“IL TRIMESTRE ANTI-INFLAZIONE È UNA SCENEGGIATA”

“È un provvedimento spot, un’operazione pubblicitaria che, purtroppo, avrà un effetto nullo per le tasche degli italiani. La grande distribuzione – afferma il noto e apprezzato esperto – aveva già deciso e fissato tutte le offerte promozionali da fare da qui a Natale, ben prima della firma del Patto

C’è poco da essere allegri. Purtroppo. Pur sforzandoci nel voler vedere il bicchiere mezzo pieno, la situazione economica che attanaglia il nostro Paese disegna scenari preoccupanti. E naturalmente a subirne le conseguenze più pesanti sono sempre i ceti più deboli. Quella larga fetta di italiani che dinanzi all’aumento dei prezzi ha visto assottigliarsi la capacità di spesa. Anche perché al caro vita non ha mai corrisposto un aumento dei salari. In questa direzione gli indicatori che fotografano bene la situazione non mancano di certo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ad esempio, secondo il Centro studi di Confindustria il Pil italiano tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo subirà un aggiustamento al ribasso; la risalita dei prezzi degli energetici non regolamentati, spinti in particolare dalla benzina +13,9% in un anno e dei servizi di trasporto, preoccupa non poco; il livello di inflazione che scende a passo di lumaca si traduce in una stangata che sfiora i 1500 euro in un anno per una coppia con due figli, di cui 669 euro servono solo per l’acquisto di cibo e bevande. In pratica un italiano su quattro è a rischio povertà. Il 4,5% della popolazione – parliamo di circa 2 milioni e 613 mila persone – si trova in “grave deprivazione materiale e sociale”.

Insomma, occorre agire al più presto, iniziando dalla creazione di occupazione e, per i fortunati che ce l’hanno un lavoro, rivalutare i contratti cercando di porre in parte rimedio alla perdita del potere d’acquisto. E nello stesso tempo garantire un’equa distribuzione dei costi dell’inflazione tra datori di lavoro e dipendenti.

Inoltre bisogna intervenire sulla riduzione della forbice tra Nord e Sud visto che ogni anno il divario aumenta. Per farsi una piccola idea di questa disparità, che definire scandalosa è poco, basta riflettere sulla notizia pubblicata recentemente secondo la quale, dal prossimo marzo, a Milano sarà disponibile un volo per le Maldive a circa quattro mila euro, con un autista privato per il trasporto tra casa e aeroporto, pasti a bordo “da stella Michelin” e solo poltrone business. Il tutto, come ha spiegato l’amministratore delegato della compagnia aerea, per soddisfare la forte domanda che arriva dal Nord Italia.

Dall’altra parte dello Stivale, invece, il Pil pro capite del Mezzogiorno si aggira intorno al 55-58% del Centro-Nord; il livello d’istruzione segna una grave arretratezza: solo un terzo (32,8%) dei meridionali in età 25-49 anni ha concluso al più la terza media; riguardo al processo di digitalizzazione, poi, il 60% circa dei residenti ha opportunità ridotte di accesso a una connessione Internet veloce e circa 1 su 5 (17,3%) vive in contesti molto distanti da questo standard (4,2% nel Centro-Nord). Per non parlare, infine, della criticità della sanità, delle reti idriche e quelle ferroviarie.

In attesa allora che si metta mano al più presto e in maniera seria a questa assurda disparità, c’è da navigare l’attuale situazione economica, e il mare che ci attende non è certamente piatto… Massimi-liano Dona, oltre a essere un volto noto della televisione, è un apprezzato divulgatore ed esperto dei diritti dei consumatori. È presidente di Unione nazionale consumatori, la prima associazione di consumatori in Italia, riconosciuta dal Codice del consumo e dalla Commissione Europea. L’associazione, inoltre, fa parte del Consiglio nazionale consumatori e utenti presso il Ministero dello Sviluppo Economico e riconosciuta come “organizzazione di promozione sociale” nell’elenco del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Avvocato e giornalista, Dona ha pubblicato numerosi testi scientifici sul diritto dei consumatori, ma anche saggi divulgativi come l’ultimo, da poco in libreria, dal titolo Il carrello dalla parte del manico (Vallardi Editore, pp.251, euro 16,90). Insieme a lui, allora, cerchiamo di capire quali tecniche di autodifesa possono mettere in campo i cittadini e quindi districarsi tra le “trappole” del consumo.

