Pur tra tante sofferenze e violenze Anna Frank, la ragazzina ebrea vittima della persecuzione nazista, nel suo diario, diventato negli anni una straordinaria pennellata di colori nell’orrore di un’epoca disumana, dispensava ottimismo e, citando il sole, non rinunciava alle sue speranze. “Credo nel sole – annotava Anna che se fosse sopravvissuta al lager nazista oggi avrebbe 90 anni – anche quando piove…”. Già, il sole, lo straordinario simbolo della vita, una stella che riempie di luce e calore la nostra esistenza. Senza, non esisteremmo. Lungi da noi, dunque, l’intenzione di metterlo sotto accusa. Casomai a finire sul banco degli imputati sono i nostri comportamenti che, come accade con troppa frequenza, riescono a trasformare in salite le discese… In questo caso a complicarsi la vita, stando a un sondaggio condotto su 3500 ragazzi, sono gli adolescenti che vivono in maniera sbagliata il rapporto con il sole, soprattutto quando sono in vacanza.
La ricerca porta la firma della Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) che alla luce dei risultati poco incoraggianti ha dato il via alla lodevole iniziativa #soleconamore, presentata recentemente al ministero della Salute. Sotto accusa la scarsa conoscenza delle regole per esporsi al sole in sicurezza. In pratica tra i nostri ragazzi – e purtroppo non solo tra loro – è ancora scarsa la consapevolezza sul fatto che l’esposizione ai raggi ultravioletti rappresenti il principale fattore di rischio ambientale per il melanoma, il più aggressivo dei tumori della pelle. Nessun “terrorismo”, ci mancherebbe, solo una corretta lettura dei dati che evidenziano una costante crescita di questa patologia: il 20% dei nuovi casi riguarda pazienti compresi in un’età tra i 15 e i 39 anni. Visto allora che tanti hanno già messo in valigia teli e costumi da bagno come compagni di una vacanza al mare, oppure sistemati in macchina bicicletta e bastoncini da trekking per una meta di montagna, siamo andati a trovare una vera e propria autorità del settore in modo da sensibilizzare nel giusto modo il popolo di vacanzieri. Parliamo della dottoressa Paola Queirolo, responsabile scientifico del progetto #soleconamore e direttore dell’unità operativa Tumori cutanei dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova. Tanta professionalità tanta competenza, tanta disponibilità. Ascoltiamola e, soprattutto, prendiamo nota…
Dottoressa Queirolo, cosa rispondere alla folta schiera di adolescenti che in un recente sondaggio condotto sui social ha definito la crema solare roba da sfigati…?
Rispondiamo con #soleconamore, la campagna nazionale di sensibilizzazione sull’abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma indirizzata ai giovanissimi, realizzata da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). La campagna è iniziata a maggio, con un questionario, diffuso sui social, a cui hanno risposto circa 3.500 adolescenti. Dai risultati emerge la scarsa conoscenza da parte dei teenager delle regole per esporsi al sole in sicurezza. Solo il 10% degli adolescenti afferma che è “cool” spalmarsi la crema solare in spiaggia. Quasi il 40% degli adolescenti (39%) non mette mai la crema protettiva in spiaggia, per oltre la metà (51%) utilizzarla è “da sfigati” perché impedirebbe di abbronzarsi. Solo il 18% sa cos’è il fototipo (per il 53% è un tipo di immagine, per il 16% una tecnica di selfie e per il 13% una tonalità di colore dei fiori). Non solo. Il 63% ritiene che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio (per il 28% proteggono la pelle dai raggi del sole, solo il 9% afferma che in realtà fanno malissimo) e il 48% non sa cosa sia il melanoma (per il 24% è un problema alimentare).
Quali sono le peculiarità del progetto #soleconamore?
