IL FISCO MONITORA I NOSTRI CONTI CORRENTI
Salvo proroghe e ulteriori sorprese dell’ultima ora, il conto alla rovescia è scaduto: i conti degli italiani sono spiati dal fisco. Infatti, le banche e gli altri intermediari del settore finanziario (Poste italiane, Sim, Sgr) dovranno segnalare all’anagrafe tributaria tutti i dati sensibili, riconducibili ai rapporti instaurati con la propria clientela. In concreto, passano sotto la lente del fisco tutti quegli strumenti finanziari che vanno sotto il nome di conti correnti, dossier titoli, certificati di deposito, carte di credito e debito e non solo, come vediamo in seguito. Si tratta di un’evoluzione della “vecchia anagrafe” dei conti, fortemente voluta dal governo Monti con il decreto legge 201, al fine di contrastare le frodi a danno dell’erario. Quest’ultimo, adesso, si è dotato di uno strumento, il database più ricco e completo al mondo.
In verità dal 2006 l’Agenzia delle entrate, attraverso l’anagrafe dei conti, era già in grado di conoscere i nominativi dei contribuenti che avevano avviato un rapporto finanziario e, per esempio, il numero di conti aperti in una o più banche. Ma d’ora in avanti potrà “vedere” molto di più. Lo spettro di dati comunicati dagli intermediari alla “nuova anagrafe” dei rapporti finanziari sarà piuttosto vasto e completo, anche per vedere il passato. La trasmissione prevede queste tappe: nel novembre scorso è stata ultimata la comunicazione dei rapporti esistenti nel 2011, per quelli censiti del 2012 occorrerà aspettare il prossimo 31 marzo. Invece, per i rapporti e i conti accesi dal 2013 si dovrà aspettare il prossimo aprile. Vediamo nel dettaglio, allora, quali sono i dati obbligatori che le banche, Poste italiane, società di gestione del risparmio e intermediari finanziari, dovranno rendere noto al fisco italiano. Per un conto corrente aperto presso una propria filiale, ad esempio, la banca dovrà comunicare tutti i dati identificativi del rapporto, compreso il cosiddetto “codice univoco”, riferito al soggetto (persona fisica) o alla società che ne ha la disponibilità e a tutti i cointestatari (nel caso d’intestazione a più soggetti), nonché i dati concernenti il saldo iniziale al 1° gennaio e al saldo finale al 31 dicembre (per i conti infrannuali saldo iniziale e finali dovranno essere focalizzati sulle date di apertura e cessazione del rapporto). Inoltre, andranno indicati gli importi totali delle movimentazioni effettuate nei 12 mesi, distinte tra dare e avere. In altre parole, dovranno essere specificati l’importo totale degli accrediti e degli addebiti dell’anno. Oltre ai conti correnti, nel censimento fiscale saranno inclusi, tra l’altro, i conti deposito titoli, le gestioni patrimoniali, i rapporti fiduciari (legge 1966/39), le carte di credito/debito, il numero delle operazioni extra-conto, i certificati di deposito, i buoni fruttiferi, i contratti derivati e perfino gli acquisti o le vendite di oro e metalli preziosi. Per le cassette di sicurezza occorrerà segnalare, ad esempio, quante volte il titolare vi avrà avuto accesso. Non confluiranno, al contrario, nell’archivio dei rapporti finanziari saldi e movimenti collegati ai finanziamenti, crediti, garanzie e fondi pensione.
Rispetto al funzionamento del nuovo regime permane qualche perplessità che il ministero dell’Economia e associazioni di categoria stanno però provando via via a dissipare, come per il trattamento diverso da riservare ai rapporti sottoposti a sequestro, pignoramento o precedura esecutiva, i rapporti in valuta estera (per cui potranno essere usati sia i cambi medi sia quelli di fine anno) o le operazioni extra-conto (solo dal 2014 si dovrebbe indicare il “ruolo” svolto dalle persone che le effettuano).