GUERRA AI CIARLATANI DELLA SALUTE

INTERVISTA A SALVO DI GRAZIA MEDICO E DIVULGATORE SCIENTIFICO
By Gino Consorti
Pubblicato il 1 Aprile 2014

“QUANDO C’È UN PROBLEMA, SPECIE SE GRAVE – AFFERMA IL NOTO CHIRURGO AUTORE DELL’INTERESSANTE LIBRO SALUTE E BUGIE – ESISTONO DELLE PERSONE SENZA SCRUPOLI CHE PROPONGONO SOLUZIONI MIRACOLOSE. PECCATO, PERÒ, CHE DIETRO A QUESTE PRESUNTE CURE SI NASCONDANO DEI TRUFFATORI CHE PROPINANO SOLUZIONI INEFFICACI E COSTOSE. VOGLIONO SOLO I SOLDI, NON LA NOSTRA SALUTE”

È ancora forte l’eco dell’ennesimo scandalo nel mondo della sanità le cui ricadute negative, guarda caso, finiscono sempre per danneggiare il cittadino-paziente. Ci riferiamo ai due colossi farmaceutici Roche e Novartis finiti nel mirino dell’Antitrust e della magistratura. L’accusa, che ovviamente dovrà essere dimostrata in tribunale, parla di un accordo illecito tra i due colossi farmaceutici per ostacolare la diffusione di un farmaco molto economico, chiamato Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, il Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti. Disastro doloso e associazione a delinquere, dunque, sono ad oggi i reati ipotizzati dalla Procura di Torino. Il disastro doloso è contestato perché si ritiene che siano state messe in atto procedure che possono avere messo in pericolo la salute di un numero considerevole di pazienti in tutta Italia che non hanno potuto accedere alle cure. L’associazione a delinquere, invece, è in relazione alla truffa e al reato di rialzo o ribasso fraudolento di prezzi.

Una domanda, allora, nasce spontanea: davanti a simili episodi come può il cittadino-paziente tutelare il proprio diritto alla salute? “Le case farmaceutiche sono aziende a scopo di lucro, c’è poco da fare, e se a loro dobbiamo la disponibilità di prodotti salvavita, di medicine utili e fondamentali (pensiamo solo ai vaccini, bene dell’umanità), quando i controlli sono deboli e peggio ancora se esiste corruzione o superficialità, si possono creare i presupposti per vere e proprie speculazioni sulla salute. Nel caso specifico in realtà il controllo c’è stato, ma le aziende si sono ’infilate’ tra le maglie della legge, aggirandola. In parole povere il loro comportamento non è stato illegale ma scorretto, infatti la sanzione è arrivata dall’autorità che regola le norme relative al commercio. C’è un primo provvedimento che dovrebbe essere comunque adottato a livello internazionale: rendere pubblici e consultabili tutti i dati relativi alla sperimentazione di un farmaco, sia i risultati positivi che quelli negativi (che spesso sono nascosti). In questo senso l’Europa si sta muovendo e spero lo faccia presto l’Italia”.

La riflessione e l’auspicio finale, assolutamente condivisibili, sono di Salvo Di Grazia, 44 anni, medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia. Un professionista di assoluto livello che ha mosso i primi e importanti passi nel servizio di emergenza, il cosiddetto 118, per poi farsi “cittadino” francese. A Nancy, Lille e Clermont Ferrand, infatti, ha consolidato e accresciuto il suo sapere prima di far ritorno in patria. Membro della società europea di endoscopia ginecologica, autore di varie pubblicazioni scientifiche e relatore in congressi medici, Salvo Di Grazia oggi lavora in provincia di Treviso, in una struttura pubblica occupandosi tra l’altro anche di procreazione medicalmente assistita. Si definisce un medico per professione e passione da sempre, ha un passato di ricerca soprattutto in endocrinologia ginecologica ed è un appassionato di internet e comportamento umano. Negli ultimi tempi, poi, ha iniziato a “mettere il naso” nel mondo delle cosiddette medicine alternative scoprendo, come dice lui, per puro caso, uno spaccato attorno al quale ruotano interessi più o meno leciti. Questo e molto altro ancora lo stimato professore di origine catanese l’ha messo nero su bianco mandando recentemente in libreria un interessantissimo volume dal titolo Salute e Bugie (Chiarelettere, pp.237, euro 13,60). Il suo credo è che non si è liberi di scegliere se non si è correttamente informati. Occhio, quindi, a ciarlatani, imbonitori e guru che popolano la nostra galassia. Autentici pataccari, subdoli e pericolosi che, purtroppo, non sono un’esclusiva della cattiva medicina. Simili ciarlatani e piazzisti, con il massimo rispetto per quest’ultima categoria, abitano infatti anche il mondo della politica, come le cronache quotidiane – per capirci quelle di una informazione libera e non, invece, sul libro paga dei potenti di turno – ci raccontano… Ma questa è un’altra storia. Torniamo al nostro stimato interlocutore che porta avanti la lodevole opera di divulgatore scientifico, anche attraverso la rete. Egli, infatti, ha fondato il visitatissimo blog MedBunker, un osservatorio privilegiato sulla medicina, la scienza e i ciarlatani della salute. Una straordinaria opportunità di crescita umana e professionale attraverso l’approfondimento  di temi, maldestramente considerati merce esclusiva degli addetti ai lavori, e le tante richieste di chi si rivolge alla medicina.