Presidente, c’è da essere preoccupati?

Purtroppo sì. L’inflazione continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie che secondo gli ultimi dati Istat, relativi al secondo trimestre 2023, scende dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Insomma, se le spese obbligate come quelle alimentari costano sempre più, mentre gli stipendi restano al palo, le famiglie diventano sempre più povere. Inizialmente, per mantenere lo stesso tenore di vita, intaccano i risparmi, poi iniziano a ridurre le spese voluttuarie e facoltative, infine riducono tutti i consumi, anche quelli necessari. Gli ultimi dati Istat relativi alle vendite al dettaglio ci dicono che in agosto le spese alimentari, ossia quelle obbligate per definizione, visto che tutti abbiamo l’abitudine di mangiare, se per via degli rincari salgono in valore del 5,6% su base annua, in volume, ossia depurate dall’effetto dovuto ai prezzi, precipitano del 4,1%. Insomma, gli italiani mangiano meno, pur spendendo di più. E questo oramai accade dal gennaio 2022. Da un anno e mezzo, quindi, sono a dieta forzata, costretti a stringere la cinghia. Per questo il Governo deve urgentemente ridare capacità di spesa alle famiglie. Il caro bollette e il carovita stanno avendo ripercussioni sulla crescita della nostra economia, dato che i consumi rappresentano il 60% del Pil e fino a che le famiglie non acquistano, i commercianti non vendono e le imprese non producono.

Che ne pensa del cosiddetto carrello tricolore? Lo ritiene in grado di contenere i prezzi dei beni e tutelare il potere d’acquisto dei consumatori? Più che un trimestre anti-inflazione ci vorrebbe un decennio…

Abbiamo definito il Trimestre anti-inflazione una sceneggiata. È un provvedimento spot, un’operazione pubblicitaria che, purtroppo, avrà un effetto nullo per le tasche degli italiani. Il patto, infatti, è una scatola vuota, senza alcun impegno preciso, come poteva essere quello di tornare ai prezzi del 2021 per un elenco dettagliato di beni. Invece ognuno potrà fare quello che vuole, sui prodotti che desidera, visto che manca un elenco degli articoli su cui intervenire. Insomma, ci si appella al buon cuore di chi lo ha sottoscritto, perché diventi più buono. Un fioretto in previsione del prossimo Natale. Il Patto in sé, quindi, non produrrà alcun effetto reale, dato che non prevede nulla di concreto.

Ciò significa che l’inflazione non proseguirà la sua discesa?

No, sono infatti venute meno le ragioni di prezzi così alti, sia perché le materie prime sono diminuite di prezzo sia perché il gas e la luce, per quanto più care rispetto ai tempi pre-crisi, costano molto meno del record raggiunto nel quarto trimestre 2022.

La verità è che la grande distribuzione, come ha già onestamente ammesso, aveva già deciso e fissato tutte le offerte promozionali da fare da qui a Natale, ben prima della firma del Patto, altrimenti farebbero molto male il loro mestiere. L’adesione tardiva delle industrie non consente loro di cambiare la programmazione già prevista per i mesi che vanno da ottobre a dicembre e, quindi, le offerte promozionali non hanno subìto alcuna modifica dopo l’entrata in vigore del Trimestre anti-inflazione. Unica possibilità che hanno è quella di sostenere i loro brand, per i quali possono avere maggiori margini di manovra. Quindi coglieranno questa occasione per spingere sui prodotti di marca propria, gli unici sui quali possono ridurre realisticamente i prezzi, prendendo così due piccioni con una fava: sconti in cambio di uno spostamento dei consumatori sui loro prodotti a scapito delle altre marche.