Insegniamo ai giovani la prevenzione nelle spiagge e sui social. Il progetto si concentra su prevenzione e diagnosi precoce, le due armi principali per sconfiggere il melanoma. La campagna, realizzata grazie al contributo non condizionante di Novartis e di Pierre Fabre, prevede l’impegno di una decina fra le influencer più seguite a livello nazionale sui social network, coordinate da Iaia De Rose. Dall’inizio di giugno è partito un vero e proprio tour nelle spiagge italiane più affollate di giovanissimi, con la distribuzione di un opuscolo informativo. Sul fronte digitale, invece, la campagna proseguirà sui social, dove gli adolescenti saranno invitati dalle influencer a realizzare video accattivanti, per stimolare il dibattito e rendere virale il tema. Basandosi su quiz, le influencer intervisteranno i ragazzi in modo da testare la loro preparazione sul tema “sole sicuro”. L’obiettivo è raggiungere più di 100mila teenager. Vogliamo trasmettere un messaggio educazionale attraverso l’intrattenimento. E lo facciamo usando il linguaggio dei social, che è immediato, condivisibile e divertente, ma sempre validato dal punto di vista scientifico.
Cos’è il melanoma?
Il melanoma è la forma più pericolosa di cancro della pelle e, nello stadio avanzato, è particolarmente aggressivo. Esso è caratterizzato dalla trasformazione dei melanociti, cellule cutanee che producono e contengono un pigmento noto come melanina e che si trovano nello strato profondo della pelle, in quello medio dell’occhio e dell’orecchio interno e in alcuni organi interni. Esisto-no 4 sottotipi di melanoma: melanoma a diffusione superficiale (con crescita lenta, di solito su gambe, schiena e torace), il melanoma nodulare (con crescita più rapida, di solito su torace, schiena, testa o collo), il melanoma lentigo maligna (di solito si sviluppa nelle persone anziane come lentiggine precancerosa di Hutchinson) e il melanoma lentigginoso-acrale (sottotipo meno comune, si sviluppa tipicamente sulle estremità).
Qual è la spia principale che dobbiamo tenere sempre sott’occhio?
La diagnosi precoce salva la vita. Per individuare un neo sospetto è necessario seguire la regola A B C D E: Asimmetria nella forma; Bordi frastagliati; cambiamento del Colore; Dimensioni superiori a 6 millimetri di diametro; Evoluzione anomala con modificazioni evidenti nell’arco di settimane o mesi con fenomeni, ad esempio, di sanguinamento. Avere la pelle chiara, i capelli biondi o rossi e gli occhi chiari (blu, grigi o verdi) è un altro fattore di rischio. Se scoperto precocemente ed eliminato con una corretta asportazione chirurgica durante la fase iniziale, il melanoma è del tutto guaribile perché la probabilità che abbia invaso altri organi è pressoché nulla.
Con che frequenza occorre monitorare i nei?
Il controllo della pelle dev’essere fatto ogni anno dallo specialista. In particolare nelle persone che presentano più di 100 nei il rischio di melanoma è 6 volte superiore. Va sempre seguita la regola del “brutto anatroccolo”: l’insorgenza di un neo diverso per forma e colore rispetto a quelli già presenti è un segnale da tenere in considerazione e da far controllare dal dermatologo.
In che percentuale il melanoma nasce da un neo esistente?
Il 50% dei melanomi si sviluppa a partire da nei preesistenti, ecco perché i tatuaggi non dovrebbero mai essere eseguiti su lesioni pigmentate della cute.
Spesso il melanoma, erroneamente viene classificato come una malattia degli anziani…
Proprio così. Il 20% dei nuovi casi è riscontrato in pazienti fra i 15 e i 39 anni. La mancata conoscenza dei fattori di rischio gioca un ruolo decisivo e le diagnosi negli adulti di oggi sono la conseguenza dell’esposizione scorretta al sole da giovani in passato. Ecco perché la campagna #soleconamore è rivolta agli adolescenti ed è declinata in particolare sui social network, con il coinvolgimento di influencer di primo piano.
Entriamo allora nel cuore del problema cercando di far luce sui comportamenti preventivi durante l’esposizione al sole. Nel corso della giornata c’è un tempo in cui è meglio tenersi lontani dal sole?
Non bisogna mai esporsi nelle ore centrali della giornata: dalle 12 alle 15 è meglio evitare l’esposizione diretta ai raggi Ultravioletti (Uv).
Con i bambini, invece, come bisogna comportarsi?
