Che la nazionale olandese di calcio non fosse più quella che negli anni settanta aveva dettato le regole di un football diverso lo si era capito prima ancora che gli oranges soccombessero, ancorché di stretta misura e con la colpevole collaborazione del proprio portiere, a Praga. Per questo la vittoria degli azzurri nell’amichevole di Bari non aveva distolto il nuovo ct italiano, Antonio Conte, dalle realtà di casa nostra: il cui più grave difetto è quello di non credere in noi stessi. Dove sta Zazzà?, cantavamo con Nino Taranto nell’immediato dopoguerra: ora sappiamo dove. Era, ed è, nei nostri stessi vivai. Solo che per insipienza, esterofilia, o altri interessi più o meno nascosti, non vogliamo cercarli. A Conte il compito di scoprirli e soprattutto valorizzarli.
I TALENTI (NASCOSTI) DEL NOSTRO CALCIO
