Gino Carulli

By Umberto Braccili
Pubblicato il 1 Gennaio 2015

In questo spazio ideato da Luigi Braccili questa volta vogliamo parlare di un uomo costretto dalla povertà all’emigrazione ma poi tornato e vincente sul proprio territorio. Il soggetto della storia si chiama Gino Carulli. Iniziamo dalla fine. Oggi è un imprenditore affermato di Ortona che 30 anni fa rientrò dopo dieci anni nel suo paese d’origine: Crecchio. Era andato via perché il papà non poteva garantirgli un pasto visto che la famiglia, sei figli, era numerosa. Gino, era il 1964, chiese in prestito la più classica delle valigie di cartone. Aveva 24 anni e le forze non mancavano. Così andò prima in Germania e poi in Belgio. In quest’ultima nazione bussò a una società che si occupava di carbone e dopo il sì lavorò tanti anni nelle miniere. Ma la mente andava sempre alla sua Crecchio. Prima aprì nei pressi di Bruxelles una piccola attività di costruzioni metalliche e dopo tanti sacrifici e risparmi tornò a Crecchio. Il soffrire, si dice, aguzza l’ingegno così Gino Carulli, oggi famoso milionario, divenne concessionario di una famosa azienda di gelati. Negli ultimi 3 anni l’azienda è passata da 30 a 47 collaboratori. Per questi ultimi, fortunatamente, non c’è bisogno della valigia di cartone.

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