I NUOVI CANNIBALI

È una delle attività criminali peggiori, un mercato che i movimenti migratori stanno ingrassando a scapito di chi scappa dalla guerra. Ogni anno, secondo Europol, scompaiono 10mila minorenni e per la maggior parte il destino è nelle mani delle bande criminali per prostituzione e traffico di organi  Si può considerare una delle attività più redditizie in Europa, visto che muove circa 6 miliardi di euro l’anno. In realtà si tratta di una delle attività criminale peggiori, un mercato che i movimenti migratori stanno ingrassando a scapito di chi scappa dalla guerra. Il traffico di esseri umani, secondo il rapporto dell’Europol, tanto frutta a chi specula sul trasporto clandestino dei migranti in Europa dove le frontiere chiuse, il filo spinato e i muri innalzati per respingere chi arriva dal Medio Oriente alimentano la forma di schiavitù del nostro tempo. “Il traffico di esseri umani – si legge nel rapporto Europol – è il mercato criminale attualmente più rigoglioso in Europa. Il giro d’affari sarà raddoppiato o addirittura triplicato se l’attuale crisi dei migranti continuerà nel corso del 2016”. E mentre il papa, nell’Angelus del 28 febbraio ha fatto appello all’Europa perché non lasci soli i paesi di confine: “Va sempre ricordato il dramma dei profughi – ha detto il pontefice – che fuggono da guerre e altre condizioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri paesi in prima linea stanno prestando a essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni”, da parte sua, l’Europol si sta muovendo senza sosta per fermare l’onda criminale di chi specula sulla disperazione. Lo scorso anno sono stati individuati 12 mila sospetti individuati principalmente sulla rotta balcanica in Medio Oriente e in alcuni centri nevralgici in Europa, come a Berlino e Calais. I canali che aprono vanno dalla falsificazione dei documenti – specialmente per i minorenni: ogni anno, sempre secondo Europol, ne scompaiono 10mila e per la maggior parte il destino è nelle mani delle bande criminali per prostituzione e traffico di organi -, la corruzione di pubblici ufficiali lungo il percorso che li porta verso l’Europa. Nella sede dell’Aia dell’Europol poi, verrà istituito un centro europeo per il traffico di migranti per sostenere e coordinare le forze di polizia in Europa.

Per contrastare la tratta, le Missioni don Bosco e il Vis, l’ong dei salesiani, hanno avviato la campagna Stop Tratta: rivolta a cinque paesi di origine e transito dell’Africa Sub-Sahariana (Ghana, Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio ed Etiopia), l’obiettivo è quello di contrastare il traffico di esseri umani, la sensibilizzazione dei potenziali migranti sui rischi del viaggio verso l’Europa, dalla detenzione alla morte, fornendo informazioni attraverso i social network e contenuti nelle lingue locali. La campagna prevede inoltre progetti di sviluppo orientati a gruppi a rischio di traffico o migrazione irregolare e concepiti sulla base delle esigenze emerse nei singoli paesi. In Senegal, così come in Nigeria, Costa d’Avorio, Etiopia e Ghana si punterà al rafforzamento della formazione professionale e dell’inserimento occupazionale, con borse di studio e programmi di supporto scolastico e nutrizionale per giovani a rischio.

La campagna parte da un’analisi dei potenziali migranti che, spesso, non sanno a cosa vanno incontro, non conoscono il deserto o non sanno nuotare e sono mossi da necessità di tipo economico. È questo infatti il ritratto dei potenziali migranti che emerge dal 1° Rapporto elaborato da Vis e Missioni don Bosco sulle migrazioni dall’Africa Sub-Sahariana, con focus su Ghana, Senegal e Costa d’Avorio. Le analisi sono state condotte durante la preparazione della campagna. I rischi del viaggio verso l’Europa, dunque, dividono i potenziali migranti africani. Solo il 20% dei giovani ghanesi ritiene infatti la morte un pericolo concreto, contro il 63% degli ivoriani e il 50% dei senegalesi. Dalle interviste, condotte sul campo su un campione in media di circa 500 potenziali migranti per paese, emerge che la maggior parte dei giovani vuole partire per l’Europa per ragioni di studio e lavoro, con una percentuale che si aggira intorno al 60% per tutti e tre i paesi.

“La chiesa cammina in mezzo ai popoli, nella storia degli uomini e delle donne. Sono parole del santo padre che abbiamo fatto nostre – afferma Giampietro Pettenon, presidente di Missioni don Bosco – e ci hanno spinto a camminare al fianco dei popoli dell’Africa Sub-Sahariana per dire basta alla tratta degli esseri umani e offrire un’alternativa alla migrazione”. “Come ribadito più volte da papa Francesco – sottolinea Nico Lotta, presidente del Vis – la chiesa deve sentirsi interpellata nell’emergenza migranti. Riteniamo che l’accoglienza sia fondamentale, ma altrettanto fondamentale è favorire una scelta consapevole da parte dei potenziali migranti attraverso campagne di informazione e progetti di sviluppo nei paesi di origine”.

Sul blog del sito www.stoptratta.org ci sono le storie di chi ha provato a scappare trovandosi schiavo: Mary, 17 anni, che è scappata dalla Nigeria per cercare una vita nuova in Italia e si è trovata schiava e costretta a prostituirsi. Oggi ha trovato riparo e salvezza grazie alle suore comboniane di San Niccolò a Palermo. Oppure Matar, che a 36 anni ha tentato due volte di scappare dal Senegal e per due volte è stato rimpatriato. Ma riproverà ancora. O come Aliou che dal Senegal è arrivato a Tripoli e lì ha rischiato di morire ancora prima di lasciare il porto. È tornato a casa, perché “penso che percorrere questa strada verso l’Europa sia troppo pericoloso. È meglio restare in Africa”.