Nella sua agenda foderata di impegni l’autore di Salute e Bugie, nonché prezioso collaboratore de il fattoquotoidiano.it e Query, la rivista del Cicap, l’associazione fondata da Piero Angela, con grande disponibilità e cortesia ha ritagliato uno spazio anche per noi. Ascoltiamolo, allora, senza indugi.

Perché, Di Grazia, un libro sulle bugie in medicina?

Perché la salute è un tema troppo importante per essere distorto e banalizzato da false informazioni e cattiva medicina. Siamo nell’epoca di internet, con un click chiunque ottiene notizie e dati che possono in certi casi disinformare, quando non danneggiare direttamente una persona che ha bisogno di aiuto. Con il mio libro metto su carta un lavoro di divulgazione che dura da anni e che prova a informare correttamente e sempre su basi scientifiche chi ha bisogno di informazioni serie o chi è semplicemente appassionato di salute e medicina.

Chi sono i ciarlatani della pseudomedicina?

Sono coloro che si avventano come avvoltoi su chi, per disperazione, è alla spasmodica ricerca di una cura. Quando c’è un problema di salute, specie se grave, esistono delle persone senza scrupoli che non si fanno problemi a proporre soluzioni miracolose, immediate, semplici ed economiche. Peccato che dietro queste presunte cure si nascondano ciarlatani e truffatori e le soluzioni non siano mai efficaci ed economiche. I ciarlatani vogliono i soldi, non la nostra salute. Non bisogna sottovalutare il problema, vi sono veri e propri gruppi organizzati in cerca di potenziali vittime.

Come spiega il fatto che le cosiddette cure alternative nonostante siano giudicate inefficaci e in alcuni casi addirittura deleterie dalla comunità scientifica, continuino a fare proseliti?

Nel libro ho scritto una frase che più o meno dice che noi uomini siamo alla continua ricerca del rimedio per tutto e di quello sempre efficace, davanti a questa richiesta c’è un mercato fiorente di pseudocure che non hanno niente di scientifico e che causano due danni principali: il primo alla salute, il secondo al portafogli.  Noi esseri umani siamo per natura portati a cercare il rimedio più semplice ed evitare le strade più complicate e difficili, ma anche quando, in caso di malattia, non c’è più speranza, la dignità, la stessa essenza dell’essere umano richiederebbe fermezza nel rifiutare le offerte, sicuramente ammalianti, dei ciarlatani della salute.

Anche in medicina vale lo stesso principio della domanda e dell’offerta che regola il commercio in genere?

Assolutamente sì. Il mercato della salute ha una piccola ma significativa percentuale di potenziali clienti che sono attirati dall’alternativo, dall’olistico, dal paranormale. Sono spesso persone che non hanno idea della differenza tra cura scientifica e cura non dimostrata, mettono sullo stesso piano il lavoro di centinaia di capaci ricercatori con quello di inventori da strapazzo, ma non è un problema legato all’ignoranza, anzi, si è visto che i clienti più affezionati alle pseudomedicine hanno una cultura media abbastanza elevata. Questo perché chi non ha nessuna base spesso “si fida” e letteralmente affida la sua salute a chi è competente; chi invece ha una certa cultura spesso si sente più “sveglio” e consapevole degli altri, quando invece per essere “consapevoli” in tema medico servono basi specifiche e precise (si chiama “effetto di Dunning e Kruger”, si è incompetenti ma inconsapevoli di esserlo), diventando invece la vittima perfetta. Di certo però la cultura scientifica non brilla per diffusione nel nostro paese…

