I CONTI NON TORNANO

intervista a Rosario Trefiletti
By Gino Consorti
Pubblicato il 31 Marzo 2016

“Quando un paese ha un tasso del 40% di disoccupazione giovanile – osserva il presidente di Federconsumatori – non può definirsi civile. Non c’è neanche una sola idea concreta per lo sviluppo economico. Chi mi definisce un gufo dovrebbe sapere che questo splendido animale ci vede benissimo anche di notte…”. Un giorno sì e l’altro pure… è davanti a una telecamera, in un sit-in, in un ministero, tra la gente del mercato rionale, nelle campagne, nelle aziende, tra gli immigrati. Infervorato e passionale come pochi, a difendere i diritti dei cittadini. Lo fa da anni e gratuitamente come presidente nazionale della Federconsumatori, un’associazione senza scopo di lucro nata nel 1988 che ha come obiettivi prioritari l’informazione e la tutela dei consumatori e utenti. È presente su tutto il territorio nazionale con una rete capillare di sportelli per fornire assistenza e consulenza.

Il nostro “lui” è Rosario Trefiletti, un passato brillante nella chimica e negli impianti di raffinazione prima dell’altrettanta significativa esperienza sindacale e nell’associazionismo. Tanta partecipazione, tanta competenza, tanta conoscenza, tanta disponibilità. Di questo è infarcito il suo curriculum e non a caso nel 2012 l’Accademia europea per le relazioni economiche e culturali lo ha premiato “per aver operato sempre con passione, competenza, professionalità e spirito civico nella difesa dei diritti dei consumatori, collaborando fattivamente con le istituzioni comunitarie e nazionali per individuare e intervenire sulle ingiustizie che gravano sui cittadini più indifesi”. E di ingiustizie, ahinoi, in questo nostro paese se ne contano tante… Dai tantissimi giovani senza lavoro alle aziende e agli artigiani sempre più soffocati dalle tasse; dal risparmio tradito da banche spregiudicate e prive di co-scienza alla dilagante corruzione; dalle numerose truffe alimentari alle tante sbandierate riforme di facciata. A proposito, in merito all’approvazione del decreto sulla riforma della Pubblica amministrazione in termini di efficientismo delle forze di polizia, tanti vorrebbero conoscere, in maniera reale, il costo dell’accorpamento Forestale-Carabinieri e soprattutto i benefici derivanti… Costi che come sempre, naturalmente, saranno a carico dei cittadini. Insomma, nonostante qualcuno voglia quotidianamente rappresentare una realtà diversa fatta solo di fiabe zuccherine dal lieto fine scontato, l’Italia seguita ad annaspare pericolosamente. Non a caso siamo un paese che perde gli abitanti: nel 2015 i nuovi nati sono stati meno di 500 mila e negli ultimi 100 anni la popolazione italiana per la prima volta è diminuita di 139 mila unità. Le cause? Presto detto: un calo dei nuovi nati (448 mila) e il fatto che circa 100 mila giovani italiani, spesso con la laurea in tasca o comunque con un buon grado di istruzione, ogni anno vanno a vivere all’estero… D’altra parte come si può pensare di mettere su famiglia senza avere fonti di reddito? Mentre scrivo queste righe il piazzale antistante la nostra redazione è foderato di ragazzi. Nonostante la pioggia e il freddo, in migliaia e provenienti da varie regioni italiane, come ogni anno si sono ritrovati a San Gabriele per trascorrere una giornata insieme al loro santo preferito. Sono quelli dei “cento giorni agli esami”, ragazzi con una vita davanti e un futuro, purtroppo, con troppe sfumature di grigio… Quale vita, infatti, gli stiamo riservando noi adulti? Quali garanzie possiamo dare loro? Forse l’apertura entro il prossimo dicembre della Salerno-Reggio Calabria… Oppure il pagamento del canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica e l’aumento del debito pubblico che è salito a 2191,5 miliardi di euro, 24,5 miliardi in più rispetto a gennaio dello scorso anno… O ancora la cosiddetta “svuota carceri” una legge delega che oltre a cancellare il reato di clandestinità ne depenalizza altri… Per non parlare della riforma della Buona scuola ribattezzata in maniera illuminante da qualche buontempone della “buona sola”, dove l’alternanza scuola-lavoro, ad esempio, sta suscitando polemiche a non finire tra studenti e docenti. Si va dalle 400 ore per gli istituti tecnici alle 200 dei licei. Tempo prezioso sottratto alla matematica, all’italiano, all’inglese, alla filosofia, alle scienze e a tante altre materie importanti. Compiti e verifiche rinviati a data da destinarsi e magari recuperati tutti in un paio di giorni; idem per le interrogazioni e lo svolgimento del programma. E cosa faranno in quelle ore i docenti che non sono direttamente coinvolti? In compenso, però, gli studenti andranno a staccare i biglietti al Colosseo oppure trasporteranno i libri con un carrello in biblioteca… Addirittura ci sono scuole che non hanno ancora iniziato, ciò significa che quest’anno ragazzi e ragazze avranno un’estate alternativa… Per non parlare di chi andrà a “scontare” le ore in azienda dove, il lavoro non retribuito ha tutti i connotati di un bel cadeau, natalizio o pasquale, in base al periodo. Ovviamente il regalo è per le aziende… Ma tutto ciò in che modo sarà di ausilio agli studenti nel loro futuro percorso universitario? Forse prima del famoso “copia-incolla” qualcuno avrebbe fatto bene a gettare un occhio a qualche altro paese, magari del Nord Europa. Conoscere le retribuzioni dei docenti, degli studenti-lavoratori e soprattutto le risorse che dedicano alla scuola e alla formazione. In attesa che qualche sapientone argomenti una pseudo risposta ai tanti interrogativi, andiamo ad ascoltare il presidente Trefiletti che con impeccabile puntualità e cortesia mi riceve nel quartier generale di Roma. Chi più di lui può svelarci i mali di questa Italia? Chi più di lui può disegnarci gli scenari futuri? Chi più di lui è a contatto quotidianamente con le reali esigenze dei cittadini? Chi più di lui, volontario e pensionato, può essere mosso da fini nobili nella sua attività? Ascoltiamolo, allora, con attenzione…

