Il paese dei “Gabrieli” in festa per il santo

A Bovolenta, paese a 20 chilometri da Padova, san Gabriele è di casa da lungo tempo. Risale infatti al 1930 l’inizio della grande devozione dei bovolentani verso il giovane santo. In quegli anni il presidente dell’Azione cattolica di Bovolenta, Raimondo Masiero, entra in contatto con Michele Possenti, fratello del santo. Inizia una storia di devozione che non si interromperà più, anzi si consoliderà nel corso di quasi un secolo. Il 2 marzo 1930 arriva a Bovolenta una bella statua lignea del santo, dono del fratello Michele, e il paese organizza una grandiosa festa. La devozione aumenta di anno in anno, finché nel 1938, in occasione del centenario della nascita del santo, i fedeli decidono di innalzare un altare al santo nella chiesa parrocchiale dedicata a sant’Agostino. Alla raccolta di offerte partecipano anche molti soldati impegnati al fronte. Finalmente il 28 febbraio 1944 l’altare può essere consacrato. Viene anche donata una nuova statua del santo. Nel frattempo a Bovolenta si parla di vari prodigi operati dal santo, soprattutto in favore di bambini malati, il che non fa che aumentare la devozione. Sono sempre più numerosi i genitori che decidono di chiamare i figli Gabriele o Gabriella. In seguito, nel 1971 a Bovolenta arriva una reliquia insigne del santo, donata dal vescovo passionista Stanislao Battistelli, che viene collocata in un prezioso reliquiario.

Ormai la devozione travalica i confini del paese e si estende anche in molti centri del padovano, tanto, come ricorda lo storico del luogo Adriano Tasca, da indurre i sacerdoti del vicariato di Bovolenta a chiedere all’arcivescovo di Padova di conferire alla chiesa parrocchiale il titolo di “Santuario di san Gabriele dell’Addolorata”, cosa che avviene il 17 aprile 1971. Si tratta forse dell’unica chiesa al mondo, al di fuori del santuario abruzzese, che può vantare un simile titolo. Fin dal 1930, ogni anno, a Bovolenta san Gabriele viene onorato solennemente con festeggiamenti che coinvolgono tutta la popolazione. L’ultimo desiderio rimasto è ora quello di avere un giorno anche l’urna con le spoglie mortali del santo.

Il desiderio diventa realtà il 20 novembre 2014, quando dal santuario arriva l’urna del santo per un pellegrinaggio straordinario. A Bovolenta, da tempo conosciuto anche come il paese dei “Gabrieli”, l’urna viene accolta con tutti gli onori dal parroco don Luciano Lazzari, dal comitato organizzatore, dai fedeli, dal sindaco Vittorio Meneghello, con buona parte dell’amministrazione comunale. Nelle sue parole di benvenuto del sindaco risalta la grande devozione dei suoi concittadini: “Quanta modernità e quanta attualità nella figura del nostro Checchino, soprattutto con riferimento ai tempi che stiamo vivendo, alle pulsioni e alle tensioni che attraversano la nostra società, la nostra comunità, il frequente disorientamento dei nostri giovani di fronte alle scelte da fare”. Il rettore del santuario di san Gabriele, padre Natale Panetta, ringrazia per la bella accoglienza e si dice sicuro che la visita del santo lascerà un segno. E sottolinea l’ottima preparazione dell’evento grazie all’impegno del parroco e dei numerosi membri del comitato organizzatore.

Una lunga processione accompagna l’urna nella chiesa parrocchiale. Qui in serata il vicario generale della diocesi di Padova, monsignor Paolo Doni, presiede una solenne celebrazione eucaristica, davanti a una chiesa gremita di fedeli. Segue una suggestiva fiaccolata notturna animata dai giovani. Nei giorni seguenti si susseguono varie celebrazioni e incontri con i devoti del santo, in particolare con bambini, giovani e malati. Significativo l’incontro nella palestra comunale la sera del 21 novembre, quando tutte le associazioni presenti a Bovolenta si raccontano al santo e alla comunità. In pratica non manca nessuno: associazioni culturali, socio-assistenziali, religiose, sportive, ricreative. Ci vorrebbe una palestra due volte più grande per ospitare tutti i partecipanti.

L’ultimo giorno l’urna viene portata in tutte le contrade del paese per un omaggio corale dei cittadini. Dopo la messa conclusiva celebrata nel pomeriggio del 22 novembre da don Giuseppe Padovan, vicario episcopale della diocesi di Padova, l’urna riparte per il suo santuario, dopo due giorni vissuti con intensità e simpatia verso un giovane che ha saputo sedurre il cuore di tutti. Alla partenza solo lacrime e commozione, ma anche tanta felicità, con la promessa di venire a trovare il santo al più presto al suo santuario sotto il Gran Sasso.