Quindi anche nel campo della medicina e quindi della salute ci facciamo illudere dalla pubblicità…

Se controlliamo quali spot ci propina la televisione in campo farmaceutico scopriremo come la maggioranza dei prodotti siano semplici specchietti per le allodole. La pubblicità cerca di convincerci che abbiamo bisogno di vitamine, integratori, pillole per i capelli, la menopausa, la cellulite, trasforma eventi assolutamente normali (la calvizie è una malattia? la menopausa?) in drammatici problemi sociali e ci induce ad acquistare prodotti. Nulla di grave, se non fosse che quei prodotti non hanno alcun effetto sulle “malattie inventate”. C’è un problema, anche banale, che assilla le masse? Ecco pronta la pillola per risolverlo. Il suo difetto, però, è che questa pillola non risolverà mai il problema che dice di guarire.

Nel libro lei rimpiange il farmacista di un tempo puntando l’indice contro varie bufale in vendita sugli scaffali…

La figura del farmacista, preziosissima, oggi è profondamente diversa da quella di un tempo e tra burocrazia e tasse ogni occasione è preziosa per portare avanti l’attività. Non è certo colpa del farmacista se nei suoi scaffali la maggioranza dei prodotti da banco sia rappresentata da sostanze inutili e inefficaci, ma se c’è richiesta – e trattandosi di prodotti legalmente in vendita – si fa buon viso a cattivo gioco…

Immagino non avrà molti amici tra i farmacisti…

Al contrario! Moltissimi farmacisti mi ringraziano per il lavoro svolto. Il farmacista non è un commerciante, è un esperto di chimica, quasi un artigiano della chimica e in tanti sanno come la vendita di prodotti non scientificamente validi sia solo una conseguenza del nostro tempo caratterizzato da consumismo e ricerca della pillola “per tutto”. Proprio per questo credo che anche il farmacista debba essere valorizzato, non può diventare un “venditore di pillole magiche” ma deve essere un tramite tra il prescrittore (il medico) e l’utilizzatore (il paziente) e rappresentare un professionista della salute non un venditore di caramelle inutili.

Entriamo nello specifico cercando di fare luce su alcuni argomenti particolarmente cari al genere umano… Iniziamo con la bellezza e quindi con il quotidiano confronto con la bilancia. Esistono pillole o prodotti miracolosi per dimagrire?

No. Esistono dei prodotti da banco che possono aiutare psicologicamente – per esempio dei sostituti dei pasti principali che aiutano a consumare meno calorie – o altri che hanno effetti molto importanti e quindi sono vendibili solo dietro prescrizione medica, ma le comuni compresse e bustine che vediamo nelle pubblicità non hanno nessun effetto dimagrante e spesso contengono talmente poco principio attivo che assumerli equivale a bere un bicchiere d’acqua. L’unico modo realmente efficace per dimagrire è gratuito, anzi fa risparmiare… Mangiare meno e muoversi di più funziona, garantito.

Qual è, invece, la differenza tra una crema idratante in tubetto venduto al supermercato e una costosa ed elegante confezione dall’effetto ringiovanente?

Pochissima. La maggioranza delle creme “ringiovanenti” in vendita hanno un effetto idratante, aiutano cioè la pelle a trattenere temporaneamente un po’ d’acqua. Questo dona alla cute un aspetto più “levigato” e tonico che però sparisce poco tempo dopo. Non esiste alcuna crema che cancella le rughe e la vera differenza tra quelle più costose e quelle del supermercato è solo una: il prezzo.

Ma se oggi le aziende farmaceutiche spendono milioni di euro in marketing, chi mi si assicura che la medicina prescritta dal mio medico non sia figlia anch’essa della pubblicità?