Ripetuti eccessi di esposizione ai raggi solari durante l’infanzia triplicano il rischio di sviluppare il melanoma da adulti. I piccoli vanno difesi dal sole con adeguate protezioni (creme solari, maglietta, cappellino e occhiali da sole), evitando sempre le ore centrali della giornata, soprattutto con l’arrivo della bella stagione. Troppe persone si espongono al sole senza precauzioni, in particolare i bambini rappresentano “l’anello debole” della catena. Un richiamo da tenere in considerazione soprattutto in questi mesi, in cui molti approfittano del fine settimana per prendere un po’ di “colore”. Un altro fattore di rischio, infatti, è rappresentato dal numero di ustioni solari (danno acuto da esposizione a fonti naturali o artificiali di UV) e dalla quantità totale di esposizione agli UV nel corso della vita.
È vero che l’acne migliora con l’azione del sole?
La pelle acneica sembra migliorare durante l’estate con l’esposizione al sole. in realtà l’effetto dei raggi solari alla lunga può peggiorare la gravità del quadro clinico dell’acne, oltre a favorire l’iperpigmentazione
delle cicatrici acneiche, se presenti. Per questo è opportuno proteggere la pelle del viso con prodotti ad alto fattore di protezione.
In presenza di tatuaggi e cicatrici come bisogna comportarsi?
Va posta particolare attenzione, soprattutto ai tatuaggi, molto diffusi fra i giovani e non solo. Non aumentano il rischio di melanoma, ma in alcuni casi ne rendono più difficile la diagnosi. I pigmenti infatti ostacolano il monitoraggio dei nei, i cui cambiamenti rappresentano il segnale della trasformazione in forma tumorale.
Come districarsi nella scelta tra le tante creme solari in commercio?
Senza profumo, in confezione grande e con etichette ben leggibili. È questo l’identikit della crema solare veramente efficace per prevenire le scottature. È importante usare creme protettive di alta qualità e nella giusta quantità. Questo significa scegliere prodotti rigorosamente senza profumo, fabbricati da azienda primarie e contenenti filtri di ultima generazione ad elevata stabilità (mexoryl, tinosorb, uvinul).
Esistono creme solari in grado di garantire una protezione totale?
Per evitare danni alla pelle vanno seguiti i criteri che derivano dall’osservazione scientifica. Le creme non sono un talismano, non possono fare miracoli. Proteggono la pelle dalle ustioni provocate dai raggi ultravioletti, ma non offrono una protezione totale. L’unica vera prevenzione contro i tumori della pelle è limitare l’esposizione al sole. Pensare che la crema offra una garanzia totale dai raggi ultravioletti è una falsa sicurezza: andrebbe utilizzata solo per proteggere la pelle quando si sta all’aria aperta.
Il prodotto solare quante volte, in che quantità e dove deve essere applicato?
Per essere davvero efficaci, le creme solari devono essere spalmate uniformemente su tutto il corpo in misura abbondante rinnovando di continuo l’applicazione durante la giornata. La quantità giusta è pari a 40 grammi di prodotto per ogni ora di esposizione al sole. A fine giornata, poi, è bene utilizzare un doposole, rinfresca la pelle e aiuta a ridurre i radicali liberi.
L’ombrellone e la maglietta di cotone possono sostituirsi alle creme?
No. Sicuramente qualcosa attenuano ma dai raggi ultravioletti bisogna proteggersi anche sotto l’ombrellone o se s’indossa una semplice maglietta di cotone.
Quanti minuti di esposizione quotidiana al sole occorrono per sintetizzare la vitamina D?
Pochi minuti al giorno.
Il rischio di insorgenza del melanoma a quale fattore è legato?
Genetici, fenotipici, ambientali e alle combinazioni tra questi. Avere una storia familiare di melanoma accresce la probabilità di sviluppare la malattia: il 5-10% dei pazienti con diagnosi di melanoma ha un parente che ha avuto la stessa malattia. Anche le persone con pelle chiara, sensibile ai raggi solari e tendente a scottature e/o con un numero di nei sulla pelle al di sopra della media, corrono un rischio maggiore di sviluppare il melanoma, specialmente coloro che si espongono frequentemente ai raggi solari e/o UV (includendo l’uso delle lampade solari). Le persone con pelle scura molto pigmentata presentano invece meno probabilità di sviluppare il melanoma.
