I PORTATORI DI NUOVE UTOPIE
Ci sono incontri che cambiano la vita e altri che non lasciano traccia. A me non è successo né l’una cosa né l’altra. Ma l’incontro all’Aquila con la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri mi ha fatto rivivere come in una favola i ruggenti anni giovanili quando a Ferrara dirigevo un analogo istituto scolastico. L’umanità dello staff e la vivacità di questi ragazzi mi hanno rispolverato pure il cervello.
Una scuola attiva con progetti formativi d’avanguardia gestiti con sapienza e amore. Tra l’altro, da tre anni programma un concorso fotografico, ora esteso anche ai bimbi della primaria, con lo scopo di documentare con l’occhio dei piccoli la rinascita della città dopo il terremoto. Quest’anno poi ha realizzato un cortometraggio che Come una fiaba racconta l’epica storia di Celestino V, il santo eremita del Morrone che in quattro mesi di pontificato portò nella chiesa una ventata di novità paragonabile a quella di papa Francesco. Il video è stato presentato al Giffoni film festival aggiudicandosi una strameritata piazza d’onore.
Ma allora non è vero che ai ragazzi interessa solo lo smartphone, mi vado ripetendo anche adesso mentre scrivo questa rubrica di asterischi. Non è vero che non s’impegnano, sono apatici e pigri, come accusano gli adulti. E se invece fossero portatori di nuove utopie? Gli adolescenti sono sempre connessi, è il lamento dei genitori. Ma è forse un male in un paese tra gli ultimi in Europa per processo di digitalizzazione? Non ditelo ai ragazzi della Dante Alighieri dell’Aquila.
Nel suo ultimo libro Gli indaffarati Fi-lippo La Porta scrive che i nativi digitali non sono affatto una massa beota e acritica, tutti chini sui loro smartphone, anche se leggono meno di chi li ha preceduti. Non sono privi di pensiero: pensare una cosa è trasferirla dentro di noi e metabolizzarla, non ha a che fare direttamente con la lettura.
Mi sa che ha ragione il piccolo principe: “Ai grandi bisogna spiegare sempre tutto, i grandi non capiscono niente da soli ed è faticoso per i piccoli spiegare ogni cosa”. Hanno chiesto a Barbara d’Urso, da sedici anni volto del Biscione, se lei è felice: “Sono serena, contenta e gioiosa, ma la felicità non esiste”. Oibò, ma davvero?
Risponde Matilde Brandi, ballerina e conduttrice televisiva di successo, anima da ragazza solare che non si è mai vergognata di mostrare la sua fede: “Ballare mi rende la persona più felice del mondo. Eppoi posso definirmi molto fortunata, con due figlie buone, generose e sensibili nel ringraziare il Signore. Quando andiamo a messa mi spronano sempre a fare beneficenza per i poveri”.
E non molla Linda Morselli, più in forma che mai nonostante l’amara separazione da Valentino Rossi dopo cinque anni di fidanzamento: “Se tutto crolla bisogna sapersi rialzare per inseguire i propri sogni”. Ok amici, non smettiamo di sognare. Papa Francesco che al Giubileo dei ragazzi ha spiegato Gesù con l’iPhone: “La felicità non ha prezzo, non è una app che si scarica sul telefonino; mettetevi sempre dove prende, dove c’è campo”. Dove c’è Gesù.