FIGLI DELLE NUVOLE…

Nell’800 san Gabriele scriveva le lettere usando carta e penna; nello stesso millennio abbiamo imparato anche a scrivere e-mail al computer digitando e stampando. Che cosa ci aspetta per il futuro?

Al momento stiamo affrontando due transizioni: dal file al cloud, dal click al tap. Il nostro personal computer, che conteneva tutti i nostri cari amati file, si è andato sempre più evolvendo (e rimpicciolendo), dal tower con monitor a fosfori verdi degli anni 80, ai colori e aumento di risoluzione degli anni 90; e se fu una rivoluzione quell’oggetto chiamato mouse e l’interfaccia a finestre (windows) che ci permetteva di fare tanti click … lo è stato anche il touch screen degli all-in-one degli anni 2000, ma molto di più lo è (e continuerà a esserlo per un po’) lo smart negli anni 10.

E i nostri file? Complici le connessioni superveloci, adesso possono abitare tranquillamente tra le nuvole del cloud e non essere fisicamente memorizzati sul dispositivo handheld: quello che ho appena scritto sul Word del computer, è magicamente condiviso (e condivisibile anche agli altri) direttamente dallo smart; il cloud poi porta integrato in se il vantaggio del backup automatico (qualora scordassimo di farlo sulle oramai obsolete pennette).

Nessuno lo scrive eppure tutti lo sappiamo: stiamo passando dal personal computer, al personal smart/cloud. Qualcuno (giustamente) dice che, nonostante i vari sistemi di crittografia, è un problema il fatto che il gestore del cloud possa “leggere” i nostri file… i gestori si difendono (genericamente) dicendo che i dati possono essere usati da terzi anche per fini statistici … io leggerei commerciali e pubblicitari in quanto i servizi di hosting vengono offerti quasi sempre a costo zero…

Ma ancora di più si deve riflettere su una problematica messa troppo spesso in secondo piano: il fenomeno del digital divide (generazionale). Se un adolescente dei nostri giorni è nato “immerso” nell’era dell’elettronica e dell’informatica, e non gli è problematico lasciare la penna a casa, le generazioni “della carta” che, volenti o nolenti, hanno preparato la rivoluzione digitale, si trovano smarrite (ma anche affascinate) di fronte ai nuovi e misteriosi device che crescono (e muoiono) come funghi nei reparti di elettronica e domotica.

Rimpiangete i tempi in cui occorreva andare dal fotografo, portare i negativi e aspettare (ansiosamente) lo sviluppo su carta? Oppure, dopo aver meditato sull’acquisto di un cd, fare il rituale dell’apertura del cellophan? O pensate sia ormai impossibile un mondo in cui non c’è Instagram, SnapChat o Facebook o Whatsapp per modificare e condividere le foto (in tempo reale)? E qualsiasi altro servizio di streaming audio in cui è memorizzata la nostra playlist di canzoni preferite (che possiamo sentire a casa, in metro e everywhere)?

Qualunque sia il vostro grado di digitalizzazione, ci chiediamo se nel mondo che verrà riusciremo a vedere nipoti che istruiscano i nonni sulle nuove diavolerie … oppure … se stanchi dell’umano inventeremo un robot che sostituirà anche questo atto che potremmo definire una nuova opera di misericordia … culturale! Fatto sta una cosa è sicura… dovremo fare i conti sempre più spesso con questo fenomeno che sembra tutto tranne che irreversibile!

Email: marco.staffolani.stf@gmail.com