Crescita, disoccupazione, competitività, scuola, università, giustizia, digitale, eccetera. Nell’area euro continuiamo a essere in coda, eppure una buona parte dell’informazione, per non parlare dei tweet governativi, ci raccontano un altro paese. Dal suo osservatorio privilegiato che tipo di fotografia è in grado di mostrarci?

Credo di poter dire, a ragione, che il nostro paese sia ancora in sofferenza per tantissime cose. E non mi riferisco solo alle questioni strutturali che ormai ci trasciniamo dietro da tempo, ma soprattutto alla mancanza di una politica economica basata sullo sviluppo. Certamente conosciamo tutti la zavorra endemica che grava sull’economia del nostro paese, e cioè il gravoso debito pubblico, ma questo non può assolutamente giustificare la mancanza di un’idea, dico una sola idea concreta per quanto riguarda lo sviluppo del nostro paese. Il percorso, la direzione da intraprendere…

Su tutti metterei i dati allucinanti della disoccupazione giovanile…

Assolutamente d’accordo. Quando un paese ha un tasso intorno al 40% non può definirsi civile. Ciò significa che il paese sta perdendo in termini etici la battaglia sullo sviluppo con una conseguente ricaduta di carattere economico molto pesante.

Dinanzi a questi dati drammatici, che ad esempio sono il doppio della Germania, lei come agirebbe?

