IL CENTENARIO CHE VA DI CORSA

intervista a Giuseppe Ottaviani
By Gino Consorti
Pubblicato il 30 Aprile 2016

Il prossimo 20 maggio il pluridecorato atleta marchigiano spegnerà la centesima candelina e la Federazione dovrà trovargli una nuova categoria master essendo l’unico con quella età a scendere ancora in pista… Ha fumato fino a 50 anni, mangia di tutto e usa Facebook. Solo a una cosa, però, non saprebbe rinunciare…

Che storia ragazzi! Cento anni e un medagliere di quelli pesanti conseguito nelle varie discipline dell’atletica leggera. Un caso unico, da studiare, come appunto stanno facendo alcuni ricercatori dell’università di Urbino. Monitorano con grande scrupolosità la sua straordinaria longevità che è stata oggetto anche di una tesi di laurea. Lui, intanto, Giuseppe Ottaviani, classe 1916, seguita a gareggiare e a fare incetta di premi e record come è accaduto alcune settimane fa ad Ancona ai recenti Campionati Europei Master Indoor. Medaglia d’oro sui 200 metri. Un fenomeno incredibile che in qualche modo ha messo in imbarazzo anche la Fidal (Federazione italiana atletica leggera) che dopo lo spegnimento della centesima candelina in calendario a giorni, precisamente il prossimo 20 maggio, dovrà ufficializzare una nuova categoria master entro cui collocare questo simpatico nonnino che non ha nessuna intenzione di appendere le scarpette al chiodo… Di storie che narrano una particolare estensione della vita umana non mancano di certo nel nostro pianeta, ma questa contiene qualcosa di stupefacente. Anche perché il nostro simpatico e arzillo interlocutore di Sant’Ippolito, un comune di circa 1600 anime in provincia di Pesaro Urbino, non ha un passato d’atleta. Tantomeno nel corso della sua vita si è tenuto lontano dal nemico numero uno dello sport, il fumo. Lui ha scoperto l’atletica nell’età della pensione e da quel momento ha indossato i panni del fenomeno.

Vive insieme a sua moglie Alba, 91 anni, anche lei particolarmente attiva e piena di vita. Il giorno del nostro appuntamento la trovo sull’uscio di casa che annaffia i fiori. “Lei è il giornalista che ha appuntamento con mio marito?”, mi anticipa mentre sto per chiederle notizie di suo marito… E subito aggiunge: “Se vuole andargli incontro lo trova al bar qui vicino…”. Seguo il suo consiglio, però non entro, lo aspetto all’esterno su una comoda panchina facendomi riscaldare dal sole. È una giornata stupenda, di quelle che mettono il buonumore addosso. E di buonumore Ottaviani ne ha da vendere. Tuta, scarpette da ginnastica e alcuni giornali sotto il braccio. “Sbaglio o lei è in anticipo?”. Neanche il tempo di presentarmi ed ecco il primo rimprovero… Scherzo ovviamente, Giuseppe è simpaticissimo.: “Diamoci del tu – continua mentre ci avviamo verso casa – nello sport infatti il lei non esiste…”. Che vi dicevo? Proprio una bella persona. Dopo avermi mostrato i suoi trofei e le tante medaglie, ci accomodiamo sul divano per la nostra chiacchierata.

Senti Giuseppe, come hai fatto a fermare il tempo…?

Sarebbe bello fermarlo ma purtroppo non è possibile… Infatti cammina, e anche velocemente visto che sono arrivato a cent’anni. Di strada ne ho fatta parecchio.

Hai un medagliere incredibile…

Solo a Budapest, ai Campionati Mondiali, ho vinto dieci medaglie d’oro. Ci sono state gare in cui ho gareggiato anche da solo, però come diceva Ottavio Missoni a un novantenne basta presentarsi a una gara per ricevere il premio… Chi è assente, infatti, ha sempre torto…

In quale categoria gareggi?

Fino al prossimo 20 maggio in quella degli over 95. Le nostre categorie, infatti, vanno di cinque anni in cinque anni. Successivamente, dopo il compimento del centesimo anno, dovrei entrare a far parte di una nuova categoria che al momento non esiste ancora…

Quindi tu saresti il primo?

Proprio così. Non so ancora come la chiameranno e come sarà strutturata. Spetterà alla Fidal istituirla e ufficializzarla.

