IMMAGINAZIONE E REALTÀ: CONFINI LABILI

Nel mondo che verrà sarà sempre più facile confondere la realtà con l’immaginazione? La domanda di fondo è: “Che cosa è reale e cosa non lo è?”. Una pagina social in cui scambiamo nella chat le nostre avventure quotidiane? In cui esprimiamo le nostre emozioni ad un pubblico non visibile? Oppure quando vediamo un film di fantascienza o fantasy che storia stiamo guardando? E quando condividiamo con i nostri amici le impressioni su quanto visto, cosa stiamo condividendo?

La divisione non è così netta come potremmo pensare in prima istanza: entrare e uscire da un cinema non è così irrilevante, mettersi davanti al computer e iniziare e chiudere la comunicazione non è così innocuo, come potrebbe sembrare a un primo passaggio.

Quando ci immergiamo nella sala del grande schermo, appena le luci dell’ambiente diventano fioche e rimane giusto il colore verde e bianco delle segnalazioni di emergenza, stiamo entrando in un nuovo mondo, in una logica diversa da quello che lasciamo, seppur per appena un paio d’ore. Il ricordo del nostro attore preferito sicuramente avrà lunga vita nei nostri ricordi più che l’effetto speciale dell’ultima generazione che se ne va, come un piccolo fuoco di paglia rispetto al significato dell’azione umana vista.

Un atto eroico, un bacio non scontato, un dialogo inaspettato, una riflessione profonda: tutto questo esce dalla realtà cinematografica e si fissa nella realtà del nostro inconscio e ci interroga sul significato della nostra esistenza, rimanendo per giorni in noi. Non è raro nemmeno che il giovane, assiduo consumatore di serie tv, paragoni la vita reale dei suoi amici a quella dei personaggi dello streaming, cercando l’idealità dell’azione reale in quanto esemplificato in storie immaginate e prodotte anche per il piccolo schermo (la tv) e per il piccolissimo schermo (lo smart).

Dunque, ritorniamo alla domanda: che cosa è reale e cosa non lo è? La risposta che darei è che l’immaginazione/fantasia e la realtà non sono da considerarsi contrapposte, ma sono un continuum vitale nel quale ci muoviamo e nel quale esprimiamo noi stessi o comprendiamo gli altri e il mondo.

Se nel mondo che fu l’unica fantasia che poteva far uscire dalla realtà era il sogno o l’immaginazione del poeta/narratore (e come data simbolica possiamo prendere già l’avvento della scrittura, con esempi di eccellenza che si realizzano ad esempio nel teatro greco), nel mondo che è stato (prenderei a riferimento l’avvento del cinema) gli occhi svegli sono diventati testimoni di realtà registrate e poi man mano sempre più costruite.

E arrivando al nostro mondo corrente o anche a quello che verrà le istanze di fantasia si moltiplicano: dal videogioco, al film di fantascienza o fantasy, alla chat online, all’esperienza della realtà virtuale, in cui gli oggetti di interazione non sussistono se non grazie alla reale computazione del calcolatore di ultima generazione e alla testa di chi li ha immaginati. Dalla lista non mi sento di escludere nuove istanze, meno popolari, ma presenti nel nostro tempo, come l’ebook e l’audio libro (sia quest’ultimo scaricato dallo store online, o ascoltato via podcast o radio web).

In qualunque modo la vostra realtà si combini con la fantasia però, non dimenticatevi di voi stessi e degli altri. Seppur con labili confini, siamo sempre noi i protagonisti di entrambe.