Questo è un vero problema perché se un’azienda decide in malafede di realizzare una medicina che non ha effetti o che sia addirittura pericolosa, ha tutti i mezzi per farlo e truffa in questo modo pazienti e medici. Questi ultimi, infatti, non possono che fidarsi degli studi realizzati sul farmaco e delle informazioni sul prodotto. Sia i primi che le seconde sono finanziate e divulgate dalle aziende produttrici. Questo significa che sono necessari due atteggiamenti per assicurarci che una medicina funzioni e sia utile: fidarsi delle aziende e fidarsi dei controlli di chi ha questo compito. L’azienda che sbaglia, peggio se in malafede, deve pagare e duramente.

A proposito di pubblicità, come mai su giornali, televisione o riviste specializzate non s’incontra mai una réclame, ad esempio, dell’insulina?

Perché i farmaci per le malattie più diffuse sono quelli che assicurano entrate stabili e anche se non sembra possibile, non è su questi che puntano le case farmaceutiche. Il farmaco da banco più venduto in Italia è il paracetamolo, un noto antifebbrile. La vendita di “massa” riguarda farmaci di uso comune, contro le allergie, le riniti, la cefalea, su questi puntano le aziende quando decidono la pubblicità e questi sono prodotti comprati dal consumatore, non dagli ospedali.

Cosa ne pensa dei vari farmaci antinfluenzali che si trovano in commercio?

Pochi riflettono sul fatto che l’influenza è una malattia causata da un virus e non esiste al mondo una cura che guarisce da malattie virali. Stupisce tante persone sapere che l’influenza è letteralmente incurabile. Nel caso dell’influenza esistono tanti prodotti che servono a migliorare i sintomi, almeno quelli più fastidiosi come la febbre, i dolori, il mal di testa. Qualche anno fa i governi di tutto il mondo hanno fatto incetta di un farmaco che diceva di prevenire e guarire una forma di influenza molto grave e contagiosa, tanto da poter diventare una pandemia. Dopo aver speso milioni di euro, si scoprì che questo prodotto non solo non aveva grandi effetti sulla malattia ma non esistevano neanche studi che evidenziavano in maniera certa la sua efficacia. In parole povere i governi di tutto il mondo erano vittime di una pubblicità, né più né meno di quello che succede ai consumatori quando credono a uno spot televisivo ma a un costo molto più elevato.

Nel libro dedica un capitolo ai trucchi della ricerca e al lato oscuro della medicina. Può farci un sunto di poche righe?

Questo è il capitolo più drammatico del libro, perché se ci si può aspettare che un ciarlatano si approfitti di noi o che un truffatore si voglia arricchire a nostre spese è molto più difficile immaginare che un’azienda seria e importante usi piccoli trucchi o sia colpevolmente superficiale danneggiando la nostra salute. Qualcuno ricorderà il caso Thalidomi-de, un farmaco venduto anche in Italia molti anni fa, che causò centinaia di danni e persino vittime. Era venduto come rimedio contro la nausea in gravidanza ma non era stato sperimentato su cavie in gravidanza. Ebbene, quel farmaco, se assunto durante la gestazione, poteva causare malformazioni e persino la morte del feto. Così successe e, nonostante l’azienda fosse al corrente di qualcosa che non andasse per il verso giusto, impiegò molti mesi prima di ritirare il farmaco dal commercio. Nel libro racconto altre storie simili, che mostrano come degli scienziati, per vocazione al servizio dell’umanità, si siano mostrati invece senza scrupoli né onestà. Dico continuamente che l’errore è scusabile, la malafede mai.

Da sempre è in campo l’accesa disputa tra favorevoli e contrari ai vaccini. Lei da che parte sta?

Solo chi ignora i benefici dei vaccini può avere dubbi sulla loro utilità. Sono farmaci con precise indicazioni, limiti ed effetti collaterali, ma hanno salvato e salvano milioni di vite sul nostro pianeta. Il giorno in cui fu annunciata la scoperta del vaccino antipolio, negli Stati Uniti la gente sospese immediatamente ogni attività per scendere in strada a festeggiare. I benefici dei vaccini sono davanti agli occhi di tutti. Credo che nessuno possa smentire il fatto che i vaccini siano tra le invenzioni più geniali dell’uomo e che si tratta di farmaci tra i più testati e sicuri. Pensiamo al fatto che milioni di persone si vaccinano ogni giorno in tutto il mondo e da decenni. Se è aumentata la vita media ed è diminuita la mortalità infantile, il merito è anche loro.

