IL RITORNO DEL LAVORO DOMESTICO

tendenze in periodo di crisi
By Fabrizio Quarchioni
Pubblicato il 3 Marzo 2013

Numerose sono le categorie di inquadramento per questi lavoratori, a seconda del livello di istruzione e del grado di professionalità richiesto. Eccole nello specifico

Fino a qualche anno fa si diceva: ben vengano gli stranieri nel nostro paese, perché svolgono i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Uno di questi mestieri era sicuramente quello di domestico, alias colf o badante. Oggi, con il lungo perdurare della crisi, possiamo ancora dire questo? Sembrerebbe proprio di no, in quanto gli ultimi dati mostrano come molte italiane, e anche molte abruzzesi, sono tornate a cercare e a svolgere i servizi domestici. Certo, laddove il lavoro nelle famiglie richiede l’H24, ossia giorno e notte, tali attività restano ancora appannaggio delle lavoratrici straniere, ma negli altri casi il ritorno delle nostre lavoratrici appare consistente. È giusto, quindi, rispolverare gli elementi essenziali che caratterizzano un rapporto di lavoro domestico per orientarsi meglio quando l’occasione si presenta. Le categorie dei lavoratori domestici includono non solo le tradizionali colf e badanti, ma tutti quei lavoratori che prestano, a qualsiasi titolo, la loro opera per il funzionamento della vita familiare. Pertanto, anche giardinieri, cuochi, autisti, dame di compagnia, istitutori e bambinaie sono considerati lavoratori domestici. Numerose sono le categorie di inquadramento per questi lavoratori, a seconda del livello di istruzione e del grado di professionalità richiesto. Eccole nello specifico.
Categoria A: meno di 12 mesi di esperienza (non addetti alla persona) – addetto agli animali o aree verdi;
Categoria A super: addetto alla compagnia (solo persone autosufficienti) – anche baby sitter saltuaria in occasione di assenza temporanea dei familiari;
Categoria B: colf generico polifunzionale o baby sitter, custode o cameriere o giardiniere o autista o operaio qualificato;
Categoria B super: assistente a persone autosufficienti, comprese attività connesse a vitto e pulizie domestiche;
Categoria C: cuoco, compreso approvvigionamento di materie prime;
Categoria C super: assistente a persone non autosufficienti, comprese attività per vitto e pulizie;
Categoria D: maggiordomo, governante, capo cuoco, istitutore con requisiti professionali;
Categoria D super: personale in possesso di titolo di studio specifico con mansioni di gestione e coordinamento.
Generalmente le colf possono in-staurare con il proprio datore di lavoro tre tipi di contratto a seconda dell’impegno richiesto:
Colf a servizio intero – La lavoratrice domestica abita presso il datore di lavoro, usufruendo, oltre che della retribuzione, del vitto e dell’alloggio;
Colf a mezzo servizio – Le lavoratrici che prestano presso la stessa famiglia servizio per almeno 4 ore al giorno o per 24 ore settimanali;
Colf a ore – Le colf che prestano la propria opera in famiglia solo per alcuni giorni alla settimana e con un orario inferiore alla 24 ore settimanali.

I lavoratori domestici vanno obbligatoriamente assicurati presso l’Inps/Inail, per poter garantire loro la pensione, l’indennità di maternità, gli assegni familiari, le rendite da malattie professionali, la copertura sugli infortuni e l’eventuale indennità di disoccupazione (la famiglia che assume può dedurre dal reddito complessivo dichiarato, ai fini dell’Irpef, i contributi previdenziali obbligatori versati).

Relativamente alla retribuzione, ai lavoratori domestici spettano, oltre allo stipendio, la tredicesima, il tfr e l’indennità per eventuali ferie e festività non godute. Insomma, un lavoro come un altro, che d’altronde, molte abruzzesi hanno svolto in maniera eccellente, per molti anni, in giro per l’Italia e anche all’estero.

Per eventuali quesiti, pareri e approfondimenti:                          fquarch@tin.it

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