INSIEME AI GIOVANI COME GUIDA PER LA VITA

Ben 300 ragazzi provenienti da tutto il mondo si sono ritrovati attorno a papa Francesco per redigere un testo che servirà da bussola per il lavoro del sinodo dei vescovi che si terrà dal 3 al 28 ottobre prossimi in Vaticano

di Antonio Grana

“La Chiesa deve coinvolgere i giovani nei processi decisionali e offrire loro ruoli di leadership. Questi devono essere individuati in parrocchie, diocesi, a livello nazionale e internazionale, e persino a livello delle commissioni in Vaticano”. È la proposta più forte che si legge nel documento finale del pre sinodo dei giovani che si è tenuto a Roma dal 19 al 24 marzo scorsi. Ben 300 ragazzi provenienti da tutto il mondo si sono ritrovati attorno a papa Francesco per redigere un testo che servirà da bussola per il lavoro del sinodo dei vescovi che si terrà dal 3 al 28 ottobre prossimi in Vaticano. Non si è trattato di un evento inedito per la storia di questo organismo collegiale istituito dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II da Paolo VI, che sarà canonizzato nel 2018. “La riunione pre-sinodale – come ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi – è un appuntamento che si colloca nel solco della tradizione del sinodo, dal momento che già in passato sono stati organizzati Incontri pre-sinodali, come quello in preparazione alla VII Assemblea Generale Ordinaria del 1987, sulla vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, e il Simposio in vista della I Assemblea Speciale per l’Europa del 1991”. Effettivamente il testo finale redatto dai 300 giovani presenti a Roma rispecchia proprio le intenzioni degli organizzatori di questo evento.

Come papa Francesco ha spiegato più volte, infatti, il sinodo non è dei giovani, bensì dei vescovi sui giovani, ma non vuole dare ricette preconfezionate e anacronistiche calate dall’alto, anche perché scritte da uomini anziani spesso slegati dalla realtà contemporanea per evidenti motivi generazionali. Fin dal suo arrivo sulla cattedra di Pietro, Bergoglio ha sempre dichiarato guerra alla mentalità del “si è sempre fatto così”, e ha voluto già nei primi due sinodi dei vescovi sulla famiglia che si partisse da un’ampia consultazione popolare, ben al di là della stretta geografia cattolica. È lo stesso approccio adoperato ora per preparare l’assemblea che avrà come tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Si è partiti, infatti, da un questionario e successivamente da un pre sinodo che ha visto riuniti a Roma ragazzi credenti e non, cristiani e di altre confessioni religiose. A essi si sono uniti oltre 15mila loro coetanei attraverso i 6 gruppi Facebook realizzati per l’occasione in inglese, francese, spagnolo, portoghese, italiano e tedesco.

“Il prossimo sinodo dei vescovi – ha evidenziato il cardinale Baldisseri – vuole essere, infatti, non solo un sinodo sui giovani e per i giovani, ma anche un sinodo dei giovani e con i giovani”. Un invito che è stato pienamente raccolto dai ragazzi presenti al pre sinodo. Nel documento finale, tutt’altro che preconfezionato e scritto con un linguaggio antiquato, ciò che sorprende maggiormente è la grande richiesta di responsabilità che i ragazzi fanno al mondo e in particolare alla Chiesa: “Sogniamo maggiori opportunità, di una società che sia coerente e si fidi di noi. Cerchiamo di essere ascoltati e non solamente di essere spettatori nella società, ma partecipanti attivi. Cerchiamo una Chiesa che ci aiuti a trovare la nostra vocazione, in tutti i suoi significati”.

Nel testo viene anche evidenziato che “oggi la religione non è più vista come il mezzo principale attraverso il quale un giovane si incammina verso la ricerca di senso, in quanto spesso ci si rivolge a tendenze e ideologie moderne. Gli scandali attribuiti alla Chiesa, sia quelli reali, che quelli solo percepiti come tali, condizionano la fiducia dei giovani nella Chiesa e nelle istituzioni tradizionali che essa rappresenta”. Scandali che i ragazzi non hanno paura di criticare, ma prima ancora di chiamare per nome, invitando le gerarchie ecclesiastiche a un serio esame di coscienza riconoscendo così le proprie debolezze. Ma non si tratta di una critica distruttiva o per sancire una dicotomia insanabile tra i giovani d’oggi e la Chiesa. Tutt’altro, il mondo giovanile offre le sue energie per una società e una Chiesa migliori: “I giovani di oggi bramano una Chiesa autentica. Con questo vogliamo esprimere, in particolar modo alla gerarchia ecclesiastica, la nostra richiesta per una comunità trasparente, accogliente, onesta, invitante, comunicativa, accessibile, gioiosa e interattiva”.

Nel documento non vengono nemmeno omessi gli argomenti oggetto di maggiore divergenza tra i giovani e la Chiesa cattolica. Ma già il riconoscere e chiamare per nome questi ambiti è un segno eloquente della volontà di intraprendere un serio cammino di dialogo teso a una maggiore conoscenza dei due mondi prima di arrivare a soluzioni condivise: “C’è spesso grande disaccordo tra i giovani, sia nella Chiesa che nel mondo, riguardo a quegli insegnamenti che oggi sono particolarmente dibattuti. Tra questi troviamo: contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio e anche come viene percepito il sacerdozio nelle diverse realtà della Chiesa. Ciò che è importante notare è che, indipendentemente dal loro livello di comprensione degli insegnamenti della Chiesa, troviamo ancora disaccordo e un dibattito aperto tra i giovani su queste questioni problematiche. Di conseguenza vorrebbero che la Chiesa cambiasse i suoi insegnamenti o, perlomeno, che fornisca una migliore esplicazione e formazione su queste questioni. Nonostante questo dibattito interno, i giovani cattolici le cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale desiderano comunque essere parte della Chiesa. D’altra parte, molti giovani cattolici accettano questi insegnamenti e trovano in essi una fonte di gioia. Desiderano che la Chiesa non solo si tenga ben salda ai suoi insegnamenti, sebbene impopolari, ma li proclami anche con maggiore profondità”.