FIAMME DI BONTÀ

By Gloria Danesi
Pubblicato il 3 Novembre 2019

Il tepore di una fugace estate in autunno inoltrato. San Martino con il suo gesto di generosità cristiana viene ricordato in modo speciale a Scanno (Aq) incantevole borgo d’Abruzzo. Qui, la vigilia della festa del santo cavaliere, famoso per aver condiviso il proprio mantello con povero ignudo, l’aria frizzantina della notte e i cuori vengono scaldati da fuochi e fiamme, grida festose e buon cibo. Alla faccia dell’antico proverbio: c’è tanto fumo ma anche un ottimo arrosto, fatto di leccornie e convivialità, il tutto annaffiato da vino novello.

A bruciare sono le tre Glorie, alti falò che le tre contrade: Cardella, Plaia e Decontra innalzano verso il cielo. La legna è stata accatastata da giovani volenterosi tra quattro palanconi, tronchi robusti e svettanti che fungono da scheletro. La sfida è quella di far ardere la propria Gloria in modo più spettacolare e più a lungo delle altre. Il momento più emozionante e gioioso è l’accensione delle tre cataste di legna ed è anche il segnale che dà il via ai festeggiamenti. Quando il fuoco, dopo molte ore inizia a spegnersi, allegre e giovanili brigate, con il viso tinto di fuliggine suonando campanelli e cantando, portano in dono quello che resta del palancone alla donna ultima maritata. Vengono altresì omaggiate con i rimanenti palanconi le altre spose dell’anno. In cambio ricevono abbondanti libagioni: formaggi, salumi e dolci.

Ed è proprio dei dolci di Scanno, una vera eccellenza, che in questa occasione vogliamo parlare. Ci riferiamo ai tradizionali Panello, Pan dell’Orso, Mostaccioli e Pizza coi quattrini.

Il Panello, oltre a essere squisito, occupa un posto di rilievo nella memoria degli abitanti perché ai tempi della transumanza delle greggi, in quel di Puglia, nelle bisacce dei pastori locali non mancava mai questa focaccia dolce che mantiene inalterata per giorni la sua fragranza, caratteristica che la rendeva particolarmente adatta a nutrire e a consolare chi è lontano da casa. Tra i suoi energetici e saporiti ingredienti: mandorle, miele, zucchero, uova, farro e zafferano.

Altre delizie, preparate da mogli e fidanzate dei pastori, erano le Ferratelle pizzette dolci cotte ai ferri e i Turcinelli, pasta di pane condita con sale e pepe fritta in padella a striscioline attorcigliate.

Si racconta che un orso penetrato in uno stazzo, dopo aver assaggiato la bontà dei panelli, trascurò di razziare altro cibo e da allora il dolce fu ribattezzato Pan dell’Orso. Rielaborando la vecchia ricetta tradizionale e aggiungendo la sua creatività un pasticcere di Scanno ha realizzato un Pan d’Orso pluripremiato, soffice panetto ricoperto di cioccolato fondente, simile al Parrozzo pescarese, dal quale differisce per alcuni ingredienti dell’impasto. Viene proposto ai golosi nella versione classica o con l’aggiunta di gocce di cioccolato.

Altra leccornia sono i Mostaccioli, biscotti a base di crema di mandorle, ripieno al cioccolato e mosto cotto, con glassa al cioccolato oppure bianca e mandorle intere. Ai bimbi è riservata la Torta di San Martino o Pizza coi quattrini perché nell’impasto viene nascosta qualche monetina, negli ingredienti: farina di mais, noci, fichi secchi e miele.

Scanno è un posto affascinante non a caso è meta da sempre di fotografi dilettanti e professionisti che vengono a immortalare eventi, palazzi dai portali scolpiti ed eleganti balconi, deliziosi vicoli e stupende piazzette su cui si affacciano due chiese rinascimentali di pregio: Santa Maria della Valle e Sant’Antonio. Ma il visitatore rimane incredulo, non solo dalla bellezza creata dagli artisti del passato, ma anche dalla bellezza, frutto di mani virtuose contemporanee, esposta nelle vetrine degli orafi che realizzano le famose “presentose”(rosoni in gotico fiorito), dono d’obbligo all’amata nel giorno della promessa di matrimonio o nelle vetrine che espongono stupendi merletti realizzati al tombolo.

Si può avere la fortuna di vedere anche “bellezze” che camminano o che prendono il sole davanti casa, ovvero donne dal portamento fiero, vestite con l’abito tradizionale dalla foggia orientaleggiante e caratteristico copricapo, ravvivato e impreziosito da oggetti d’oro di antica fattura.

L’Abruzzo è tanto suggestivo che merita una visita da chi crede che ormai nulla più lo potrà meravigliare.

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