IL NODO DELLA TAV 

By Nicola Guiso
Pubblicato il 1 Aprile 2019

Il titolo della nota di febbraio era Clima elettorale con riferimento alle elezioni europee di maggio, nelle quali il sistema proporzionale puro spingerà alla moltiplicazione delle liste e a un aspro confronto dei gruppi partecipanti. I fatti politici successivi alla nota hanno confermato tali previsioni. In particolare le elezioni regionali sarde (con metà dei voti persi dal M5S rispetto alle politiche nel 2018) e il duro confronto che si è aperto tra Lega e M5S sulla linea ad alta velocità Torino-Lione. Infatti, per i due partiti sui quali si regge il governo, la Torino-Lione riguarda una “scelta identitaria”. Cioè espressione della propria natura, dunque difficilmente compatibili l’una con l’altra. Una iniziativa del presidente Conte ha consentito di rinviare a settembre le decisioni definitive sulla disponibilità per le imprese dei fondi già stanziati, oltre che da Italia e Francia anche dall’Unione Europea. Comunque, a settembre l’Italia dovrà decidere se: confermare la scelta fatta sulla Torino-Lione; chiedere, per farlo, nuove condizioni, oppure invalidarla.

Queste le ragioni “identitarie” dei due partiti: la Lega considera il tratto Lione-Torino-Trieste della linea ad alta velocità Lisbona-Kiev, vitale per le imprese italiane, in quanto strumento che le metterebbe alla pari con quelle degli altri paesi dell’Unione Europea per capacità competitive e commerciali. Il M5S considera invece il progetto vecchio e costoso. E ritiene che le risorse ad esso destinate dovrebbero essere invece impegnate a migliorare le infrastrutture viarie, ferroviarie e del Web in tutta Italia, e in particolare nel Mezzogiorno; posizione sostenuta anche dal presidente Conte nella iniziativa ricordata. Non è dunque volontà polemica prevedere che, se non prima, dopo le elezioni europee il dover decidere sulla Tav metterà a dura prova l’alleanza giallo-verde, anche se Salvini e Di Maio affermano che durerà tutta la legislatura.

Le aspre polemiche sulla Tav – che oltre ai due della maggioranza di governo investono anche gli altri partiti – hanno pure messo in evidenza dove lo scontro potrebbe trovare lo sbocco finale, partendo da un dato incontestabile: La legge sulla Torino-Lione è stata approvata dal Parlamento nel 2013 con carattere di trattato internazionale, perché coinvolge anche la Francia l’Unione Europea. Pertanto ogni decisione di modifica o di rigetto della legge spetta al Parlamento. E in Parlamento contro la Tav, oltre al M5S sono schierati solo alcuni rappresentanti dell’ultrasinistra. È anche escluso un referendum abrogativo della legge sulla Tav, perché l’articolo 75 della Costituzione vieta referendum su trattati internazionali.

Altro fatto che crea tensioni tra la Lega e il M5S sono i nuovi rapporti con la Cina, evidenziati anche dalla recente visita in Italia del presidente Xi Jinping. Il grande paese asiatico infatti, al fine di realizzare la sua strategia commerciale verso l’Europa (“La via della seta”) guarda con interesse ai porti di Trieste e di Genova. La Lega teme che il fatto possa allentare i nostri legami con gli Sati Uniti. Il M5S nega questa possibilità, giudizio che sarebbe condiviso, di fatto, anche dal capo dello Stato.

Infine, per ciò che rappresenta nell’industria italiana, è avvenimento di rilievo il rinnovo del contratto di lavoro tra la Fiat-Craisler-Auto e la Fim-Cisl, l’Uilm e l’Assoquadri. Prevede un aumento salariale del 2% l’anno; aumento del bonus annuale su obiettivi di produttività ed efficienza; sviluppo della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa; ulteriore ampliamento degli spazi di partecipazione dei sindacati nella scelta degli indirizzi operativi dell’impresa e della loro attuazione in Italia. Come per i due precedenti rinnovi la Fiom-Cgil non ha firmato. Ambedue le volte però il rinnovo del contratto è stato ratificato, e con larghe maggioranze, dai dipendenti; e i sindacati che lo hanno firmato sono certi che sarà ratificato anche questa volta. Corale e sincero, è giusto ricordarlo, il dolore per la morte nel disastro aereo in Etiopia degli otto italiani impegnati in programmi di solidarietà con paesi africani.

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