Intanto non penserei a modificare le regole nei rapporti di lavoro, io infatti resto molto affezionato alle teorie keynesiane… Certamente non scaverei buche per poi riempirle nel tentativo di creare occupazione… Metterei invece in campo investimenti mirati che aumentino anche la produttività di sistema. In pratica la parola d’ordine dovrebbe essere un piano straordinario per il lavoro dove tutte le risorse, senza dispersione alcuna, vengano messe a disposizione di grandi piani di investimento. Infrastrutture, turismo, banda larga per la produttività. E se il privato non dovesse rispondere positivamente nonostante le favorevoli condizioni, ben vengano gli investimenti pubblici. D’altra parte in mancanza di una classe imprenditoriale di livello spetta al pubblico sostituirla… Le dirò di più, a questo mio ragionamento vorrei aggiungere una provocazione che non ho mai detto a nessuno…

Prego…

Come ci ricorda una vecchia polemica, negli anni lo stato ha maggiormente aiutato il sistema bancario rispetto ai bisogni dei cittadini. Ecco, allora, che mi pongo una domanda: perché ci scandalizziamo se diamo soldi a una banca? Diamogli i soldi ma facciamola diventare pubblica… Se a suo tempo, ad esempio, avessimo fatto una cosa del genere con il Montepaschi le cose sarebbero andate diversamente. Credo, infatti, che attraverso una grande banca pubblica si sarebbe potuto intervenire in maniera migliore nella questione dei quattro istituti di credito salvati dal fallimento con i soldi dei cittadini… Come anche nelle vicende di Banca Veneta, Banca di Vicenza e altri casi. Insomma, avremmo avuto uno strumento in più per intervenire in termini maggiormente concreti e positivi sul sistema bancario.

Lei prima accennava al dramma della disoccupazione giovanile. Com’è cambiata la situazione economica delle famiglie italiane che si trovano oggi ad “assistere” i figli disoccupati?

Sicuramente in peggio. Hanno avuto una perdita del potere d’acquisto sia per le motivazioni che derivano dalla crisi generale, sia perché devono fare assistenza a figli e nipoti che non lavorano… Noi abbiamo addirittura calcolato una perdita di circa 400-450 euro al mese. E tutto ciò si riflette anche sugli ultimi dati preoccupanti dello sviluppo democratico: nel nostro paese si fanno sempre meno figli. Ciò deriva da una penalizzante condizione sociale e dalla mancanza di prospettive. Dal fatto di non avere sicurezze, certezze che il paese si svilupperà… Su tutti un esempio banale ma illuminante: uno che vuole mettere su famiglia ha la necessità di avere le risorse per poter acquistare un appartamento con il mutuo oppure prenderlo in affitto. Se manca però il lavoro, tutto ciò diventa complicato per non dire impossibile…

E pensare che mai come in questi ultimi anni si sono registrate condizioni particolarmente favorevoli come il basso costo del petrolio, la svalutazione dell’euro rispetto al dollaro e le enormi e continue quantità di liquidità immesse dalla Banca Centrale Europea presieduta da Mario Draghi…

Proprio così, tutte queste condizioni non si riflettono in termini positivi sulla nostra economia. Se si pensa che i tassi di sviluppo del Prodotto interno lordo (Pil, ndr) sono tutti sullo zero virgola qualcosa, la negatività appare evidente… Purtroppo sono costretto a ripetermi ma le linee di politica economica non danno respiro allo sviluppo. Quando non si fanno investimenti la strada non può che essere in salita.

Un quadro per nulla incoraggiante. Qualcuno molto in alto, però, potrebbe annoverarla tra i gufi del nostro paese…

Lo so, me l’hanno detto tante volte al punto che non ho problemi a definirmi il gufo più gufo d’Italia… E potrei aggiungere che la cosa mi diverte. Non dimentichiamoci, però, che il gufo oltre a essere uno splendido animale vede benissimo le cose anche con il buio, proprio così come sono nella realtà e alla luce del giorno…

Che strano il nostro paese… I nostri governanti anziché lamentarsi dovrebbero essere contenti di chi li mette in condizione di modificare o correggere storture e ingiustizie attraverso denunce pubbliche supportate da dati e riscontri concreti…

È quello che ci chiediamo anche noi… Il fatto di non accettare le critiche costruttive e di rifiutare il confronto credo sia figlio di un certo decadimento della politica. Negli ultimi anni, poi, i nostri responsabili istituzionali e politici tendono sempre più a superare il confronto con il corpo intermedio della società. È pur vero che quest’ultimo a volte assume comportamenti sbagliati o insufficienti, ma la verità è che avanza sempre un modello di politica autoreferenziale che rifiuta il confronto… Non si vogliono avere problemi. Si parla tanto di decisionismo, una parola già sentita anni fa e che non ha prodotto risultati positivi… Questo tipo di atteggiamento non funziona in una società complessa come la nostra. È giusto che una società debba avere una certa velocità di risposta nei confronti dei problemi, ma da qui a eliminare questioni democratiche come il confronto, l’approfondimento, il sentire le idee altrui ce ne corre…

Che idea ha del premier Renzi?

