Germano Ruoppolo UN PORTENTO di SCIENZA e SANTITà

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By Nandino Di Eugenio
Pubblicato il 28 Febbraio 2015

Difficile rinchiuderlo nella piccola cornice di questa rubrica. Scrittore forbito, competente archeologo, filosofo di tutto rispetto, ottimo direttore di anime, teologo preparato. Non disdegna neppure matematica e dintorni. Possiede da maestro la letteratura italiana, greca e latina. Conosce le scienze naturali, l’arte, la musica, addirittura medicina e chirurgia. È membro di prestigiose accademie, postulatore dei santi, consultore e segretario generale, visitatore apostolico, esorcista. A coronamento di tutto, la santità. È dichiarato venerabile l’11 luglio 1995.

Una figura davvero eccezionale, quella di padre Germano Ruoppolo. Nasce a Vico Equense (Napoli) il 18 gennaio 1850. A cinque anni riceve la prima comunione. Intelligentissimo, a scuola ottiene premi a ripetizione. A dodici anni, incredibile ma vero, discute in pubblico di argomenti filosofici incantando i presenti. È un ragazzo prodigio; più tardi lo diranno “un portento di scienza”. A quindici anni entra tra i passionisti ed emette la professione il 7 dicembre 1866. Trasferito in Belgio a causa di turbamenti politici, viene ordinato sacerdote nel 1872. Tornato in Italia, insegna teologia, diritto canonico, storia della chiesa, lettere classiche, filosofia, scienze e matematica. Limpido e chiaro, gli studenti lo seguono affascinati.

Conduce gli scavi archeologici nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Roma; riporta alla luce la casa dei martiri, riscuotendo plauso da archeologi di fama internazionale. Leone XIII vuole nominarlo vescovo. Lui ne resta terrorizzato e prega perché il papa desista dal progetto. Persone ben infermate dicono che abbia rinunziato due volte al cardinalato. Pio X lo invia come visitatore apostolico in alcune diocesi della Calabria e della Toscana.

Cardinali, religiosi, laici, fondatrici di congregazioni, lo scelgono come guida spirituale. Il suo nome è legato a quello di Gemma Galgani. La santa lo conosce in una visione. “Quel sacerdote, si sente dire, sarà il tuo direttore”. E Germano ne diviene guida e padre. La difende da critiche e perplessità di chi non sa spiegare i suoi fenomeni mistici e assicura: “Gemma è una vera gemma del cuore di Gesù; è oro puro”. Germano assiste commosso alle sue estasi, ascolta i suoi incantevoli colloqui con il Signore e la Madonna. Nel 1890 è nominato postulatore dei santi, ufficio svolto con rara competenza e dedizione assoluta. Fiore all’occhiello di questo suo compito sono l’apertura dei processi e la beatificazione di san Gabriele. Lavora anche per la causa di san Vincenzo Strambi, di santa Gemma, di altri beati e venerabili.

Nel 1892 presiede l’esumazione del corpo di Gabriele e ne scongiura il trasferimento altrove dei resti mortali già programmato dai superiori. Testimone dei suoi primi miracoli, scrive: “Vedendo il soprannaturale sulla tomba di Gabriele non ho fatto altro che piangere. Veni, vidi, obstupui!, venni, vidi, restai sbalordito. Piango nel sentire cose meravigliose sempre nuove”. Profeticamente annota: “La povera chiesa sarà uno dei santuari più illustri d’Italia; vedremo qualcosa di grande, di bello”. Il rapido diffondersi della devozione verso Gabriele, almeno agli inizi, si deve soprattutto a lui.

Germano scrive con sorprendente facilità di filosofia, teologia, psicologia, agiografia. Splendide le biografie di Gemma e di Gabriele. Di Gemma e della sua vita mistica è testimone privilegiato essendone confessore e direttore. Per la biografia di Gabriele attinge a fonti dirette. A volte lo sentono dire: “Gabriele e Gemma mi hanno rovinato il cuore”. I miracoli strepitosi compiuti da Gabriele, le meraviglie di grazia in Gemma, gli hanno regalato fortissime emozioni. E ogni tanto il cuore ha minacciato di fermarsi. “Per le troppe emozioni”, confida lo stesso Germano. Rapito dunque, più che rovinato, il suo cuore. E i due giovani santi sono il suo ultimo pensiero. Il 10 dicembre 1909 a notte inoltrata è colpito da emorragia cerebrale mentre sta correggendo la quarta edizione della biografia di Gemma. Il giorno successivo sarebbe andato prestissimo a Pontecorvo (Frosinone) per raccogliere testimonianze su un miracolo operato da Gabriele.

Parte sì. Ma per il cielo. Alle undici antimeridiane. All’arrivo lo accoglie Gabriele. Lo accoglie Gemma che gli ha più volte promesso: “Quando sarò in paradiso ti trascinerò con me”. Ora Germano riposa a Lucca vicino a Gemma che in vita lo ha sempre affettuosamente chiamato “babbo mio… il mio tutto dopo Gesù”. (3)                      p.dieugenio@virgilio.it

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