C’è, però, chi la pensa diversamente. Ad esempio chi dice che la vaccinazione trivalente contro morbillo, parotite e rosolia sia la causa accertata di autismo…

È una leggenda metropolitana dura a morire. Tutto nacque da uno studio di un medico inglese. Si scoprì dopo qualche tempo che lo studio era stato inventato falsificando i dati perché quel medico ricevette del denaro da un avvocato in cerca di documentazione per le sue richieste di risarcimento. Quel medico ora è stato radiato ed è un simbolo di cattiva scienza. Per sicurezza sono stati realizzati decine di studi sull’argomento che hanno smentito questa correlazione e d’altra parte non esiste un solo studio che faccia sorgere almeno il dubbio di un legame tra vaccini e autismo.

Quali altre “leggende” sulle vaccinazioni secondo lei sono assolutamente da sfatare?

Ne sono nate tante. Se si cerca su internet, i vaccini sarebbero causa delle più svariate malattie, addirittura della “morte in culla” e del diabete. Nulla di più falso. I vaccini hanno effetti collaterali rarissimi e quasi sempre banali, chi li demonizza non sa quello che dice e nessun lavoro scientifico mostra che i vaccini possano causare malattie come il diabete o le altre che la cattiva informazione diffonde senza ritegno.

Sull’omeopatia e l’agopuntura, invece, che si può dire?

L’omeopatia è una vecchia teoria medica ormai sorpassata inventata nell’ottocento, quando non si conosceva neanche l’esistenza dei batteri. Si usano delle sostanze diluitissime, talmente tanto che nei prodotti omeopatici più comuni (oltre la dodicesima diluizione) non vi è più nessuna traccia della sostanza di partenza. In pratica si assume zucchero. Quando qualcuno si mostra incredulo per tale ovvietà, lo invito ad analizzare un granulo omeopatico oltre la 12ma diluizione: ne troverà conferma.

Perché?

Un granulo di zucchero naturalmente non può avere nessun effetto curativo, ma nonostante questo qualcuno riferisce il miglioramento di certi sintomi. Si chiama “effetto placebo”: quando crediamo di curarci a volte ci sentiamo davvero meglio. Il pericolo inizia quando pretendiamo di curare con lo zucchero malattie gravi. L’agopuntura, invece, prevede un atto fisico: l’infissione di aghi sottilissimi nella cute. Nonostante la maggioranza delle teorie dell’agopuntura siano non scientifiche, il fatto di infilare degli aghi nella pelle può causare il rilascio di sostanze come le endorfine che possono dare un certo e passeggero sollievo dai sintomi dolorosi. È per questo che l’agopuntura, in certi casi, può migliorare disturbi come le cefalee e i dolori articolari e anche qui aiuta l’effetto placebo citato prima. Mai però pretendere di curare malattie importanti con questo tipo di medicina.

Eccoci al male del secolo: il cancro. Cosa dire delle cure animali e vegetali?

La stragrande maggioranza delle terapie oggi disponibili deriva da animali o vegetali; pensiamo ad esempio al Taxolo (un chemioterapico) che deriva dal Tasso (un arbusto). Il grande inganno è quello di far credere che usare direttamente le parti dell’animale o il vegetale, possa essere efficace contro la malattia. C’è così chi vende parti di squalo, chi foglie di vischio e così via. Si tratta di truffe. Non è una pianta a curare il tumore ma un principio attivo che da essa si estrae. Bisogna quindi estrarlo, concentrarlo, purificarlo e questo può avvenire solo con un processo industriale, non rivolgendosi a un improvvisato guaritore.

Negli ultimi anni si è sviluppato in modo esponenziale il turismo della speranza: centinaia di persone si recano a Cuba per acquistare il veleno dello scorpione spacciato come un miracoloso anticancro…

Purtroppo si era diffusa la voce che a Cuba usassero il veleno di scorpione (conosciuto rimedio popolare locale contro i dolori) per curare i tumori. In realtà non esistono prove di questa efficacia e nemmeno studi controllati e questo significa che il prodotto non può essere venduto come farmaco. Per questo un’azienda ha pensato bene di aggirare l’ostacolo: pur di vendere il prodotto lo vende in forma omeopatica, diluito trenta volte. Così la gente affronta un lungo e costoso viaggio e acquista flaconi dove c’è solo acqua a circa 300 euro a flacone. Ripeto, viaggi della speranza per acquistare semplice acqua…

