QUANDO CHIEDI QUALCOSA DI IMPOSSIBILE, PER OTTENERLA DEVI ANDARE A DANZARE A CHALMA. OGNI ANNO VISITANO IL SANTUARIO OLTRE 2 MILIONI DI PERSONE
Nel mese di settembre la liturgia celebra l’Esaltazione della croce. Per stare in tema, mi è venuta l’idea di accompagnare i lettori in un santuario del Messico, immerso nel verde boschivo di montagne impervie. Si chiama Chalma. Un piccolo centro di 1700 abitanti a 95 chilometri da Città del Messico. In quel luogo fu costruito nel 1537 un santuario, a seguito del rinvenimento di un misterioso crocifisso all’interno di una caverna. Le vicende che lo contraddistinguono sono avvincenti. Antichi culti pagani emergono come realtà che, quasi in dissolvenza, cedono il posto all’avvento del cristianesimo. Da premettere che le montagne di Chalma sono caratterizzate dalla presenza di numerose grotte.
Gli indigeni al tempo dei conquistadores credevano che quelle cavità fossero sacre e una divinità chiamata Tezcatlipoca (Il Signore oscuro della caverna) le controllasse. Un cronista dell’epoca, Francisco de Florencia, narra che nel 1689 in una caverna vi era l’idolo di Oxtoteotl, una divinità a forma di uomo nero, con presunti poteri magici e di guarigione. Questa divinità appariva a volte sotto forma di giaguaro, altre del dio della guerra. I locali che vi si portavano per adorarlo dovevano camminare giorni interi tra le montagne, recando fiori e incenso. Giunti sul posto, si bagnavano nel fiume lì vicino alimentato da una sorgente sacra, bevevano quell’acqua ed entravano nella grotta. Alcuni studiosi hanno rinvenuto all’interno perfino resti di sacrifici umani.
Chalma appartiene alla regione messicana di Malinalco. Nel 1537 giunsero in quella località i frati agostiniani Sebastiano di Tolentino e Nicola Pera. I due missionari intrapresero subito l’opera di evangelizzazione. Quando in seguito vennero a conoscenza del culto di Oxtoteotl, convinsero la popolazione a distruggere l’idolo. Ma dopo qualche giorno dovettero loro stessi recarsi nella grotta per abbattere quella statua. Fu in questo contesto che si verificò la misteriosa scoperta che diede origine al santuario di Chalma. Appena i due missionari misero piede nella caverna, rimasero stupefatti nel vedere l’immagine di un Cristo crocifisso al posto dell’idolo frantumato per terra. Di fronte a quello spettacolo gli indigeni caddero in ginocchio e si convertirono al cristianesimo. La presenza del crocifisso cambiò quella grotta in un frequentatissimo santuario. Più tardi l’entrata della caverna fu ampliata e all’interno venne innalzato un altare a san Michele.
Il prodigioso crocifisso rimase nella storica caverna per 143 anni. Poi, nel 1683, fu portato in una chiesa situata nel canyon sottostante. Gli indigeni, anche dopo la conversione al cristianesimo, conservarono elementi di credenza pagana. Temevano, ad esempio, che gli spiriti cattivi continuassero ad aggirarsi tra quelle valli e quelle montagne. Per spaventarli e allontanarli piantarono sulle rocce e sulle alture croci d’ogni dimensione, alcune alte fino a sette metri. Questo tipico culto, in uso anche oggi, contempla un particolare cerimoniale: Ogni croce appartiene a un gruppo specifico di fedeli che tutti gli anni la portano giù al santuario per dipingerla e adornarla. Poi la rimettono al loro posto sulla montagna, e il rituale finisce con canti e balli, vegliando sotto la croce per tutta la notte.
Possiamo ritenere che una delle tradizioni più radicate a Chalma sia quella di ballare nel complesso del santuario. Vengono eseguiti balli tradizionali da tutto il Messico, con pellegrini vestiti nei loro costumi tradizionali regionali. I devoti credono che queste danze, svolte in onore del Cristo, purificano dai peccati. Questa forma di religiosità è diventata così famosa in Messico da dare origine a un detto popolare: Quando chiedi qualcosa di impossibile, per ottenerla devi andare a danzare a Chalma.
Il santuario consiste in una chiesa appartenuta a un ex monastero del XVII secolo. Nel corso degli anni ha subìto non poche trasformazioni. L’attuale edificio risale al 1830. La facciata e l’interno sono di stile neoclassico. Sul portale della chiesa spicca una iscrizione evangelica che recita: Venid a mi todos los que estáis trabajados y cansados y yo os aliviaré, Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro.
È doveroso informare che il crocifisso davanti al quale si raccolgono in preghiera i pellegrini non è quello originale, distrutto da un incendio nel XVIII secolo, ma una riproduzione di ciò che è rimasto dopo l’incendio. Grazie ai miracoli che sono stati attribuiti al Cristo di Chalma, il santuario è uno dei più visitati nel Messico, secondo solo al santuario di Guadalupe. Da una statistica del segretario del Turismo, risulta che ogni anno visitano Chalma oltre 2 milioni di persone.
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