di Jessica Anthony, Traduzione di Dario Diofebi,
Sur, pp. 144, euro 16,50
Candidato al National Book Award, Il colpo segreto rispetta l’unita di tempo: avviene tutto nei limiti di una (mezza) giornata. Se si considerasse solo il luogo in cui i fatti accadono – o non accadono – si direbbe che anche la seconda unità aristotelica è rispettata. La rottura della quotidianità si concretizza infatti entro uno spazio circoscritto: la piscina condominiale, in cui Kathleen decide di immergersi in una banale domenica del 1957, disertando la consueta tappa in chiesa con marito (Virgil) e prole al seguito. La linfa del romanzo sta però nella rottura della terza unità, quella di azione: la “fuga” di Kathleen è il pretesto per ripercorrere la storia di un matrimonio che, costruito sulla forte volontà di intrecciare due vite, ne ha cambiato il corso in maniera autonoma. Cosa ne è stato delle loro esistenze da individui? Quanto è rimasto nella coppia dei progetti di ciascuno?
Nella quieta cornice degli anni 50, Anthony osserva al microscopio una relazione che richiama le atmosfere del Revolutionary Road di Yates e delle pagine più “domestiche” di Fitzgerald. Il ritmo non perde mai tensione, e accompagna il lettore verso una consapevolezza disarmante: poche scelte sono più complesse, meravigliose e terrificanti di quella di condividere la propria vita con un altro essere umano.