I SASSOLINI DI DIO
Il primo gennaio scorso, alle ore 06:33 (ora italiana) quando quasi tutti stavamo giustamente riposando dopo la veglia di capodanno, la sonda New Horizons della Nasa, ha effettuato un flyby (volo ravvicinato) dell’asteroide 2014 MU69che è dopo questa impresa l’oggetto più lontano dalla terra mai visitato da una sonda spaziale. La sua vertiginosa distanza dalla Terra, di 6,7 miliardi di chilometri, è stata coperta dalla sonda in circa 12 anni, dopo aver con successo completato il suo incontro con il pianeta nano Plutone e la sua luna Caronte nel 2015 a 4,5 miliardi di chilometri.
Con l’occasione il ciottolone spaziale (lungo una 30ina di chilometri e assomigliante a un uomo di neve) è stato ribattezzato Ultima Thule a simboleggiare come la mitica isola posta ai confini delle carte geografiche dei primi esploratori dei mari artici del nord, segna il superamento di un nuovo confine.
L’asteroide è un grosso frammento spaziale rimasto praticamente invariato dalla sua formazione avvenuta nei primi milioni di anni di vita del sistema solare, quando miriadi di piccoli e grandi ciottoli danzando intorno alla nascente stella, il Sole, si scontravano e si fondevano tra loro per dare vita a tutti gli oggetti che oggi popolano il nostro circondario interplanetario, dai piccoli asteroidi, ai pianeti interni (tra cui anche la Terra), fino agli immensi giganti gassosi.
Ultima Thule ha confermato una teoria di formazione planetaria proposta negli ultimi anni: per fare un pianeta di migliaia di chilometri di raggio, come la Terra ad esempio, si parte dall’aggregazione di piccoli asteroidi delle dimensioni di qualche chilometro. La sua strana forma, a due lobi, ci conferma che due oggetti, separati in origine, sono arrivati a toccarsi e fondersi per diventare quella che oggi è la buffa forma a uomo di neve. Ma questo non è l’unico d’oggetto a due lobi che abbiamo conosciuto. Anni fa la sonda Rosetta visitò la cometa 67P e riuscì a darci entusiasmanti fotografie di un mondo lontano alla temperatura di circa -200°C.
Oramai il numero di sonde spaziali che ha visitato asteroidi, comete, pianeti nani e lune varie in giro per il sistema solare è diventato davvero significativo, tanto che possiamo fare un “poster virtuale” con tanti di questi oggetti. Quello che fa meraviglia non sono solo le dimensioni (dal km fino al centinaio di km… come a dire che per lo spazio vagano massi grandi come un piccolo paesello fino ad altri più grandi d’una metropoli) ma la straordinaria somiglianza con i ciottoli di una spiaggia sulla terra, anche quelli variegati in tante forme e dimensioni.
Che dire…, potremmo chiamarli i sassolini di Dio, e magari un giorno, dopo aver festeggiato il 50esimo della conquista della Luna, potremo visitarli di persona. Chi vivrà vedrà!