C’è anche chi ha teorizzato che la causa unica di tutti i tumori sia un fungo, la Candida albicans, da curare semplicemente con il bicarbonato di sodio…

Magari fosse così facile. Purtroppo chi ha inventato questa teoria non lo ha mai dimostrato e ha avuto seri guai con la giustizia, tanto da essere radiato dall’albo dei medici. In realtà nei tumori la candida può essere presente per la natura dei tessuti che lo compongono, ma non è certo causa della malattia. In ogni caso usare il bicarbonato come cura anticancro non solo è inutile ma può anche essere pericoloso, persino letale.

A proposito, la sperimentazione che il Cancer Center di Tampa, in Arizona, sta portando avanti sulle medicine complementari e alternative, tra le quali l’uso del bicarbonato, quali risultati ha prodotto?

Si tratta ancora di studi su cavie, sembra che somministrare del bicarbonato nella dieta di questi topolini abbia diminuito il numero di metastasi di un tumore mammario ma purtroppo non ha avuto alcun effetto sul tumore principale (oltre a esserci un problema di dosi, per l’uomo servirebbero quantità enormi di bicarbonato). L’obiettivo degli studi che av-vengono in Arizona (e per certi versi anche in Italia) è quello di analizzare le modificazioni del pH (questo valore misura il livello acido-base delle cellule) e quindi somministrare terapie modificando anche queste caratteristiche di un tumore. Ci proviamo da tempo ma i risultati non sono mai stati ragguardevoli.

Lei che è un appassionato di internet  non ritiene che la rete, nella cerchia delle medicine alternative e dei tanti guaritori prodigiosi, abbia apportato un effetto fortemente negativo?

Internet è una grande opportunità ma bisogna saperlo utilizzare. Naturalmente chi vive di truffe ha tutto l’interesse a spargere la voce al maggior numero di persone possibile, ainvadere luoghi d’incontro e comunità, sono persone in cerca di clienti e per questo bisogna mettere in guardia chi usa internet che la salute è un bene troppo prezioso per affidarlo a consigli improvvisati trovati sulla rete. Il medico resta l’unica persona capace di dare consigli su malattie e problemi di salute: se abbiamo dubbi o troviamo su internet qualcosa che ci incuriosisce parliamone prima con lui e non prendiamo decisioni avventate.

A proposito di internet, cosa l’ha spinto a realizzare il blog MedBunker?

Inizialmente il caso… Avevo visto un video nel quale una donna raccontava di essere guarita da un tumore grazie a una cura alternativa, ma controllando bene le immagini scoprii che si trattava di un falso. La donna, infatti, era stata operata e la sua guarigione era dovuta a cure “tradizionali”. Successiva-mente, tornando alla sua domanda, la passione ha fatto sì che continuassi a scrivere di medicina, spiegare la scienza, raccontare la differenza tra medicina seria e ciarlataneria e così nel tempo ho raccolto tantissimi affezionati lettori che mi hanno spinto a continuare con entusiasmo.

Che ne pensa dei tanti viaggi della speranza verso ospedali e centri specializzati esteri?

Un tempo erano giustificati, in Italia vi erano delle malattie per le quali gli interventi più risolutivi non si praticavano, certe branche della chirurgia non erano sviluppate (come la cardiochirurgia) e quindi era necessario rivolgersi all’estero per certi problemi. Oggi questo praticamente non esiste più, nel nostro paese abbiamo a disposizione medici, tecniche e strumenti all’avanguardia che non hanno nulla da invidiare alle strutture estere. Anzi, spesso assistiamo a un “turismo” al contrario, dall’estero vengono in Italia perché abbiamo un ottimo livello di cura. Proprio per questo, quando si legge di raccolte fondi per cure che si possono realizzare solo all’estero, bisogna essere molto cauti, sono davvero poche, per non dire nessuna, le cure mediche realizzabili in terra straniera e che da noi non hanno possibilità di soluzione.

Oggi quali sono le armi più efficaci per sconfiggere il cancro?

