GUARDARE ALLA CISL

By Nicola Guiso
Pubblicato il 3 Aprile 2015

Per il silenzio o la superficialità dei media è possibile che alla maggior parte dei cittadini siano sfuggiti alcuni fatti degli ultimi mesi (protagonista la Cisl, oggi guidata da Anna Maria Furlan) che meritano invece attenzione. Perché riguardano problemi vitali delle persone, delle famiglie e delle comunità nella morsa di una pesante crisi economica e sociale. Poi perché la Cisl li ha affrontati con fedeltà ai suoi principi ma anche con grande realismo per contribuire a risolverli. Un atteggiamento opposto a quello vociante, e spesso vuoto di sostanza, col quale tanta parte delle forze politiche (di maggioranza e di opposizione, oppure pencolanti tra l’una e l’altra) vuole fare credere che le lotte di correnti o personali al proprio interno siano questione di vita o di morte per la società e per le istituzioni. E opposto anche a quello della grande maggioranza della Cgil e della Uil, che sembrano credere che i problemi delle persone, delle famiglie e del paese si affrontino con comizi e con slogan; suggestivi nelle promesse ma nulli quanto alla possibilità di realizzarle.

Il primo fatto è che mentre da anni, nei media e nelle sedi istituzionali imperversano la Cgil e la Uil (con punte fuori misura della Camusso e di Landini) nelle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze aziendali la Cisl è diventata la maggior forza tra i metalmeccanici. A cominciare dagli stabilimenti Fiat, nei quali i suoi dirigenti e i suoi militanti avevano patito insulti e aggressioni quando avevano difeso gli accordi sindacali nello stabilimento di Pomigliano, poi esteso agli altri. Accordi che sono stati la premessa dei grandi investimenti della Fiat, che stanno portando a significativi aumenti dell’occupazione e della produttività nel gruppo e nell’indotto.

Il secondo fatto è che la Cisl, a differenza della Cgil e (in parte) della Uil, e delle varie sinistre politiche (a cominciare da quella interna al Pd) ha dato un giudizio non negativo ma articolato sulla riforma dello statuto dei lavoratori (vecchio di 45 anni) proposto dal governo. Giudizio, in sintesi estrema, positivo: a) Per la introduzione del contratto a tempo indeterminato con incentivi economici (a tutele crescenti e possibilità di rescissione del contratto, con risarcimento, per cause economiche) che lo rende più favorevole all’azienda e al lavoratore. b) Per il mantenimento dell’articolo 18 del vecchio statuto (riassunzione obbligatoria) per licenziamenti discriminatori, disciplinari e per scarso rendimento. Negativo invece il giudizio della Cisl sulle nuove norme relative ai licenziamenti collettivi, anche per i possibili contraccolpi sulle relazioni industriali in molte aziende. La Cisl è inoltre impegnata perché gli altri decreti attuativi della riforma (relativi al trattamento dei disoccupati e alla loro eventuale riqualificazione professionale) rispondano alle vitali esigenze sociali e produttive del nostro tempo. Si è detta inoltre contraria a un eventuale referendum per l’abrogazione della legge di riforma, al quale spingono molti settori della Cgil e della Uil, le tante sinistre politiche e la Lega; considera infatti la contrattazione la via per migliorarla.

La Cisl, infine, ha presentato una proposta di legge popolare, a supporto delle famiglie, per accrescere i consumi e, dunque, gli investimenti. Riguarda: 1) Una ritenuta fiscale di 1000 euro l’anno per chi ne guadagna meno di 40.000. 2) Detassazione della prima casa. 3) Contributo una tantum dai percettori di reddito superiore ai 500 mila euro l’anno. Le risorse per realizzare i primi due punti andranno reperite con la estensione a ogni pagamento di beni e di servizi del cosiddetto “contrasto di interessi” (come si fa da anni, con successo, negli Usa) che consente la discarica di una parte delle ricevute fiscali.

Credo che sia utile riflettere sui successi e sulle iniziative di una organizzazione che ispira i propri programmi e il proprio operare al solidarismo cristiano e alla economia sociale di mercato. Per il conforto di sapere che nella società (oltre ai tanti tromboni e ai tanti fanatici) operano anche persone e organizzazioni impegnate per la tutela del bene comune. E, possibilmente, per trarre dal loro esempio la volontà di contribuire a realizzare questo obiettivo operando nei propri ambienti di vita e di lavoro.

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