INTERROGATIVI DEI GIOVANI SU GESÙ DI NAZARETH

By Michele Seccia
Pubblicato il 2 Febbraio 2014

All’età di circa 30 anni, precisa l’evangelista Luca (3,23), Gesù si presenta a Giovanni il Battista per farsi battezzare nel Giordano. Inizia così il suo ministero tra la gente. Leggendo i vangeli sono molte le domande che, forse anche tu caro amico, ti sei posto o continui a porti. Ebbene, YouCat ti offre delle risposte immaginando i tuoi interrogativi. Spero di aiutarti un po’ e, se avessi ancora dei dubbi, fammelo sapere.

Perché Gesù si fece battezzare da Giovanni, anche se era senza peccato? (YC 87). Del fatto, ne parlano i quattro vangeli. Il battesimo che Giovanni predicava era un atto di penitenza e di riconoscimento dei peccati (Mt 3,4-12): i peccatori – soldati, prostitute, pubblicani – si recavano da Giovanni per ricevere un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Gesù non aveva certo bisogno del battesimo di penitenza, predicato dal Battista, ma ha voluto prendere su di sé i nostri peccati e vive il battesimo come prefigurazione della sua morte e risurrezione. Il suo gesto, infatti, esprime la concretezza dell’incarnazione, l’accettazione e l’inaugurazione della sua missione di servo sofferente, che si lascia annoverare tra i peccatori, l’anticipazione della morte sulla croce e della risurrezione (discesa nell’acqua, cieli aperti, lo Spirito Santo e la voce del Padre che proclama “Tu sei mio Figlio, l’amato”).

Questi particolari sono descritti nei vangeli di Matteo (3,16-17), Marco (1,10-11), Luca (3,21-22) e confermati da Giovanni (1,32-34). Alla luce della croce e della risurrezione, la discesa di Gesù nelle acque del Giordano ha significato il prendere su di sé il posto dei peccatori e il peso della colpa dell’umanità. Questa spiegazione è indicata dallo stesso Gesù quando, parlando del battesimo lo indica come la sua morte, poiché esso è proprio l’accettazione della morte per i peccati dell’umanità (Mc 10,38; Lc 12,50). Si compie così la profezia di Isaia sul servo sofferente di Jahvèh come “agnello condotto al macello” (53,7). Un’immagine presente nel vangelo di Giovanni, quando il Battista, indicando Gesù dice “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (1,29.36); nell’Apocalisse “Vidi un agnello, in piedi, come immolato” (5,6) e da san Paolo, quando scrive ai Corinzi “Cristo nostra pasqua è stato immolato” (1Cor 5.7), per indicare  “colui che è morto ed è risorto”. Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, con il battesimo si è “immerso” nella storia dell’umanità, per offrire la certezza della salvezza, cioè la redenzione mediante la sua morte e risurrezione. Al grande atto di amore per l’umanità fa riscontro la voce di approvazione del Padre, riferita dai vangeli.

A chi si rivolge Gesù, a chi promette il regno di Dio? (YC 89). Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo”. Così l’evangelista Marco (1,15) ci presenta l’inizio della predicazione di Gesù di Nazareth. San Paolo scrive: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tim 2,4), accogliendo la parola del Signore. Il regno di Dio di cui parla Gesù appartiene a coloro che si lasciano trasformare dall’amore e lo accolgono con cuore umile; secondo l’esperienza di Gesù, descritta nel vangelo, i poveri e i piccoli sono i primi, ma nessuno è escluso, se accetta di fidarsi e affidarsi a lui! È quanto Gesù proclama, nel discorso della montagna, con le Beatitudini (Mt 5,1-12) e annunciando l’attualità della profezia di Isaia (61,1-2) “…mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio” e commentando nella sinagoga di Nazareth: “Oggi si è adempiuta questa scrittura” (Lc 4,16-21).

CARO AMICO, voglio darti un consiglio: cerca nei vangeli gli incontri di Gesù con persone singole come Nicodemo, la Samaritana, Matteo, Zaccheo, l’emorroissa, la donna adultera, il centurione, il cieco nato, il giovane ricco, Pietro, eccetera, e prova a leggere il testo immaginando di essere tu la persona che si sente chiamare o che si rivolge al maestro. Fermati per comprendere bene il significato delle parole, per cogliere i sentimenti, per lasciarti interrogare da qualche parola o gesto o sguardo… solo così questa lettura diventerà dialogo con Gesù, cioè preghiera! Buona esercitazione.

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