L’ultima gara vinta è stata al Master Mondiale di Ancona…

Sì, ma ho vinto facile visto che c’ero solo io… Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma d’altra parte se non c’è nessuno che può starmi dietro che colpa ne ho? Meritavo comunque il premio…

Assolutamente d’accordo. E dire che questa tua passione è sbocciata tardi, altrimenti non mi sarebbe bastata un’intera giornata per annotare le vittorie…

Dentro di me lo sport c’è sempre stato. Sin da ragazzo io e i miei amici ci divertivamo un mondo correndo, saltando qui e là, lanciando le pietre. Passatempi innocenti ma che ci appagavano. Così, da anziano, mi è tornata la voglia di giocare, di divertirmi. Non dimentichiamoci, infatti, che lo sport, a qualunque livello, deve essere innanzitutto divertimento. Tutti sono amici, chi vince ride di più mentre chi ha perso, senza farne una tragedia, penserà a far meglio la prossima volta. E poi fa bene alla salute, al nostro fisico. Se tutti facessimo un po’ di sport le cose andrebbero meglio. Gli ambulatori medici e gli ospedali sarebbero meno affollati…

Come mai la voglia di indossare scarpette e pantaloncini e quindi di scendere in pista ti è venuta allo scoccare del settantesimo anno?

Ho maturato questa scelta una volta raggiunta la pensione. Nella mia vita ho fatto l’artigiano sarto poi, a causa di qualche problema di salute, ho smesso e così mi sono messo a seguire i campionati master di atletica leggera. Vedendo allora gareggiare gente anche più matura di me mi sono chiesto: “Se ce la fanno loro perché non provare?”. Così ho iniziato a gareggiare. Anche perché, come dicevo prima, il tempo scorre velocemente quindi non ne avevo altro da perdere…

Tua moglie cosa ti ha detto?

Penso l’abbia presa bene, anche se non le ho mai chiesto nulla… Meglio quello che vedermi ciondolare in casa con le mani in mano…

A quale vittoria sei più legato?

A quelle del 2014 conseguite al Campionato Mondiale di Budapest. Nelle rassegne internazionali, infatti, oltre a ricevere la medaglia il vincitore viene omaggiato con l’inno nazionale… Ascoltare le note e le parole dell’Inno di Mameli è stata per me una gioia pazzesca. Mi sono commosso. Dieci medaglie d’oro in dieci specialità diverse. Salto in lungo, salto triplo, lancio del peso, lancio del giavellotto…

C’è invece una sconfitta che ti brucia più di altre?

Bruciare no, diciamo che quando non vinco sono meno allegro… Ma non ce n’è una in particolare. Ripeto, lo sport non è una guerra bensì un sano divertimento.

Qual è la specialità che più ti piace?

I 60 metri e il salto triplo. Nel salto in lungo all’aperto sono stato il primo atleta 95enne a superare la soglia dei 2 metri con 2,14 e in quello triplo quella dei quattro con 4 metri e 46 centimetri. Anche nei 60 metri, nel 2012, sono stato il primo atleta a scendere sotto la barriera dei 15 secondi, con 14,28… Nel salto in alto, invece, ho superato 85 centimetri che per un over 95 avanti credo sia abbastanza…

In una settimana quante ore ti alleni?

Insieme a mia moglie vado tre volte in palestra a Fossombrone, a circa sette chilometri da Sant’Ippolito.

E quali attrezzi utilizzi?

Il tapis roulant, la macchina per sviluppare il torace, eccetera. Non curo un muscolo o una parte del corpo in particolare, faccio un po’ di tutto.

E per trovare una pista di atletica, invece, dove devi andare?

In questo caso non sono molto fortunato visto che devo spingermi fino a Fano, a 25 chilometri da qui… Vista la distanza, ci vado poche volte e le prestazioni, purtroppo, ne risentono… Se mi allenassi in pista più spesso, infatti, potrei conseguire risultati ancora migliori.

Ma agli allenamenti ci vai con la tua auto?

A Fossombrone sì, quando invece vado a Fano mi faccio accompagnare. Non è che non sia in grado di andarci da solo, ma preferisco non correre rischi. La patente mi scade il giorno del compleanno… Poi dovrò rinnovarla…

Ci racconti la tua giornata tipo?

Mi alzo alle 8.30 e faccio colazione con caffè, latte e biscotti. Oppure con i dolci che prepara mia moglie. Quindi mi vesto e, come hai potuto constatare questa mattina…, mi reco al bar a salutare gli amici e a comperare i giornali. Poi torno a casa a leggere. Io non sono estremamente metodico, anche se ho le mie abitudini. Per principio sono una persona molto curiosa, m’interessa tutto ciò che mi circonda.

La tua alimentazione è stata sempre la stessa oppure negli anni hai apportato qualche modifica?

A tavola non faccio storie, mangio ciò che trovo…

C’è un cibo in particolare che non manca mai sulla tua tavola?

