IL CALCIO FEMMINILE ALZA LA VOCE
Comincia il 20 luglio e andrà avanti per un mese esatto, un po’ lontano dalle nostre latitudini. Ci riferiamo alla Coppa del mondo di calcio femminile FIFA 2023, in programma fino al 20 agosto in Australia e Nuova Zelanda. Lontananza e periodo (in quei giorni nel vecchio continente si riaffaccia il calcio dei maschietti) non sono stati tuttavia sufficienti a tenere a freno le velleità di espressione e operative di chi gestisce l’altra metà del cielo, appunto quel calcio in gonnella (in realtà le calciatrici indossano l’identico abbigliamento usato dai calciatori, magliette, calzettoni, scarpini, parastinchi, altro che gonnelle…) che ha avuto qualcosa da ridire, e lo ha spiattellato, senza infingimenti, come nel caso di quella vera e propria alzata di scudi a proposito dei diritti televisivi dell’immanente-imminente Coppa del Mondo 2023. Della serie, potremmo dire: e che noi siamo meno dei maschi? O abbiamo meno audience? Hanno parlato i ministri dello sport, ma naturalmente erano le ragazze del calcio a parlare, perché “siamo convinti che la copertura mediatica della Coppa del Mondo femminile sia decisiva per migliorare la visibilità globale dello sport femminile nei nostri Paesi europei. L’esposizione mediatica degli sport femminili ha infatti un impatto molto significativo sullo sviluppo della pratica sportiva da parte di donne e ragazze”. Il lettore avrà di certo compreso che chi scrive è dalla loro parte.