Il Trimestre anti-inflazione come avrebbe potuto funzionare?

se fosse stato fatto seriamente, con accordi di filiera per ogni prodotto, mettendo attorno allo stesso tavolo agricoltori, industrie di trasformazione, distribuzione, Ismea, Istat, consumatori (completamente esclusi), verificando, con tutti gli attori in campo, cosa si poteva concretamente fare. Facciamo degli esempi. Bloccare fino a dicembre il prezzo dell’olio di oliva che sta decollando è sicuramente positivo, bloccare invece quello delle uova o del riso, che stanno finalmente scendendo di prezzo, sarebbe un autogol.

Al di là dei messaggi governativi più o meno rassicuranti, la verità è che l’economia si è fermata e il carovita continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie, frenando inevitabilmente i consumi. Qual e la ricetta del presidente dell’Unione nazionale consumatori?

Il Governo, che si vanta per la riduzione dell’inflazione come se fosse merito suo, in realtà si è mosso nella direzione opposta, togliendo gli sconti che aveva introdotto il Governo Draghi, a cominciare dalle accise sui carburanti rimesse dal 1° gennaio 2023. Insomma, urge che metta dei soldi, ripristinando ad esempio tutti gli sconti sulle bollette di luce e gas delle famiglie e delle imprese che c’erano lo scorso anno. La ragione principale dell’inflazione, infatti, è il rialzo dei beni energetici (luce, gas e carburanti) che, essendo costi di produzione (luce e gas) e di distribuzione (carburanti) per tutte le imprese e gli esercizi commerciali, sono stati traslati sui consumatori e sui prezzi finali dei beni e dei servizi. Ci sono anche provvedimenti a costo zero. Ad esempio, eliminare il DPR che impedisce ai negozianti di fare più di 3 offerte sottocosto all’anno, per una durata superiore a 10 giorni e per più di 50 prodotti. A che servono 3 mesi di Patto anti-inflazione, se poi le offerte vere, quelle sottocosto, sempre che non le abbiano già fatte tutte e 3 nei primi 9 mesi dell’anno, non le potranno fare per più di 10 giorni?

Quali misure ritiene siano più efficaci?

Abbiamo depositato in Senato ben 15 proposte per aiutare i consumatori, come ad esempio quella di intervenire contro la shrinkflation, la tecnica di marketing che ridimensiona il peso consolidato di prodotti di largo consumo per mascherare l’aumento del prezzo, e l’overpackaging (imballaggi appositamente abbondanti per ingannare il cliente sulle reali dimensioni del bene), pratiche scorrette che danneggiano il potere di acquisto delle famiglie perché lo ingannano sul prezzo effettivamente praticato, mascherando i rincari.

Sul tema dei lavoratori, considerato che secondo i dati Ocse l’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie, da anni proponiamo che, se i contratti non vengono rinnovati, scatti in automatico il ripristino della scala mobile all’inflazione programmata, magari solo per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro, così da evitare il rischio di una spirale salari – inflazione.

Dallo scorso ottobre le bollette della luce sono salite nel mercato tutelato del 18,6%. In pratica parliamo di 120 euro di aumento. Per fronteggiare questa “legnata” non si potrebbe ripristinare l’azzeramento degli oneri di sistema tolto inspiegabilmente lo scorso aprile?

Lo chiediamo da aprile. Riazzerando gli oneri di sistema sulla luce che il Governo Meloni ha rimesso a partire da aprile, per una famiglia tipo, nel quarto trimestre 2023, il rialzo annunciato da Arera per il mercato tutelato sarebbe sceso dal 18,6% al 4,9 per cento, con un risparmio di 88 euro sulle bollette della luce rispetto ai 120 euro che ora invece bisognerà sborsare in più su base annua. Le bollette nel mercato tutelato dopo gli ultimi rincari sono pari, per una famiglia tipo, nell’ipotesi di prezzi costanti, a 1327 euro su base annua per il gas e a 764 euro per la luce, per un totale pari a 2091 euro. Nel mercato libero può andare anche peggio.

Qual è l’obiettivo de Il carrello dalla parte del manico?