L’insalata. Inizio ogni pasto con un bel piatto di insalata, verde o mista che sia. Per il resto, come dicevo, quello che mi metti davanti mangio. Se mi parli di preferenze scelgo il pesce alla carne. L’importante è che comunque sia un’alimentazione varia.

Vino ne bevi?

Un mezzo bicchiere allungato con l’acqua.

A cena cosa prevede il menù?

Ovviamente mangio un po’meno, ma tutto ciò che ho davanti non torna indietro…

Come sei riuscito a smettere di fumare? Fino a cinquant’anni fumavi 15 nazionali al giorno. Una vera delizia per cuore e polmoni…

Avevo una tosse persistente che non guariva così un giorno, in primavera, decisi che era giunta l’ora di qualche cambiamento… Tolsi le sigarette e non le ho più riprese. Non è stata una cosa semplice, c’è voluta una grande volontà però alla fine ci sono riuscito. E tutte le volte che mi tornava la voglia riuscivo a scacciarla pensando a quella tosse così stizzosa che quasi mi toglieva il respiro…

Ovviamente ne hai trovato giovamento…

Assolutamente si, la tosse è scomparsa.

Quale regalo ti renderebbe più felice per il tuo secolo di vita?

Non voglio sembrare presuntuoso, ma sinceramente non desidero nulla. Dalla vita, infatti, ho avuto abbastanza e ciò mi basta. Sono contento di tutto l’affetto e il calore della gente, è quello il regalo più bello.

Cosa ti dicono gli esperti universitari di Urbino che monitorano la tua attività?

Mi sottopongono a vari test, studiano il mio fisico e le mie prestazioni. Null’altro.

Anche se non è una tua specialità ti chiedo di fare un salto triplo all’indietro fino alla tua infanzia…

Un parola…

Come la ricordi?

Sono stato sempre una persona curiosa e nello stesso tempo vivace… Sono nato a un paio di chilometri da Sant’Ippolito, nel cosiddetto vicinato, mia madre era sarta e mio padre costruiva recipienti per la vendemmia, botti, tini, eccetera.

Quando parli di vivacità a cosa ti riferisci in particolare?

Ad esempio, da ragazzo, dopo essermi costruito una specie di cariola nella bottega di mio padre, mi buttavo giù lungo una ripida discesa nei pressi della nostra casa situata in cima a una collinetta… Dietro c’era mia sorella più grande che con i talloni fungeva da freno… Un gioco divertente ma nello stesso tempo anche pericoloso… Come tutti i ragazzi, però, non pensavo alle conseguenze…

Che rapporto avevi con i tuoi genitori?

Sicuramente buono.

E con la scuola?

Andavo bene. Purtroppo in famiglia non abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di proseguire gli studi. All’epoca, infatti, la scuola era per pochi. Sono arrivato alla quinta elementare dopo essere stato fermo tre anni dopo la quarta elementare.

Come mai?

Dalle mie parti la quinta classe non c’era quindi nel 1927 mi sono dovuto prendere una pausa… Nel 1930, poi, mi sono iscritto alla quinta. Eravamo in tanti e anche grandicelli, avevamo quasi 14 anni… Ricordo che la nostra maestra era giovane e molto bella. Devo confessare che io e i miei amici avevamo una cotta per lei… Diciamo che rappresentava un bel motivo per essere ogni mattina in classe puntuali…

Dopo la scuola, quindi, hai scelto di fare il sarto…

D’altra parte avevo l’insegnante in casa… L’ago e il ditale ho iniziato a usarli sin da bambino. All’epoca, infatti, anche i figli più piccoli lavoravano, in campagna o in casa. Non c’erano leggi, come oggi, che lo vietavano…

Tu sei nato durante la prima guerra mondiale mentre hai ricevuto la chiamata alle armi nella seconda…

Mi hanno arruolato nel 1937 e ho girato varie città. Ricordo che presi la patente di guida, all’epoca era un qualcosa di speciale visto che le macchine erano una rarità… Siccome mi avevano detto che la gran parte dei giovani reclutati finiva in fanteria, e lì si camminava parecchio…, pensai che forse avendo la patente mi sarei risparmiato tanti chilometri a piedi… Una volta che comunicai al distretto militare di essere in possesso della patente di guida nel giro di un paio di settimane fui chiamato al servizio di leva con l’incarico di autista nel corpo dell’aviazione

Che ricordi hai?

