LA CHIESA È IN CRISI DI VALORI MORALI?

By Carlo Baldini
Pubblicato il 3 Gennaio 2017

Caro padre, spesso si sostiene che la chiesa è in crisi e che è in minoranza a causa di tanti valori, a detta di alcuni, negoziati o scordati. Cosa può dirmi della crisi dei valori morali e dell’insistenza sulla misericordia per spiegare tanto male morale presente nell’umanità? La ringrazio sentitamente. Luciano (Chieti)

Caro lettore, il mondo è stato sempre il luogo della lotta tra il bene e il male. Oggi sembra che il male l’abbia vinta sul bene, perché c’è una sua forte amplificazione. La buona notizia che Gesù è venuto a portarci è, fondamentalmente, un messaggio di consolazione, è un invito alla conversione. La fede nel vangelo richiede una conversione, richiede di dare nuova forma alla propria vita. La chiesa ha il compito di articolare nel quotidiano detto invito. Il compito è reso, oggi, più complesso per il fenomeno, da più parti definito “fine della morale”. Questo vuol dire una cosa molto semplice: oggi la legge morale non è più così chiara. Non lo è quanto ai singoli contenuti concreti, né sotto l’aspetto formale. Non è affatto chiaro di quale imperativo categorico, comunque debba essere inteso, abbia urgente bisogno la nostra libertà. La libertà è intesa, ordinariamente, come assenza di obblighi e non come facoltà di volere e di disporre autonomamente di se stessi. Nei maestri del pensiero e nei detentori del potere politico, la morale è stata sostituita dall’etica pubblica. Essa presiede alla convivenza tra soci e non al benessere dei prossimi, né tanto meno alla giustizia del singolo. I suoi imperativi non mirano a rendere l’uomo buono, ma solo a scongiurare conflitti, interferenze tra il mio agire e quello altrui. Di doveri e di sensi di colpa si occupano gli psicologi, i quali si preoccupano di far star bene i pazienti, non che essi siano buoni. In questo contesto la chiesa si autodefinisce “ospedale da campo”, consapevole com’è di dover curare le ferite dell’anima smarrita e persa nei meandri bui del disimpegno e del relativismo sociale e morale

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