Quando si parla di attenzione al fototipo a cosa si fa riferimento?
Il fototipo rappresenta l’insieme di alcune caratteristiche fisiche e la risposta ai raggi solari.
Fototipo 1: capelli biondo-rossi, occhi chiari, carnagione chiara con efelidi, estremamente sensibile al sole, si scotta sempre, non si abbronza mai.
Fototipo 2: capelli biondi o castano chiaro, occhi chiari, carnagione chiara, spesso presenza di efelidi, sensibile al sole, cioè si scotta con facilità e si abbronza con difficoltà.
Fototipo 3: capelli castani, occhi marroni o chiari, carnagione moderatamente scura, può scottarsi, ma si abbronza.
Fototipo 4: capelli castano scuro o neri, occhi scuri, carnagione olivastra, si scotta di rado, si abbronza con facilità.
Fototipo 5: capelli neri, occhi scuri, carnagione bruno olivastra, si abbronza intensamente.
Fototipo 6: capelli neri, occhi neri, carnagione nera, non si scotta mai (africani).
Una volta identificato il proprio fototipo è più semplice adeguare i propri comportamenti per una corretta esposizione al sole, godendo dell’aria aperta e delle vacanze al mare o in montagna senza correre rischi.
La pelle va protetta solo al mare?
Assolutamente no. Quando vai al mare, al lago, in piscina o comunque devi passare molte ore sotto il sole usa sempre una crema protettiva. La pelle va protetta 365 giorni l’anno e non solo al mare! In montagna, sia in estate che in inverno, il sole può essere molto pericoloso. La neve riflette i raggi fino all’80% in più, una percentuale quattro volte superiore rispetto a quella della sabbia. La pressione inferiore e l’aria più limpida (e senza pulviscolo) tipica delle quote più alte aumentano l’intensità delle radiazioni. Attenzione inoltre anche al primo sole. La pelle difficilmente si arrossa e il raggio viene percepito (erroneamente) come meno dannoso. Se all’inizio della primavera devi passare molte ore all’aria aperta per un pic nic o i primi tuffi al mare ricordati di mettere in borsa una crema solare!
Sì o no alle lampade abbronzanti?
Un’altra falsa convinzione, molto diffusa soprattutto tra i ragazzi, è che le lampade solari siano utili per preparare la pelle all’abbronzatura estiva. Niente di più sbagliato. I danni di queste apparecchiature sono sottovalutati. È dimostrato che il loro utilizzo, soprattutto in età inferiore ai 35 anni, aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma. L’intensità degli ultravioletti artificiali è di 12-15 volte superiore all’esposizione solare naturale. Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc) le lampade solari sono “cancerogene” per l’uomo al pari del fumo di sigaretta e, dal 2011, il Ministero della Salute ne ha vietato l’utilizzo ai minorenni e alle donne in gravidanza.
Sono più a rischio melanoma gli uomini, le donne o i ragazzi?
Nel 2018, in Italia, sono stati stimati circa 13.700 nuovi casi di melanoma: 7.200 tra gli uomini e 6.500 tra le donne (4% di tutti i tumori in entrambi i sessi). Per quanto riguarda le fasce di età, il melanoma rappresenta il 9% dei tumori giovanili negli uomini (seconda neoplasia più frequente), il 3% e il 2% nelle fasce di età 50-69 e negli over 70. Nelle donne rappresenta il 7% dei tumori giovanili (terza neoplasia più frequente), il 3% e il 2% nelle fasce di età 50-69 e over 70. Il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo è elevato sia negli uomini (1 su 58) sia nelle donne (1 su 77): negli uomini il rischio è più basso nei giovani, mentre nelle donne il rischio si mantiene co-stante in tutte e tre le fasce di età. Il trend di incidenza appare in aumento, statisticamente significativo, sia negli uomini (+3,4% per anno) sia nelle donne (+2,0% per anno). L’incidenza mostra tassi più elevati nel Centro-Nord sia negli uomini sia nelle donne: nelle regioni del Sud l’incidenza è molto più bassa (-45% negli uomini e -42% nelle donne).