GABRIELE D’ANNUNZIO ZOOFILO

Ianieri Edizioni – pp. 304, euro 15,92

Ha vita difficile uno che voglia scrivere qualche cosa di nuovo su Gabriele d’Annunzio; il poeta-vate non è stato mai riposto nel sottoscala e anche oggi gode di una popolarità che sembra inscalfibile. Qualcuno ci riesce ancora, si tratta di studiosi che hanno la capacità di assottigliarsi fino a riuscire a incastonarsi nelle guide inesplorate fra le grandi piastrelle degli studi di ampio respiro e degli approfondimenti specialistici che vengono dedicati alla vita e all’opera dei grandi personaggi. Vorrei quindi segnalarvi, quale esempio eccellente di questa dedizione agli studi di D’Annunzio, Costanzo Gatta, giornalista di stampo antico, inviato del quotidiano La Notte di Nino Nutrizio (è storico il suo fulmineo reportage sul blitz dei fedayn contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi del 1972; arrivò prima di tutti), regista teatrale e compositore, o firma del Corriere della Sera nell’edizione di Brescia, che è la sua città, nonché esperto del dialetto lombardo. Sul Corriere da anni Gatta sgocciola elzeviri sulla figura del poeta, sul quale ha scritto sei libri. Il più recente di questi appartiene a una serie di quattro pubblicati negli ultimi anni da Ianieri, casa editrice abruzzese nata vent’anni fa proprio con la collana di studi

e carteggi dannunziani.

Vittorio Feltri