La prevenzione e la cura. La prima si effettua ogni giorno, abbinando a un adeguato stile di vita, l’effettuazione dei controlli ormai previsti e spesso gratuiti in tutta Italia, penso al Pap-test e alla mammografia; la seconda è rappresentata principalmente dalla chirurgia, affiancata da cure mediche sempre più precise. Visto che il cancro non è una malattia unica ma centinaia di forme diverse, ormai non si parla più di “cura del tumore” ma di “cura della persona con tumore”. È un fondamentale passo avanti. Pensiamo che negli anni 70 la sopravvivenza da cancro era bassissima, avere il cancro significava morte sicura, la leucemia infantile guariva nel 20% dei casi. Oggi i tassi di sopravvivenza sono molto alti per molte neoplasie, per la leucemia siamo attorno al 70% e avere una malattia tumorale significa che ci sono delle speranze di salvezza. Se non è un miracolo questo…

Crede che un giorno si possa vincere definitivamente questa battaglia?

Spero che non si legga come pessimistica la mia risposta, ma credo che non si possa dire che un giorno sconfiggeremo completamente il cancro. Questa è una malattia “degenerativa”, aumenta la sua incidenza con l’aumentare dell’età e visto che per vari motivi ormai viviamo molto a lungo, probabilmente aumenteranno anche i casi di cancro. Per me non è questo il dramma, perché se non fosse il cancro a farci morire ci sarebbe un’altra malattia. Non siamo immortali, e meno male… Il vero problema è quello di ridurre il più possibile le cause di cancro e così ridurre le forme giovanili e infantili della malattia. Come si può capire l’impatto di una malattia come questa è diverso quando colpisce un giovane o una persona molto anziana ed è diverso anche il suo significato sociale, psicologico ed economico. Non dimentichiamo che molte forme di cancro sono causate da inquinamento ambientale, dall’alimentazione errata, da abitudini di vita non corrette. Ecco, migliorando queste, se non riusciremo a sconfiggere completamente il cancro, riusciremo a ridurre almeno quelli prevenibili.

Nella sua attività quotidiana di medico-chirurgo, qual è la difficoltà con cui deve maggiormente confrontarsi?

Il dolore. È una piaga che noi umani sembriamo sottovalutare, fino a quando non ci tocca personalmente. Il dolore non è solo fisico ma anche psicologico. Un medico è spesso una spalla, un amico, un complice, l’unico aiuto e deve rendersi conto che una sua parola, uno sguardo, un minuto di tempo in più, può essere curativo. Quando vedo persone con malattie gravi che non danno speranze, ecco, spesso è difficile mantenere netta la separazione tra medico e uomo. Ed è difficilissimo trovare le parole giuste e l’atteggiamento più corretto per sostenere fisicamente e psicologicamente chi sta male.

Se la nominassero ministro della Sanità quale sarebbe il suo primo atto?

Ho un tema che mi sta particolarmente a cuore, quello dei disabili. La situazione italiana è disastrosa. L’assistenza, le cure, la presa in carico del disabile: ci sono tante persone di buona volontà ma strutture e istituzioni spesso lasciano il vuoto nelle famiglie con un problema simile. Anche a livello simbolico mi metterei subito dalla parte dei più deboli. Aiutati loro penserei, dopo, a migliorare i servizi per i “più forti”.

Il suo errore più grande?

Fortunatamente non ho commesso grandi errori nel mio lavoro, ma uno piccolo sì…

Può dircelo?

Avere idealizzato troppo la mia professione, cosa tra l’altro comune a chi intraprende il lavoro di medico. All’inizio, da studente, pensavo che il mio lavoro fosse donato esclusivamente al paziente, alla cura, al letto dell’ammalato. Pensavo fosse evidente che stare dieci minuti in più vicino a chi soffre fosse la prima medicina realizzando quella che si dice una missione. Con il tempo mi sono reso conto che c’è anche troppa burocrazia, carte e cartacce da compilare, leggi, norme, tutte cose sicuramente importanti e necessarie ma che ti fanno perdere tempo che potresti donare alla persona. Oggi noi medici dobbiamo prestare sempre più attenzione a compilare schede, consensi, cartelle e richieste che a parlare con il paziente. Quando le carte sono più importanti delle persone, ecco, forse qualche domanda dovremmo farcela…

La cosa, invece, di cui è più fiero?

Di aver salvato qualche vita umana. Era il mio sogno da bambino e realizzare i sogni che hai da bambino credo possa farti dire che la tua vita ha avuto un senso.

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