GESÙ, PAPA FRANCESCO E I GIOVANI

È BELLO PER NOI ESSERE QUI! Così papa Francesco ha condiviso la gioia di tanti giovani giunti da ogni parte del mondo a Rio de Janeiro per la Gmg, facendo eco allo stupore dell’apostolo Pietro sul monte della trasfigurazione1. Ero presente anch’io e ne voglio parlare un po’ con voi, cari amici che seguite il commento del Catechismo dei giovani (YouCat). Qualcuno di voi avrà seguito i momenti più importanti della visita del papa in Brasile, nonostante le cinque ore di differenza di fuso orario. Vi assicuro che vivere in diretta questa esperienza, è stato indimenticabile. Non vi parlo di emozioni o di reazioni di gioia collettiva da stadio. Ma del silenzio che ha fatto risuonare le parole del vescovo di Roma perché ognuno si sentisse interpellato.

Anche oggi il Signore continua ad avere bisogno di voi giovani per la sua chiesa. Cari giovani, il Signore ha bisogno di voi! Anche oggi chiama ciascuno di voi a seguirlo e a essere missionari. Cari giovani, il Signore oggi vi chiama! Non al mucchio! A te, a te, a te, a ciascuno. Ascoltate nel cuore quello che vi dice. Un dialogo personale che mi ha fatto pensare a Gesù che chiamava tutti e rivolgeva inviti personali ad alcuni.

La pioggia caduta in quei giorni aveva reso impraticabile il Campus fidei, la vasta area in periferia di Rio predisposta per le celebrazioni conclusive della Gmg. Papa Francesco si è chiesto: Non è che il Signore voglia dirci che il vero campo della fede non è un luogo, bensì siamo noi stessi? Ha colto questa circostanza per spiegare ai giovani cosa significa essere discepolo-missionario con la  parabola del seminatore, riportata dal vangelo di Matteo (cap.13). Tre le immagini: il campo è un luogo dove si semina, è un luogo di allenamento ed anche un cantiere! Ma questo campo è proprio il cuore, la nostra vita, la tua vita.

Ai suoi discepoli Gesù aveva detto: il seme è la parola di Dio, il seminatore è Gesù, il campo è chi ascolta: Oggi… tutti i giorni, ma oggi in modo speciale, Gesù semina. Quando accettiamo la parola di Dio, allora siamo il campo della fede. Come Gesù, papa Francesco non ha ignorato le difficoltà dovute al terreno, non sempre pronto o disponibile ad accogliere il seme per farlo maturare a causa di pietre, spine, erbacce, ma ha insistito perché ogni giovane diventi un “campo della fede”: Lasciate che Cristo e la sua parola entrino nella vostra vita, lasciate entrare la semente della parola di Dio, lasciate che germogli, lasciate che cresca. Dio fa tutto, ma voi lasciatelo agire, lasciate che lui lavori in questa crescita… anche se il seme cade in un piccolo pezzo di terra buona! Nel silenzio della preghiera affidarsi a Gesù che fa crescere il seme!

Inoltre, il campo è anche un “luogo di allenamento”: Gesù ci chiede di “giocare nella sua squadra”. Allenarsi per diventare veri “atleti di Cristo”, significa esercitarsi nel dialogo con Gesù: Per essere in forma, per affrontare senza paura tutte le situazioni della vita, testimoniando la nostra fede. Attraverso i sacramenti, che fanno crescere in noi la sua presenza. Attraverso l’amore fraterno…! All’inizio della veglia, un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze, in poco tempo, hanno costruito una chiesa con il campanile, per ricordare la missione affidata da Cristo a san Francesco (Va’ e ripara la mia chiesa!). Papa Francesco ha concluso riferendosi al “campo come cantiere”: fatica del lavoro, fatto insieme, nella chiesa per essere “pietre vive”, cioè pienamente impegnati e coinvolti: Non guardate dal balcone la vita, mettetevi in essa, come ha fatto Gesù. A Rio i giovani, in filo diretto con il papa, hanno risposto in coro.

CARO AMICO/A, prima di iniziare il commento di ciò che YouCat dice di Gesù, ho voluto parlarti di questa esperienza e ti invito a leggere personalmente tutto ciò che il papa ha detto ai giovani a Rio (cerca su www.vatican.va): sono certo che troverai molte altre risposte. Ti confesso che quella sera ho pensato al momento in cui il giovane Francesco Possenti (il nostro amico san Gabriele) si sentì chiamare per una decisione definitiva, rompendo gli indugi e ogni esitazione! A Spoleto durante la processione dell’Icona della Madonna! Dio si serve di tante circostanze per gettare in noi il seme della parola e attende la nostra risposta per fecondare la terra e far germogliare il seme. A Rio ho visto tra i giovani il silenzio della riflessione e il raccoglimento della preghiera prendere il sopravvento sulla confusione e la voglia di cantare. Così matura una decisione importante per la vita. Ti auguro di cuore di fare anche tu questa esperienza che riempie di gioia e di senso la vita.                                            misec@tiscali.it

1 Se non ricordi l’episodio, vai a leggere il capitolo 9 del vangelo di Luca.