Sono uno di quelli che inizialmente vedeva in lui un certo rinnovamento della politica e del modo anche stesso di rapportarsi con i cittadini e con la realtà del paese. Insomma, ero tra quelli favorevoli al suo avvento anche se, sin dall’inizio, il suo comportamento lanciava segnali che a me francamente non piacevano molto…

Tipo?

Guardare più all’immagine che alla sostanza… Ovviamente in una società basata sulla comunicazione poteva anche starci…

Pero…?

Le scelte messe in campo, anche se non dico che sono state tutte negative, mi hanno fatto cambiare idea… La cosa che più mi ha fatto male è stato l’interventismo tutto a favore del sistema bancario e finanziario, senza alcun rispetto per i problemi e le esigenze dei singoli cittadini. Mi riferisco ai casi del risparmio tradito, delle quattro banche ma non solo quelle, visto che ci sono anche altri istituti di credito che hanno fatto soffrire la povera gente… E poi anche l’ultima uscita dell’esproprio, non dico proletario ma finanziario, delle case di famiglie che non pagano perché si trovano in condizioni economiche difficili. Non nascondo che questa cosa mi ha indignato…

A proposito del risparmio tradito, come Federconsumatori state conducendo una battaglia forte e a tutto campo. A oggi con quali risultati?

Intanto abbiamo fatto il giro di tutti i gruppi parlamentari nel tentativo di raccogliere un supporto alle nostre iniziative volte al recupero del maltolto. Anche in quel caso, infatti, si è trattato di un esproprio finanziario del risparmio visto che non parliamo di speculatori delle Isole Cayman…, bensì di lavoratori e pensionati che avevano messo da parte il frutto dei sacrifici di tanti anni di lavoro e che invece, dalla sera alla mattina, si sono ritrovati a mani vuote… Quindi oltre al danno economico è stata ferita anche la dignità dei singoli risparmiatori. Inoltre, tornando alle iniziative, continueremo a organizzare presìdi davanti alle sedi istituzionali competenti, anche perché non si capisce il ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi. Noi chiediamo il rimborso integrale, facendo poi partire da gennaio prossimo – e non in maniera retroattiva – un certo meccanismo. Inoltre siamo dell’idea che bisogna intervenire, non solamente in termini civili e penali, nei confronti di quanti hanno commesso questi incredibili atti, comprese la Banca d’Italia e la Consob. Bisogna agire subito e in maniera determinata. Lo dico senza problemi, credo che le responsabilità del governatore di Bankitalia e del responsabile della Consob ci siano tutte e di conseguenza ritengo debbano essere rimossi.

Le cose che girano al contrario in questo nostro paese sono veramente tante… Che dire dell’avvilente balletto di cifre del nostro Pil a cui di volta in volta siamo costretti ad assistere?

Concordo pienamente, è veramente stucchevole voler edulcorare la realtà a ogni costo… È l’errore più devastante che la politica possa fare. Sarebbe molto più giusto, invece, che i governanti dicessero come stanno veramente le cose, anche perché il cittadino non è mica scemo… Basta infatti farsi un giro tra i mercati e i negozianti, avere rapporti con i centri anziani, andare nelle parrocchie, nelle sedi di partito… A me viene da ridere, per non dire da piangere, quando ascolto frasi del tipo: siamo usciti dalla crisi, è aumentato lo zero virgola uno dei consumi… Ma siamo seri per favore, nell’ultimo triennio c’è stata una diminuzione di oltre il 10%… Ripeto, edulcorare i dati e galleggiare è un errore gravissimo.

Lei accennava ai partiti. Ma esistono ancora?