Nel giugno del 1940, dopo che l’Italia dichiarò guerra alla Francia, i nostri nemici ci fecero subito visita nel campo di aviazione a Torino. Illuminarono il cielo con i bengala per poi bombardarci con numerosi ordigni incendiari… Un periodo bruttissimo contraddistinto dall’ansia, della paura, dalla morte. Poi, l’8 settembre del 1943 scappammo tutti a casa, non c’erano più soldati italiani ma solo volontari che si unirono ai fascisti.

Come hai conosciuto la tua futura moglie?

Era la sorella del parroco che trovai a Sant’Ippolito al rientro dalla guerra… Dopo il primo incontro trascorse un po’ di tempo prima di rivederci. Successivamente ci siamo parlati e nel 1960 ci sposammo.

Quanti figli avete?

Tre, Paolo, Matelda e Marzia. Tutti laureati e occupati. Tra l’altro Marzia, insieme a suo marito, corre le maratone e ha vinto anche diverse medaglie.

Cosa ne pensano della tua scelta agonistica?

Sono felici di avere un padre centenario che ancora scende in pista…

Hai avuto infortuni nel corso della tua attività sportiva?

Piccole cose, noie muscolari che comunque sono guarite nel giro di poco tempo.

Ti ammali spesso nel corso dell’anno?

Direi che rientro nella norma… Raffreddore, tosse, mal di gola… Ogni anno, comunque, mi faccio il vaccino antinfluenzale.

Con la fede, invece, che rapporto hai?

Sono cresciuto all’ombra del campanile della mia chiesa… Sono più che credente, credo nell’eternità.

Quindi la morte non ti fa paura…

Impressione sì, paura no. Io in questo mondo ci sto bene perché è molto bello. Se ci fermassimo ad osservarlo in ogni sua cosa ci renderemmo conto della sua straordinaria bellezza. Anche una semplice foglia ha il suo fascino. La natura è straordinaria e noi, come figli di Dio, vi facciamo parte. Pertanto dire o pensare male del mondo e come se parlassimo male di noi stessi…

E da buon figlio del mondo non potevi che appartenere al popolo del web…

Come dicevo prima sono un tipo particolarmente curioso, di conseguenza voglio tenermi sempre aggiornato. Lo faccio tramite Facebook. Se hai qualche nozione il computer può divertirti, viceversa diventa un impazzimento…

La televisione la guardi?

Mi piacciono i talk-show, di qualunque genere.

Qual è l’insegnamento più importante che un centenario può dare ai tanti giovani alle prese con la mancanza di lavoro e un futuro pieno di incertezze?

Ai giovani voglio un bene pazzo, meritano tutto il bene possibile, soprattutto un mondo migliore. Quel mondo che però dovranno essere loro a costruire, ovviamente con l’aiuto di chi è su questa terra prima di loro. Il mio mondo è passato, ora tocca alle nuove generazioni.

Ti interessi di politica?

L’ho fatto in passato finché c’era la Democrazia Cristiana. Adesso si fanno solo chiacchiere…

Vai ancora a votare?

Certamente, perché mai dovrei rinunciare a questo diritto? Recentemente ho votato al referendum sulle trivelle.

Guardandoti indietro c’è qualcosa che non rifaresti?

Non ho mai pensato al passato, guardo sempre al domani… La mia qualità migliore è quella di avere sempre speranza nel domani, ciò che è passato a mio avviso non serve più. Bisogna vivere l’oggi guardando il domani…

A cosa non sapresti rinunciare?

Alla fede.

Come t’immagini il futuro?

Sempre bello. Bisogna guardare sempre il bicchiere mezzo pieno…

Che ne pensi dell’emergenza immigrati che sta interessando tutta l’Europa, e non solo?

È un problema molto serio e complesso a cui bisogna dare soluzione.

In che modo?

Organizzandosi nel modo migliore. Una cosa normale per qualunque paese che si definisce civile e democratico… Il mondo non è nostro quindi non possiamo impossessarcene tenendo fuori gli altri…

 

 

 

 

RECORD DA RECORD…

60 m indoor 14″28  (2012)
Triplo indoor 4,44 m ex (2014)
200m indoor 1’56″32 ex (2014)
Lungo indoor 1,83 m ex (2014)
Alto indoor 0,82 m ex (2014)
Triplo outdoor 4,67 m ex (2013)
Lungo outdoor 2,14 m ex (2011)
Disco 17,62 m  (2011)
Alto outdoor 0,85 m  (2012)
100m outdoor 26″33  (2014)
Giavellotto 14,21 m  (2011)
Pentathlon lanci 3879 p. ex (2011)
60m indoor M100 21″63  (2016)
Salto in lungo M100 1,36 m  (2016)
Società  G.S. Atl. Effebi Fossombrone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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