Il sabato, hanno insegnato ai giovani studenti Passionisti, i religiosi della Congregazione nel tempo dedicato alla preghiera, sono soliti meditare sul Paradiso. Un confratello domanda un giorno a Gabriele se ha seguito questa tradizione. Ma resta sorpreso quando si sente rispondere: “Il mio Paradiso sono i dolori della madre mia, la Madonna”. Gabriele apre così uno spiraglio luminoso che permette di scorgere la dimensione tipica della sua spiritualità: uno struggente amore verso l’Addolorata.
Maria Addolorata è il paradiso di Gabriele, è la sua grande devozione; in essa concentra il suo affettuoso pensiero, da lei è rapito e affascinato. E’ Lei il cuore del suo cuore, il cielo del suo cielo. Guardare Maria sotto la croce, associata alla Passione di Gesù, è per lui sorgente di santità, è affettuosa contemplazione. E in questa contemplazione si intenerisce e si commuove fino alle lacrime: vorrebbe prendere per sé tutti i dolori della Madonna e racchiuderli nel suo cuore di figlio amatissimo.
Coerente con la vocazione passionista è devotamente presente sul Calvario dove apprende la sapienza cristiana della croce; sosta vicino alla Madre nel cui cuore vede riflessa la Passione del Figlio, impara ad amare il figlio Crocifisso con la tenerezza della Madre. Il suo cuore è un cuore crocifisso dalla Passione di Gesù e dai dolori della Madre. Quella di Gabriele è la stupenda esperienza di un avvincente cammino spirituale raro se non unico nella agiografia cristiana.
Questa devozione è cresciuta con lui, trasmessagli dal papà che, dicono i testimoni, era “devoto egli stesso della Madonna Addolorata; ne insinuava e ne inculcava la devozione ai figlioli”. Mai insegnamento paterno ha prodotto un frutto così prezioso e benedetto. Gabriele, attesta il fratello Enrico sacerdote, “negli anni che stette a casa, mostrò devozione particolare a Maria Addolorata”. In casa, nella sua cameretta, ha una immagine dell’Addolorata davanti alla quale arde sempre una lampada, ma soprattutto cresce il suo affetto di bambino, di adolescente e di giovane. Possiede anche una statuetta della Pietà cui è particolarmente affezionato.
Raccolto in preghiera davanti ad essa, il giovane Gabriele confida ogni giorno alla madre celeste il tormento e l’amarezza del suo nomade cuore nell’affannosa ricerca di qualcosa di bello cui consacrare la vita. Vola a ringraziare l’Addolorata quando cadono gli ultimi ostacoli che gli impediscono di varcare la soglia del convento. Da religioso scrivendo al papà, spesso domanderà notizie della statuetta: “Vi raccomando la statuetta dell’Addolorata che mi era cara e che vi detti per ricordo quando lasciai casa”. Al papà dice anche: “Ricordate ai fratelli da parte mia con parole veramente di padre, quale sempre avete fatto, una ferma e stabile devozione a Maria Santissima. Si ricordano essi dei suoi dolori? Desidererei che teneste assai conto ed ossequiaste quell’immagine della Madonna Addolorata che avevo io. Questo può essere il ricordo che potete avere di me, assai a me gradito e più ancora a Maria Santissima”.
Gabriele recita ogni giorno, e spesso con le braccia spalancate in forma di croce, sette “Ave Maria”, in ricordo dei sette dolori della Madonna cari alla pietà cristiana. Gli è carissimo il mese di settembre, dedicato all’Addolorata. Nel convento di Isola del Gran Sasso, restaura con amore una statua dell’Addolorata e la restituisce gioiosamente alla venerazione della comunità. Durante la dolorosa, ultima malattia stringe al petto l’immagine dell’Addolorata e del Crocifisso che ha sempre custodito nel suo libro di preghiera. Accetta sereno il dolore e non teme neppure la morte, anzi offre con gioia la sua giovane vita unito a Gesù Crocifisso e Maria Addolorata. Ama lo “stabat mater”, inno che rievoca i dolori di Maria: lo vuole ascoltare anche sul letto di morte.
Gabriele, fino al termine della sua breve vita terrena, vive serenamente ed intensamente partecipe, il mistero della Croce, insieme alla madre di Gesù. Si inabissa, come in un dolce naufragio, nella contemplazione dei dolori di Maria. Tale è l’ardore e tale e l’intensità che ai testimoni sembra “voglia spirare con la Madonna”.
E come potrebbe fare e desiderare diversamente se lui, Gabriele dell’Addolorata, ha ormai trovato il “suo Paradiso” nella contemplazione di Maria, la madre Addolorata? Sarà proprio Lei a venirlo a prendere e portarlo in Paradiso.