Il libro nasce dalla mia intensa attività divulgativa sui social network. Negli ultimi due anni ho pubblicato migliaia di brevi video su Instagram e TikTok spiegando i temi di consumo: dal supermercato ai diritti al ristorante, ma anche le più comuni truffe, i problemi con l’e-commerce e altri fenomeni di marketing. Il tutto con uno stile informale e un linguaggio semplice, basti pensare che la maggior parte dei miei video sono girati proprio tra le corsie del supermercato! Il moltiplicarsi dei contenuti ha fatto aumentare anche l’interazione con i consumatori che mi mandano ogni giorno i loro contributi di foto e video, denunciando i soprusi e le bugie del marketing, diventando sempre più “super-consumatori”! Da qui la scelta di un libro che raccogliesse tutto questo.

Attraverso una serie di consigli pratici invita il consumatore a cambiare l’approccio all’acquisto. Qual è, a suo avviso, l’errore più grande e frequente commesso da chi si reca al supermercato?

Non parlerei di errori ma di una disattenzione generale frutto del modo in cui tutti viviamo. Cambiare diversi supermercati a seconda dell’offerta è un consiglio sempre valido, ma oggi quanti hanno il tempo per farlo? In generale consiglierei di essere più presenti a se stessi e quindi andare a fare la spesa con la cara vecchia lista, meglio andarci da soli per evitare distrazioni e mettere anche il telefonino in tasca per rimanere più concentrati. Lo sapevate che chi controlla più volte il telefonino in media spende il 41% in più di chi non lo fa?

L’antidoto migliore al consumo impulsivo?

Non farsi prendere dalla fretta, riflettere se stiamo acquistando quello che ci serve o solo un’idea. Oggi ci sono due disturbi psicologici che caratterizzano il consumatore moderno: la FOMO cioè “fear of missing out”, l’ansia di rimanere tagliati fuori e la FOBO “fear of better option”, l’incapacità di scegliere nel timore che arrivi un’offerta migliore. Qualche esempio? Pensiamo alla famosa azienda di Cupertino che ha costruito il suo successo proprio sul desiderio dei consumatori di far parte della community e la paura di arrivare troppo tardi al lancio del nuovo gioiello della tecnologia. L’ansia di scegliere è più evidente quando si acquista online e ci si perde tra le varie recensioni, ma anche al negozio sotto casa non è sempre facile orientarsi tra offerte e promozioni.

Quanto incide la psicologia del marketing sulle debolezze del consumatore? Ci fa qualche esempio?

C’è la scelta del posto sullo scaffale, quello ad altezza occhi è il più ambito dai produttori! I prodotti alla rinfusa nei cesti al centro della corsia, poi, danno sempre l’idea al consumatore che siano più convenienti; così come è “marketing del supermercato” mettere la frutta ad inizio del percorso e le casse d’acqua alla fine: se fosse il contrario riempiremmo subito il carrello e non acquisteremmo altro. Per non parlare del marketing uditivo, cioè la scelta della musica giusta per accompagnare gli acquisti nei locali del supermercato e il marketing olfattivo su cui molte catene hanno fondato la propria riconoscibilità

Quali sono le regole principali da seguire quando ci rechiamo a fare la spesa?

Della lista della spesa abbiamo già parlato, poi è meglio andare da soli per evitare distrazioni e chiacchiere. Sarebbe meglio non comprare tutto nello stesso punto vendita, fare scorte se è possibile, approfittando di offerte e promozioni e non andare a fare la spesa a stomaco vuoto: sarete meno soggetti a tentazioni!

È vero che anche la luce artificiale all’interno del supermercato gioca un ruolo importante per spingere all’acquisto?

Sì certo, basti pensare ad alcuni tagli di carne che al supermercato sembrano rosso vivo e poi a casa si rivelano meno vivaci.

Addirittura, sottolinea nel libro, anche spostare regolarmente i prodotti all’interno del supermercato fa parte di una strategia…

A chi non è capitato di andare al supermercato per comprare il sale e perdere tempo a cercarlo tra le corsie riempendo intanto il carrello di altri prodotti che non erano nella lista?

Anche sui cibi sottocosto c’è da stare attenti?