Ovviamente mi riferivo a quei pochi che ancora ci sono… E dire che sono fondamentali per la democrazia e per costruire i nuovi gruppi dirigenti. Basarsi solo su chi ha una buona dialettica e soprattutto “buca” il video rappresenta un altro errore deleterio… La democrazia, infatti, è basata su gruppi dirigenti che crescono grazie a un confronto continuo e diretto all’interno della cittadinanza.

Canone Rai nella bolletta della luce: qual è la vostra posizione?

Noi l’abbiamo contestata sin dall’inizio. Sia chiaro, siamo stati durissimi sulla modalità ma certamente non siamo contro il canone Rai. Naturalmente, però, al pagamento deve corrispondere un servizio pubblico di qualità… Se c’è evasione si faccia una battaglia giusta, ma immettere il pagamento del canone Rai nella bolletta dell’energia credo sia veramente qualcosa di assurdo, oltre al fatto che riteniamo possa essere anticostituzionale. Già così com’è la bolletta elettrica la comprendono solo gli ingegneri elettronici… Ci sono i cosiddetti oneri di sistema che, ad esempio, servono ancora a pagare la dismissione dei centri nucleari… E ancora agevolazioni alle ferrovie e altre cose. Con il canone Rai, dunque, si allungherà la lista rendendola ancor più illeggibile rispetto a quelli che sono i consumi reali di energia elettrica.

Del piano contro la povertà annunciato recentemente dal ministro Poletti, invece, che ne pensa?

Le cifre non sono assolutamente quelle sbandierate sui giornali dai nostri politici, la verità è che i fondi messi a disposizione riguarderanno una platea limitata… Ma a preoccuparmi è un’altra questione…

Cioè?

Dove si ricaverebbero le risorse? Magari tagliando le pensioni di anzianità? Non diciamolo neanche per scherzo…

A proposito del risiko delle pensioni. Che futuro devono aspettarsi giovani e anziani?

Purtroppo pessimo… Tito Boeri, recentemente, ha fatto una denuncia condivisibile: in pratica stando così le cose si arriverà a lavorare sino a 70 anni per poi avere una pensione con un importo dimezzato se non addirittura ancora più basso… D’altra parte se un giovane entra a 35 anni nel mondo del lavoro…

Cosa fare allora?

La risposta è una: investimenti per creare lavoro e occupazione giovanile. La matematica, d’altra parte, non lascia scampo: noi in Italia abbiamo un sistema di ripartizione delle pensioni, cioè quelli che oggi lavorano con i loro versamenti pagano le pensioni a chi ne ha già diritto. Se dunque riduciamo la forza lavoro inevitabilmente abbiamo meno contributi e quindi una sofferenza dei fondi pensione.

Secondo lei l’ennesima iniziativa a pioggia, cioè il bonus di 500 euro per i ragazzi che diventeranno maggiorenni entro quest’anno, rappresenta una buona occasione?

Lei non penserà mica che possa dirmi contrario… Senza entrare nel merito della dialettica politica, cosa che non mi compete, faccio però una riflessione di carattere economico e sociale. Come intervento sui giovani, ad esempio, avrei preferito regalare i libri scolastici, visto che costano una tombola, oppure creare più borse di studio all’università.

Passiamo al settore alimentare. Della filiera alimentare campo-tavola cosa c’è da dire?

Che ad esempio per il consumatore ci sono parecchi pericoli.

Del tipo?

Da anni, in Italia e in Europa, ci stiamo battendo affinché il cittadino possa conoscere vita, morte e miracoli di ogni singolo prodotto. Per noi è un diritto inalienabile essere informati e poi scegliere, magari tra una passata di pomodoro cinese e una della Campania… Questo è un punto fondamentale, il consumatore deve sapere esattamente, attraverso un’etichettatura assolutamente chiara e corretta, cosa si appresta a mangiare. Dal grano alla carne, dalle olive al pomodoro… Ovviamente eseguendo verifiche e controlli quotidiani sulla contraffazione alimentare e quindi sulla filiera. La seconda questione, poi, è legata ai troppi passaggi. Taluni sono giustificati, altri no e di conseguenza causano incredibili aumenti speculativi lungo la filiera. Le faccio un esempio: la produzione delle carote è di 10 centesimi al chilo, ma se lei va al mercato le acquista a più di un euro… Un altro esempio? Il latte pagato 0,35 centesimi all’allevatore al banco costa 1,50…

A proposito di controlli, l’olio d’oliva si trova sempre più al centro di truffe e contraffazioni. Come difendersi?

