IL SOGNO DI TITÙ

Un piccolo gruppo di amici decide di provarci e di fondare una scuola a misura di bimbo: nasce così a Treviso la scuola di Titù. Dieci bambini e un maestro visionario e appassionato, di provenienza steineriana, ma che a Steiner non intende limitarsi. Dopo soli due anni Titù, dal personaggio chiave della fiaba Il re delle storie e il bambino delle stelle di Henning Kohler, conta più di 50 bambini, 15 maestri e 3 ordini di scuola: infanzia, primaria e secondaria.

Siamo nel cuore di Treviso, nei pressi di viale della Repubblica, nell’edificio dei primi del 900, con un grande giardino e ampie vetrate, che un tempo ospitava la scuola elementare Cantù. Qui da tanti anni i bimbi non si vedevano più. Ma grazie ad un gruppo di maestri e genitori che fondano la cooperativa Ambrosia Onlus, il sogno dei grandi e dei piccoli della scuola di Titù inizia a prendere forma.

La voce si sparge e ben presto genitori e maestri si rendono conto che non sono i soli a credere che valga la pena investire in un progetto di riqualificazione della vecchia struttura. Individuano un metodo vincente, iniziando a chiedere “poco a tanti”. Quasi nessuno dice di no. Le donazioni, in beni o in denaro, arrivano dalle aziende o dalle imprese. Un po’ come avveniva ai tempi del giovane Gabriele, quando i passionisti non avevano alcuna entrata ma vivevano di pure elemosine. E come scriveva, nel dicembre del 1857 al fratello Michele, san Gabriele “ti assicuro peraltro che, grazie al cielo, non ci manca niente, poiché il Signore ci provvede abbondantemente”.

I professionisti accompagnano genitori e maestri nella fase di progettazione. Ai lavori prendono parte anche i ragazzi della scuola Edile che hanno fatto del cantiere un “campo di pratica”. E se manca qualcosa, una pala o una carriola, basta una telefonata o un messaggio su WhatsApp: qualcuno risponde sempre con la soluzione a portata di mano. Parte così un restauro sociale a costo zero. Si chiede alle aziende di partecipare alla riqualificazione di un edificio storico per il più nobile degli scopi: educare e crescere bambini.

Oltre alla scuola, si desidera mantenere attivo un edificio storico e, scopo ancor più ambizioso, riqualificarlo e aumentarne il valore, trasformandolo in un luogo vivo, accessibile, utile alla comunità. Ciò significa anche utilizzare gli spazi a disposizione per fare non solo attività scolastica, ma anche coinvolgere le famiglie della scuola così come quelle esterne in mostre, convegni, concerti, spettacoli, corsi e tutto quanto può essere utile alla crescita della cittadinanza e alla sua aggregazione. Non solo mantenimento dunque, ma valorizzazione e condivisione. Inoltre, si vuole continuare ad ospitare il circolo anziani di Santa Maria che si vedeva già sfrattato e ora invece crede nel sogno di Titù. “Per noi – spiegano i promotori – rappresenta un valore aggiunto nella nostra volontà di riavvicinare le generazioni di piccoli e anziani, in linea con un’idea educativa che prevede di insegnare ai bambini, oltre alle materie, valori profondi e duraturi. Per gli anziani è un arricchimento oltre che voglia di mettersi in gioco”.

Intanto a Treviso i lavori proseguono, in un cantiere colmo di innovazione, entusiasmo, solidarietà e impegno sociale. Perché un sogno condiviso ha molta più forza del sogno di uno.