IL LUPO RESTITUISCE LA PECORA

By Michele Migliozzi
Pubblicato il 1 Marzo 2014

«Forza lupi so’ finiti i tempi cupi» così incoraggiava la squadra del cuore, dopo un periodo di crisi, la tifoseria romanista. Uno slogan adattabile a quei lupi che non scendono in campo ma dalle montagne che, dopo aver rischiato l’estinzione, tornano numerosi a percorrere le valli dell’Appennino e a popolare in particolare la zona della Maiella. L’ente parco, dopo averne censiti circa 90 esemplari divisi in una decina di branchi, ha deciso di voltare pagina rispetto al rapporto problematico tra l’uomo e il più affascinante dei predatori con il progetto denominato: Il lupo restituisce la pecora. L’idea è quella di restituire gli ovini predati attingendo a due “greggi del parco” affidati a pastori locali, andando così oltre la prassi del burocratico indennizzo dei capi perduti. I danni arrecati al bestiame dai lupi sono già limitati grazie a misure di prevenzione e mitigazione molto innovative messe in atto da tempo. Le numerose iniziative pro-lupo – in primis la legge di tutela della specie, poi gli studi sui branchi favoriti dal radio collare – hanno permesso agli ultimi 100 lupi presenti in Italia negli anni 70 di divenire oggi circa 2000.

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