il culto del cuore misericordioso di Gesù

By Mons. Antonio Riboldi
Pubblicato il 2 Giugno 2017

Abbiamo celebrato il grande dono della Risurrezione di Gesù e l’invio del suo Spirito, nella Pentecoste: un evento che ha come messo alle spalle il disordine, lo smarrimento dell’umanità, per cedere il posto all’amore e alla misericordia. Ma il mondo è scosso dalle insurrezioni e dalle tragedie, che avvengono nel Medio Oriente, e non solo. Tanti popoli vanno in cerca della propria libertà negata, spesso a mani vuote, con la sola “arma” del proprio diritto alla pace, scontrandosi con la violenza di chi nega tale diritto, per affermare il proprio dominio. Ma non è solo il mondo in guerra, che ci inquieta. È quell’aria di violenza, di isolamento, di intolleranza, che circola ovunque. Si rimane storditi per quanto avviene tra noi, tra le mura delle nostre case, sulle nostre piazze, per le violenze che sembrano sempre occupare i primi posti nella cronaca.

Anche nella vita quotidiana, nelle relazioni interpersonali, prevale il senso della vendetta, di chi ignora il valore costruttivo del perdono e della misericordia. Si ha come la sensazione che sia già tramontata la pace che Gesù augurava ai suoi discepoli, dopo la violenza sul Calvario. Anche allora, per gli apostoli, sembrò che il loro sogno di amore con Gesù fosse definitivamente finito. È facile nei comportamenti impulsivi dividersi per nulla o usare, nel linguaggio comune, parole di odio: “Te la farò pagare”. Abbiamo perso il senso del perdono, quello che Gesù gridò dalla croce. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”: parole che certamente Gesù ripete, guardando il nostro oggi. Diciamocelo con sincerità: abbiamo perso il grande dono del perdono, sola via della pace e del vangelo. Non conosciamo più la misericordia, vero “volto” del nostro Dio, che santa Faustina Kowalska (1905-1938), suora polacca, rivelò al mondo. San Giovanni Paolo II, che conobbe sul suo corpo la ferita della violenza, volle che la Festa della Divina Misericordia venisse celebrata la seconda domenica di Pasqua… e non è certamente un caso, che la sua beatificazione sia avvenuta proprio in quel giorno!

Suor Faustina ha lasciato scritto nel suo diario: “Provo un immenso dolore quando osservo le sofferenze del prossimo. Tutti i dolori del prossimo si ripercuotono sul mio cuore; porto nel mio cuore le loro angosce in modo che mi annientino anche fisicamente”. È a questo amore che l’umanità di oggi deve ispirarsi per affrontare la crisi di senso, le sfide dei più diversi bisogni, soprattutto la salvaguardia della dignità di ogni persona umana. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio: per ciascuno Cristo ha dato la sua vita… In tante case vi è l’immagine di Gesù misericordioso, che riproduce la visione che santa Faustina ebbe a Plock il 22 febbraio 1931. L’immagine rappresenta il Cristo risorto con i segni della crocifissione. Dal cuore escono due raggi. Gesù sul significato dei raggi ha dato la seguente spiegazione: “Il raggio pallido rappresenta l’acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il sangue che è la vita delle anime. Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della mia Misericordia, quando sulla croce il mio cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia”.

È davvero grande e consolante il messaggio che Dio ci rivolge svelando la sua misericordia: a noi, che tante volte, consapevoli della nostra miseria, abbiamo quasi “paura” di lui, come giudice. Preghiamo dunque il Padre con le parole della coroncina della Divina Misericordia, dettata da Gesù a santa Faustina, a Vilnius nell’anno 1935. Si usa la corona del Rosario. Sui grani del Padre nostro recitiamo: “Eterno Padre, ti offro il corpo e il sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero”. Sui grani dell’Ave Maria: “Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”.

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