Possono essere vantaggiosi per risparmiare a patto di guardare le scadenze e controllare il prezzo di partenza: capita spesso che sotto un’etichetta di sottocosto ci sia un prezzo uguale se non minore

Al ristorante, invece, quale attenzione è d’obbligo?

Al ristorante è fondamentale che i prezzi siano esposti: dai piatti agli extra, senza dimenticare la lista dei vini. Se così non è, molto meglio chiedere al cameriere il costo per evitare del conto.

Lei mette in guardia il consumatore sull’effetto boomerang. Di cosa si tratta?

È quello che è successo quest’estate con la follia collettiva di postare gli scontrini del ristorante: io credo che ci debba essere rispetto da una parte e dall’altra. Il ristoratore non deve approfittare del cliente e deve essere trasparente su prezzi e servizi, dall’altra, un consumatore che si lamenta online per un conto astronomico quando sta cenando sulla piazza principale di Porto Cervo in un ristorante con prezzi esposti, mi sembra perlomeno ingenuo.

Per chi invece sceglie di fare un acquisto a rate, qual è l’aspetto che deve tenere in maggior conto?

Non sovra-indebitarsi. Arriverà il momento in cui si dovrà pagare il conto e non sempre dopo è meglio!

Dicevamo prima dello sconsiderato aumento del prezzo dei carburanti. Come ci si può difendere?

Non entrare nel primo distributore che vi capita appena si accende la spia della benzina, ma cercare il prezzo più basso.

Per trovarlo, confrontare sempre i prezzi della vostra zona attraverso il sito gov.it

Prediligere le pompe bianche, senza insegne famose (no logo), o quelle della grande distribuzione.

Scegliere il self-service e non il servito.

Verificare la corrispondenza tra i prezzi esposti nei cartelli e quelli effettivamente praticati.

I distributori in autostrada hanno prezzi mediamente più alti, quindi, prima di partire per un viaggio lungo, fare il pieno.

In Farmacia, invece, quale consigli suggerisce?

La farmacia è per molti versi simile al supermercato: dal posizionamento dei prodotti alle offerte speciali, ci sono poi sempre più farmacie che offrono la raccolta punti e l’elimina code. Anche in questo caso è bene non fare scorte di prodotti (pensiamo a dentifrici, shampoo o creme) se non si consumano in tempi brevi. Attenzione poi alla differenza per le farmacie che lavorano di notte “a battenti chiusi” quindi con il farmacista all’interno che sta lavorando e “a chiamata”, il farmacista non c’è ma può essere chiamato con citofono o numero di telefono. In questi due casi ci può essere un sovraprezzo al momento di pagare; se la farmacia effettua servizio notturno “a battenti aperti”, non si deve pagare alcuna maggiorazione.

Le truffe a domicilio, anche online, sono in grande aumento. Come facciamo a tutelarci?

Mai far vedere le proprie bollette o fornire i propri dati a chi si presenta alla porta offrendo contratti super vantaggiosi; chiedere di vedere il tesserino o un documento di riconoscimento, non firmare nulla e se proprio si ha il dubbio di aver sottoscritto volontariamente un contratto, ricordate che avete 30 giorni per disdirlo.

Come riconoscere le false recensioni sul web?

Controllate il numero di recensioni, più è alto e più è probabile che il punteggio medio sia attendibile; date un’occhiata alle date di pubblicazione prediligendo le più recenti, guardate con attenzione le foto, diffidando da quelle troppo patinate.

L’ultimo capitolo del suo libro è intitolato Il mondo che vorrei. Ce lo spiega in poche righe?

Sono dieci proposte che potrebbero cambiare la tutela dei consumatori perché non basta che i consumatori attivino i loro superpoteri e le imprese si impegnino alla trasparenza, ma serve anche l’intervento delle istituzioni. Sogno un mondo in cui i contratti si annullino con la stessa facilità con cui sono stati attivati, lo stop alle rimodulazioni unilaterali, ma anche più trasparenza su prezzi e offerte. Per trovare tutte le mie proposte vi invito ad andare sul sito consumatori.it e votare per quelle che ritenete più urgenti. La tutela inizia proprio da qui.