IL RIFIUTO CHE UCCIDE
C’è una relazione causale o di concausa tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati e l’insorgenza di malattie gravissime. L’appello alla politica del procuratore della Repubblica di Napoli Nord, Francesco Greco: “Fate presto, adesso non ci sono più alibi”
Fate presto, adesso non ci sono più alibi, bisogna intervenire con le bonifiche, la vera priorità è questa: rimuovere i rifiuti e risanare il territorio». Il procuratore della Repubblica di Napoli Nord, Francesco Greco, non usa mezze parole. Chiede alla politica di dare soluzione allo smaltimento di rifiuti illeciti e pericolosi.
Recentemente sono state rese note le risultanze di un importante rapporto frutto di un accordo siglato nel 2016 tra la Procura di Napoli Nord e l’Istituto Superiore di Sanità. Un dossier voluminoso e capillare che toglie ogni velo alle ipotesi, fissando paletti di concretezza scientifica. C’è una “relazione causale o di concausa tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati e l’insorgenza di malattie”. Lo studio, che ha un’alta valenza scientifica, ha preso in esame un’area di 426 chilometri quadrati divisa su 38 comuni, che equivale al territorio di competenza della Procura di Napoli Nord. Di questi 38 comuni, 19 sono in provincia di Napoli e 19 in provincia di Caserta. Sono stati presi in considerazione 2.767 siti di rifiuti controllati o non controllati, tra questi anche quelli soggetti ai roghi. Si è calcolato che sui 354 mila abitanti della zona presa in esame, il 37% vive entro 100 metri da uno dei siti inquinati. Al livello più pericoloso dell’indice Ies (Indice comunale di esiti sanitari) sono risultati i Comuni di Giugliano, Afra-gola, Mugnano e Casoria. I ricercatori precisano che “per i Comuni della provincia di Caserta ci si è potuti basare solo sui dati sanitari dal 2010 al 2012, non essendo disponibili ulteriori dati certificati da poter prendere in considerazione”. In pratica, nella cosiddetta Terra dei fuochi (territorio compreso tra la provincia di Napoli e l’area sud-occidentale della provincia di Caserta) l’insorgenza di alcune gravissime patologie come il tumore al seno, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite, hanno una relazione causale, o anche di concausa, con lo smaltimento illegale dei rifiuti.
Al grido di allarme lanciato dal procuratore Greco si affianca quello del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che allarga i confini di attenzione e prevenzione. “È necessario sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale”.
Ora che il neo governo Draghi si è dotato del super ministero della Transizione Ecologica, che accorpa nel dicastero dell’Ambiente anche i compiti energetici fino a ieri attribuiti allo Sviluppo economico, si spera che le grida d’aiuto non restino disattese. Papa Francesco docet: “Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo alcune volte, la natura non perdona. Se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta. Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il resto dell’umanità?”. Non è più possibile, dunque, tollerare situazioni del genere, ognuno di noi deve dare il proprio contributo in questa direzione, grande o piccolo che sia. Nello specifico, poi, è chiaro che si dovrà mettere in campo un’azione efficace sulla tracciabilità dei rifiuti. Il giochetto di chi ricorre allo smaltimento illegale, infatti, è più che noto. Gli scarti industriali devono essere smaltiti negli impianti autorizzati, con una spesa da mettere in bilancio. A quel punto, quindi, per evitare il pagamento delle tasse di smaltimento ci si rivolge all’industria mafiosa che pensa a far “sparire” i rifiuti. Cioè li dissemina qui e là avvelenando terreni e falde acquifere. Per non parlare, poi, del fenomeno delle discariche abusive o dell’abbandono incontrollato di rifiuti urbani e speciali e degli incendi che sviluppano diossina. Ovviamente parliamo di una fetta di società composta di gente priva di morale ed etica, guidata solo dal dio denaro.
Vediamo, allora, se attraverso la montagna di soldi ottenuta dal precedente governo con il Recovery Plan, si potrà realizzare un intervento serio di bonifica e quindi di prevenzione. Quello dello smaltimento illegale dei rifiuti è un problema che riguarda tutto il Paese. Di conseguenza la lotta alle ecomafie dev’essere strutturata in maniera capillare e senza confini. Come anche il controllo scrupoloso delle aziende. Il ruolo della politica è quello di tramutare in risposte concrete le esigenze della collettività. E non, invece, quello di organizzare giochetti e teatrini di palazzo sulla pelle della gente.