Nel mercato internazionale l’olio viene venduto a prezzi che oscillano e che sono legati ai sistemi di produzione. In Italia, ad esempio, tra la raccolta e la molitura trascorre poco tempo consentendo così all’olio di conservare al meglio le caratteristiche. In altri paesi, invece, la molitura avviene in maniera rallentata di conseguenza si ammucchiano montagne di olive… Ovviamente le olive continuano a maturare e spesso si creano anche le muffe. Ecco, allora, che ci si trova dinanzi a prodotti con caratteristiche non particolarmente buone.

Vuol dire che l’olio arriva sul mercato in queste condizioni?

No, prima viene sottoposto a un processo chiamato di deodorazione mediante distillazione in corrente di vapore sotto vuoto. Un procedimento che rimuove tutte le sostanze volatili ma che fa perdere al prodotto le caratteristiche organolettiche.

Morale della favola?

Sul mercato troviamo prodotti del genere a prezzi competitivi, che vengono spacciati per oli italiani…

In che modo?

Ad esempio attraverso un’etichetta con sopra una bandiera italiana e con la scritta “fatto con olive della comunità europea”. Ecco, allora, che i cittadini andrebbero informati in maniera precisa invitandoli a controllare scrupolosamente le etichette. Noi stiamo portando avanti una grande battaglia affinché sulle etichette si metta in evidenza l’origine del prodotto. L’olio italiano è conosciuto, quello invece di altri paesi potrebbe essere deodorato. Questa truffa è stata scoperta dalla Guardia Forestale che ora, ahinoi, nell’ambito della razionalizzazione dei corpi di sicurezza è stata accorpata…

Emergenza emigranti: cosa fare?

Nella maniera più assoluta non possiamo chiudere gli occhi rispetto ai drammi nel mondo. Vedere un bambino morto sulla battigia, gommoni che affondano e muri e recinzioni con il filo spinato sono cose che sconvolgono… È chiaro, allora, che bisogna trovare il modo di far convivere l’accoglienza e la sicurezza, senza però dare vita a squallide speculazioni politiche con l’obiettivo di raccattare qualche voto in più… Un conto è avere un campo di concentramento con migliaia di persone, un altro è disporre di una corretta gestione assicurando la sicurezza del paese e dei suoi cittadini. Ovviamente dando risposte alle aspettative di questa gente disperata che, ricordiamocelo sempre, fugge dalla morte e dalla distruzione causate dalle guerre e dai regimi. In questa direzione, ma non solo, faccio mie le illuminanti parole di papa Francesco. I governi si attrezzino per dare risposte a questa povera gente e nello stesso tempo garantisca sicurezza ai cittadini.

Della recente fusione Stampa-Repubblica con un nuovo aggregato che controllerà il 20% del mercato italiano della carta stampata che ne pensa? Esiste un rischio monopolio?

Obiettivamente nel paese esiste un’ampia scelta nel campo dell’informazione. Comunque bisogna sempre vigilare affinché non si vada nella direzione sbagliata. Io sono da sempre per il sostegno all’informazione, ovviamente previo controlli e certificazioni.

Che ne pensa, infine, delle indiscrezioni sul maxi stipendio della neodirettrice di Rai3 Daria Bignardi?

Occorre mettere assolutamente dei tetti. Comprendo le leggi di mercato ma la diseguaglianza di stipendi non può essere così umiliante… Trovo indegno, ad esempio, che tra un operaio appena assunto e il manager di turno quest’ultimo abbia uno stipendio di 400 volte più alto… Queste cose vanno combattute a gran forza con sane politiche, anche fiscali, e con l’istituzione di tetti economici. Che ovviamente vanno rispettati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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