Siamo nell’era dei 140 caratteri non uno di più, della comunicazione sprint, dell’hashtag lapidario, della scattante giovinezza, dell’accelerazione universale. Perciò devo cavarmela con poche battute. Ma davvero grande giorno sarà il prossimo 21 settembre. Un autentico D-day che passerà agli annali della storia come il giorno della dedicazione del nuovo santuario di san Gabriele. Nel numero scorso un ampio servizio di copertina ripercorreva le varie fasi della ciclopica realizzazione (luglio agosto, pagg 18-21) e anche in questo numero (pag 7) vi torniamo con apposito intervento dello stesso collaboratore.
Sarà dunque il cardinale Ennio Antonelli a capo della delegazione pontificia inviata da papa Francesco a consacrare il sacro tempio e apporre la firma sul registro della memorabile data. Tutto a lode e gloria di Dio, dedicato per i secoli al santo del sorriso Gabriele dell’Addolorata.
Ciò detto, lo sguardo si volge inevitabilmente sull’Italia che, esaurite le magre ferie estive, annaspa nella morsa della crisi nonostante gli sforzi e l’abilità dialettica del premier Matteo Renzi, ora anche alla guida della Ue per il semestre di turno. E magra consolazione constatare che anche la cancelliera di ferro tedesca Angela Merkel ha dovuto abbassare i toni per il rallentamento che coinvolge la bundesbank.
Riparte anche la scuola e Renzi promette “vi stupiremo”. Staremo a vedere. Intanto c’è già qualcosa di stupefacente nel fatto che per la prima volta i soldi non vengono tagliati alla scuola ma investiti nella scuola. Ma io sono ancora col pensiero a quel prof del liceo di Saluzzo ritenuto “bravo, buono e onesto” che ha patteggiato due anni di pena con la condizionale e un risarcimento alle due studentesse delle sue molestie sessuali. A farmi sentire addosso l’orticaria è sapere che c’è stato perfino un tentativo degli avvocati affinché il risarcimento cancellasse i fatti. Sono un prete di periferia, non ho titoli per sentenziare, ma pensare che si possa comperare l’innocenza mi sembra aberrante. Il gravissimo male fatto in un ambiente fragile e delicato come la scuola fa tremare le vene e i polsi, va scontato senza alcun condono. I giovani e i bambini offesi in questo modo restano traumatizzati per tutta la vita.
Negli oltre quarant’anni passati a scuola tra innumerevoli generazioni di teenagers ho capito che l’insegnamento non è un mestiere, ma una missione da affrontare con solida preparazione universitaria, tirocinio e amorevole dedizione.
Pensavo che il misfatto avesse risvegliato le coscienze. Pensavo male, povero illuso. Giunge notizia che nella stessa Saluzzo un altro “bravo” prof è indagato per le stesse scelleratezze. Beh, a questo punto mi cade la penna di mano. Spero solo nel benevolo sguardo di Gabriele. Lui, studente modello capace di roteare in aria un coltellaccio per respingere le avances di uno scostumato, non si faccia distrarre eccessivamente dalla solenne festa del prossimo 21 settembre.
*Questo editoriale esce per la squisita cortesia del reparto di medicina generale dell’ospedale civile di Teramo che, in sinergia con urologia e chirurgia, ha fatto un (quasi) miracolo per rimettermi in sesto appena in tempo utile. Ho avuto infatti qualche problema di salute e ho trovato un ambiente straordinario. Oltre a elevata professionalità, dal primario all’ultima collaboratrice ho incontrato una delicatezza e una umanità che per un paziente spesso è più efficace del farmaco stesso. Né si pensi a un riguardo personale, con occhio di giornalista ho potuto rilevare la stessa attenzione perfino con i visitatori. A tutto lo staff un plauso e il mio sentito ringraziamento.