C’è la guerra alle porte dell’Europa. Una guerra brutale e impari: lo scorso 24 febbraio, il gigante russo ha invaso il piccolo stato, indipendente dal 1992, dell’Ucraina.
Papa Francesco ha invitato i cristiani a offrire il digiuno delle Ceneri per la pace nel mondo perché in otto giorni si contano a migliaia le vittime, anche tra i civili.
I Passionisti, in Ucraina, hanno un solo convento a Smotrych, in Podolia, circa 4 ore di auto a sud di Leopoli. Lo scorso 27 febbraio, celebrando san Gabriele dell’Addolorata, hanno fatto la supplica al sacro cuore di Maria e consacrato l’Ucraina al cuore della Vergine, sperando e pregando per la pace.
Ieri è iniziata la Quaresima e padre Łukasz Andrzejewski, superiore dei passionisti di Polonia, Ucraina e Repubblica Ceca, ha osservato: «Per i nostri fratelli in Ucraina, quest’anno è un tempo di eccezionale vicinanza a Gesù sofferente».
Chiediamo a padre Łukasz di descriverci la situazione di Ucraina e Polonia oggi.
Iniziamo dall’Ucraina…
La regione della Podolia, dove si trova il nostro convento, – dice – è attraversata da colonne di soldati ucraini. Attualmente è tranquilla, ma gli allarmi bomba sono quotidiani e spesso arrivano anche di notte. La città di Smotrych, dove si trova il nostro convento, non ha un sistema di allarme, e l’unico allarme è costituito dalla campana della chiesa: i messaggi arrivano al superiore e lui fa suonare le campane.
Il convento è quindi un punto di riferimento per la gente…
Tante persone in fuga da città più grandi o che cercano di espatriare, si fermano presso il convento alla ricerca di un riparo. Attualmente sono ospitate stabilmente oltre cinquanta persone, mentre altri chiedono solo un riparo per dormire durante le ore del coprifuoco (dalle 22 alle 7). Si cerca di assicurare un pasto a tutti, nonostante le provviste siano poche e i tre religiosi ucraini (tutti tra i 18 e i 60 anni) siano obbligati a rendersi disponibili per l’esercito, qualora chiamati.
Di che cosa si avverte maggiormente il bisogno?
Molti i beni che scarseggiano, a partire dalla benzina, ma anche cibo e medicine. E anche volendo inviare o portare aiuti dai conventi polacchi, questo non è possibile per via dei numerosi posti di blocco.
Quale è lo stato d’animo dei confratelli che vivono in Ucraina?
Sono atterriti. Le notizie di città e zone residenziali devastate dai bombardamenti, la possibilità che alcuni dei loro cari siano caduti e non saperlo sono possibilità reali che mettono a dura prova lo stato d’animo dei religiosi….
Oltre alla casa religiosa, in Ucraina avete anche una struttura assistenziale per anziani e malati…
Sì, è la Casa della Misericordia. È una struttura giovane. L’attività è iniziata nel 2017 anche grazie alla collaborazione delle suore della carità. Oggi accoglie 31 persone, di cui 10 bisognose di assitenza sanitaria continua e alcune suore fuggite da Mariupol durante l’assalto russo alla città.
Quale è invece la situazione in Polonia?
In Polonia sono arrivati già più di 600.000 rifugiati. Noi ne ospitiamo alcuni nei nostri conventi, e raccogliamo beni di prima necessità per loro perché spesso, fuggendo dalla guerra, con sé non hanno nulla. I religiosi che conoscono la lingua, invece, aiutano con le formalità, la burocrazia e i contatti. In generale, facciamo del nostro meglio per aiutare chi possiamo.
Lei è superiore dei passionisti di Polonia, Ucraina e Repubblica Ceca. Probabilmente nelle visite canoniche avrà già attraversato questi Paesi…
Negli ultimi 5 anni ho visto l’Ucraina svilupparsi. Oggi, l’intero sforzo di molti anni di lavoro sta cadendo in rovina. È molto difficile per me guardare luoghi che conosco così bene, oggi bombardati. La tragedia più grande, tuttavia, è la sofferenza delle persone.
Se potesse inviare un messaggio…
Chiedo a tutti di pregare per la fine di questa follia. Ricordate anche i caduti nelle vostre preghiere. Che trovino la misericordia di Dio attraverso la Passione di Cristo.
Poi, vorrei ringraziare tutte le comunità passioniste e i singoli religiosi che inviano le loro espressioni di sostegno, di preghiera e di aiuto sostegno finanziario ai nostri fratelli in Ucraina. Non sempre sono in grado di rispondere e ringraziare subito a causa della mancanza di tempo e della stanchezza, ma tutti i passionisti in Polonia e Ucraina vi ricordano nelle loro preghiere.
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