LA CHIESA SACRAMENTO DI SALVEZZA

CARI AMICI, dopo aver accennato ai diversi appellativi che definiscono la chiesa, ne approfondiamo ancora la conoscenza, nella sua realtà visibile e spirituale, umana e divina. Perché la chiesa è ben più di un’istituzione? (YC 124). Poiché essa è un “mistero” divino e umano, cioè “sacramento” di salvezza, segno e strumento della comunione di Dio e degli uomini. La fede ci fa comprendere la verità della chiesa alla luce del vangelo: Gesù ha radunato intorno a sé un gruppo di discepoli e apostoli, affidando la responsabilità a Pietro, ha comandato loro di continuare nel tempo ad annunciare la parola di salvezza, a battezzare, ad esercitare il perdono e la riconciliazione. Quando si dimentica il volto umano della chiesa, del suo essere costituita da donne e uomini concreti, si resta colpiti dai molti peccati, da tradimenti di battezzati che hanno segnato e segnano la chiesa, fino a ferirla profondamente. Ma solo se volgiamo su di essa uno sguardo superficiale… che può deturpare il suo aspetto più bello, generato dalla presenza di tanto bene, abbiamo l’immagine di una chiesa di peccatori! Soprattutto, come ci ricorda spesso papa Francesco, ogni qualvolta la riduciamo a una Ong di volontariato e di buone opere. La verità e la bellezza della chiesa consistono nella presenza di Gesù Cristo che, in essa, si è legato totalmente a noi, ai peccatori, senza mai abbandonarla o mandarla alla deriva. Ed essa è questa comunione profonda e invisibile tra il divino e l’umano, tra il peccato e la grazia: qui si nasconde il suo segreto, la sua identità, una chiesa santa e bisognosa di conversione! Come ho già ricordato, la chiesa è il popolo di Dio: un popolo fondato e formato da Dio Padre. Il suo capo è Gesù Cristo; la sorgente della sua forza è lo Spirito Santo. Il battesimo è la porta d’ingresso in questo popolo di Dio; la sua dignità è la libertà dei figli di Dio; la sua legge è l’amore; quando questo popolo resta fedele a Dio e cerca in primo luogo il suo regno, riesce a cambiare il mondo (YC 125). La chiesa non può comportarsi come un’azienda che modifica la sua offerta quando la domanda viene meno, diceva il cardinale Karl Lehmann.

La chiesa è sacramento di salvezza: il battesimo e l’eucaristia danno vita a un legame indissolubile fra Gesù Cristo e i cristiani, un legame così forte che ci unisce come il capo e le membra di un unico corpo e ci unisce nell’unità (YC 126) del Corpo di Cristo. Così la chiesa vive nel tempo e continua a testimoniare l’attualità perenne del vangelo di Gesù Cristo. L’indimenticabile vescovo brasiliano dom Helder Camara (1909-1999) rispondeva così a coloro che gli ricordavano tutte le mancanze della chiesa: Pensi forse che le debolezze della chiesa potrebbero indurre Cristo ad abbandonarla? Se abbandonasse la chiesa sarebbe come se abbandonasse il proprio corpo!

CARI AMICI, basta ripercorrere la storia per rendersi conto di questa semplice e fondamentale verità. E prima di pensar male della chiesa o di sentirci delusi da essa, pensiamo piuttosto che la chiesa siamo noi, tutti i battezzati, parte viva di questo “corpo di Cristo” (Ef 4,11-16). Impegnati a contribuire con la vita di fede, la concretezza della carità e la testimonianza della speranza, uniti a Cristo mediante la parola e i sacramenti, rendiamo visibile la chiesa, non come un’associazione alla quale abbiamo aderito, ma come una realtà che ci coinvolge totalmente nella vita quotidiana. Questa chiesa è “tempio dello Spirito Santo”. È lo Spirito di Cristo che rende viva la chiesa, con la sua presenza nella parola e nei sacramenti.

Tra pochi giorni è Natale! Guardiamo Gesù nella fragilità della carne. Pensiamo all’incapacità e al rifiuto di tanti suoi contemporanei a riconoscere in lui l’amore di Dio rivelato all’umanità. Alziamo gli occhi a Gesù innalzato sulla croce. Lasciamoci inondare dalla luce del Cristo risorto, che porta visibilmente i segni della passione. In tanta fragilità umana è garantita la nostra salvezza. Così impariamo a pensare alla chiesa, tra fragilità e pienezza dello Spirito Santo.

Buon Natale.