catechesi e alla messa domenicale, tanto più senti crescere in te il desiderio di ricevere il dono dello Spirito Santo, come i grandi personaggi dell’antico testamento, i profeti, i re: infatti già nell’antico testamento il popolo di Dio attendeva l’effusione dello Spirito Santo (YC 204).
Mi capita spesso di celebrare questo sacramento nelle parrocchie e trovo significativo il fatto che i parroci o i catechisti chiamino per nome i cresimandi che rispondono a voce alta Eccomi! segno dell’impegno ed espressione della libertà dinanzi a Dio nell’accogliere un dono che ci guiderà per tutta la vita.
Cari amici, la celebrazione della confermazione rivela la richiesta e l’accoglienza dello Spirito Santo. Infatti chi ha liberamente risposto, confermando la professione di fede, nota che il vescovo fa il gesto dell’imposizione delle mani e invoca il dono dello Spirito. Segue l’unzione sulla fronte con il sacro crisma, con queste parole: N. ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Il cresimato risponde amen, cioè sì confermo, sono saldo e convinto della fede che abbiamo professato e accolgo il dono dello Spirito Santo che ricevo.
Lo scambio di pace, manifestato con una stretta di mano o con una carezza, non è un semplice augurio, ma un invio in missione. La pace sia con te, vai e porta questa pace nel mondo, nella famiglia, ai tuoi amici. È la pace donata da Gesù stesso.
Farsi cresimare significa firmare un contratto con Dio. Il cresimando dice: “Sì io credo in te, mio Dio, dammi il tuo Spirito perché io appartengo tutto a te, non mi separerò mai da te e ti testimonierò per tutta la mia vita in corpo e anima, con le azioni e con le parole”. E Dio dice: “Anch’io credo in te, figlio mio, e ti donerò il mio Spirito, anzi me stesso, apparterrò in tutto a te, non mi separerò mai da te, in questa vita e in quella eterna, sarò presente nel tuo corpo e nella tua anima, nelle tue azioni e nelle tue parole. Io ci sarò anche quando tu mi dimenticherai, nei giorni belli e in quelli brutti” (YC 205).
Queste parole ti entrino nel cuore, caro amico/a, sia che tu abbia già ricevuto questo sacramento, sia se stai per riceverlo: lo Spirito Santo conferma la tua fede.